Valle del Sacco, Arpa certifica criticità e lungaggini. Magliocchetti: subito un commissario straordinario

L’Arpa ha pubblicato in queste ore, sul proprio sito istituzionale, il Rapporto 2019 di tutte le attività svolte nel corso dello scorso anno, anche per mezzo di tabelle di dati e grafici, in ordine al controllo della qualità delle acque di balneazione, come pure delle risorse idriche superficiali e sotterranee, a beneficio dei cittadini, degli Enti locali e della Regione”. Lo evidenzia Danilo Magliocchetti, capogrupppo della Lega al comune di Frosinone.

valle sacco inquinamento il corriere della provincia
Valle del Sacco e inquinamento

L’intervento

“Analogamente, è l’ARPA Lazio a supportare la Regione nelle attività di monitoraggio della qualità dell’aria con la gestione della rete regionale di centraline di rilevamento fisse, con la realizzazione di campagne periodiche effettuate con mezzi mobili nelle zone del territorio regionale potenzialmente critiche, con l’uso di modelli di simulazioni di dispersione degli inquinanti, attraverso i quali garantisce la valutazione della qualità dell’aria sull’intero territorio regionale e la sua previsione a diverse cadenze temporali”.

Ebbene, dalla lettura delle 114 pagine del rapporto emerge, in maniera chiara ed inequivocabile, peraltro un concetto noto, ma certificato anche da questo importante documento, come la Valle del Sacco costituisca ancora una enorme criticità ambientale ed il relativo processo di bonifica proceda con una lentezza disarmante”.

“A tal fine, due sono i punti particolarmente significati evidenziati dal rapporto.Uno a pag. 19, al punto sulle valutazioni della qualità dell’aria, laddove è scritto chiaramente anche per mezzo dei grafici che ‘L’Agglomerato di Roma e la Valle del Sacco sono le aree più critiche: l’Agglomerato di Roma registra superamenti dei valori limite di O3 e di NO2 mentre nella Valle del Sacco si registrano superamenti, oltre che per l’O3, anche per il PM10 e il benzo(a)pirene. Relativamente all’O3 la criticità riguarda tutte le zone del territorio regionaleLa Valle del Sacco quindi risulta l’unica, rispetto ad agglomerato di Roma, Zona Appenninica e Litoranea, a registrare ben 3 criticità per i superamenti di legge per PM 10, Ozono e Benzo Pirene.

“In ogni caso, dal Rapporto emerge una situazione di criticità per la Valle del Sacco anche per PM2.5 e Biossido di Azoto”.

“Ma vi è di più, al Capitolo dedicato al monitoraggio del suolo a pag. 68, laddove si rileva che oltre la metà dei siti oggetto di procedimento di bonifica, risulta localizzato nella provincia di Roma, seguita dalla provincia di Frosinone con il 21%, il Rapporto evidenzia questa situazione relativa al 2019 circa l’iter del processo di bonifica”.

Come è agevole constatare, nella valle del Sacco oltre ad essere presente il secondo numero di siti da bonificare dopo Roma, ne sono stati tuttavia conclusi appena 5, rispetto ai 51 di Latina e Viterbo e i 49 di Roma.Da questi dati incontestabili appare dunque, manifesta e certificata, la criticità ambientale della Valle del Sacco e la lentezza elefantiaca dei vari processi di bonifica. Per questo torno a richiedere con forza la nomina di un Commissario straordinario, che si occupi, in via esclusiva, dell’indispensabile bonifica della Valle del Sacco”.

“Di questo passo occorreranno almeno altri 20 anni prima di poter apprezzare qualche risultato concreto. Il territorio, i Comuni e le attività imprenditoriali non possono permettersi più queste lungaggini burocratiche”.

Redazione

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