Banca risarcisce un cliente per 110 mila euro
Un imprenditore ciociaro ha chiamato in giudizio da una nota banca italiana, in quanto nel lontano 2005 aveva negoziato uno strumento derivato, collegato ad un conto corrente, che avrebbe dovuto coprirlo dal rischio di rialzo del tasso Euribor. Tale contratto, però, non era stato mai consegnato al cliente, neppure a seguito di richiesta dei legali dell’imprenditore, gli avvocati Giuseppe Ranieri e Gianfranco Petti. Il primo del Foro di Frosinone, il secondo del Foro di Cassino. Il derivato, anziché coprire l’imprenditore dal rischio di rialzo dei tassi, lo aveva costretto a versare alla banca, nel corso degli anni, la somma complessiva di 81.000,00. euro Gli avvocati Ranieri e Petti, che da anni collaborano insieme, hanno evidenziato la nullità del contratto di derivato per carenza di elementi essenziali, in particolare per la mancata indicazione del metodo matematico utilizzato per il calcolo degli interessi collegati ai prezzi di mercato, ed inoltre perché il tasso fisso applicato era diverso da quello prospettato al cliente in sede di stipula del contratto. Per tali motivi, l’imprenditore richiedeva la restituzione di tutte le somme indebitamente percepite dalla Banca. Il Giudice, con sentenza del 13.04.2022 pubblicata il 15.04.2022, ha dichiarato la nullità del contratto ed ha condannato la banca a restituire all’imprenditore gli 81.000,00 euro versati nel corso degli anni oltre interessi e spese per un importo di circa 110.000,00 euro. Enerme la soddisfazione dei legali, in quanto si tratta di una vittoria importantissima e che potrà essere utile a tutti quegli imprenditori a cui (negli anni 90 e 2000 ed anche dopo), sono state prospettati contratti di derivato con la scusa di evitare il rischio del rialzo dei tassi ma che, in realtà, avevano il solo scopo di generare utili a favore della banca.
Seguici anche su Telegram: CLICCA QUI