Camera di Commercio Frosinone-Latina, Acampora traccia la rotta

“Un modello di governance diverso, inclusivo, condiviso, innovativo e partecipativo. Un modello che per l’importanza di questa nuova sfida dovrà segnare un netto taglio con il passato, guardando avanti verso nuove sfide”.  Giovanni Acampora, neo presidente della Camera di Commercio Latina-Frosinone, traccia la rotta per il futuro.  

Il numero uno di Confcommercio Lazio, eletto alla guida dell’Ente con 20 voti, contro i 12 raccolti da Marcello Pigliacelli (che sicuramente ha avuto almeno 4 franchi tiratori, tra Unindustria, Federlazio, Confesercenti e Cna), chiarisce subito che la sua azione sarà incentrata  sulla trasversalità territoriale.  A sostenerlo nella sua elezione anche importanti associazioni del Frusinate.

L’intervento del neo presidente

“Abbiamo un’opportunità straordinaria – fa subito notare Acampora – ovvero  la creazione di un’area vasta che conterrà oltre un milione di persone e 105 mila imprese. Una dimensione di assoluta importanza nel panorama nazionale. Le linee programmatiche che intendo portare avanti – spiega – sono il frutto di un lavoro di ascolto delle categorie, della interlocuzione sui temi e non sulla semplice richiesta del consenso. Dobbiamo tenere presente – aggiunge il neo presidente – che siamo di fronte a una prevista contrazione del PIL del 10,6%, che ci pone in coda alla classifica dei Paesi Europei. E,  nonostante gli interventi messi in atto dai governi dei Paesi dell’Unione europea, le incertezze sono ampie ed il rischio  che si corre è la perdita di milioni di posti di lavoro”.  

“Quindi – argomenta – se da una parte è vero che gli interventi di sostegno hanno permesso alle imprese di far fronte alle carenze di cassa, evitando un’ondata di fallimenti nelle prime fasi della crisi, dall’altra c’è da dire che hanno aumentato l’indebitamento del settore privato. Il punto è che il progredire della crisi e le pressioni sulla liquidità aziendale si stanno trasformando in insolvenze.  Ciò sarà ancora più grave se la ripresa verrà ritardata”.

Tre, pertanto, le azioni chiave che Acampora intende portare avanti, basate sullo sviluppo,  la sostenibilità e la competenza.

“A livello europeo – spiega – sono stati ultimamente delineati i programmi di sviluppo attraverso il Recovery Fund. Si tratta di  una strumento che consentirà all’Italia di ricevere circa 65 miliardi a fondo perduto (70% da spendere entro il 2022) cui si aggiungono 127 miliardi di prestiti, per un totale di 209 miliardi da impiegare in progettualità coerenti con il ‘Piano nazionale di ripresa e resilienza’ appena tracciato dal Governo italiano. Su questo tema – fa notare – bisognerà capire quale potrà essere il ruolo della nostra Camera, in una nuova composizione che ci vede più forti e meglio attrezzati, in termini dimensionali, al fine di delineare le strategie utili ai nostri territori per intercettare tali risorse”.

Attenzione alle nuove tecnologie

Numerosi interventi di politica industriale – aggiune il neo presidente – saranno sempre piu orientati ad innalzare la competitività delle imprese italiane attraverso misure fiscali, investimenti in innovazione, ricerca e sviluppo. Parlo di Industria 4.0: per le nostre imprese è davvero indispensabile aprirsi alle nuove tecnologie abilitanti, alle competenze digitali e a nuovi modelli di business, che oggi sono prioritari per generare una nuova cultura imprenditoriale“.

“Su questo tema, per esempio, la Commissione europea ha proposto che almeno il 20% degli investimenti provenienti dal ‘Fondo per la Ripresa’ vada a finanziare la transizione digitale ed è qui che noi come,  nuova Camera di Commercio, dobbiamo assolutamente avere un ruolo fondamentale. La carenza dii infrastrutture digitali è un problema che le aree industriali da sempre lamentano e di recente lock down ha dimostrato con evidenza i limiti del divario digitale dei nostri territori. Il completamento della rete a banda larga o in fibra per tutte le aree industriali è un requisito ormai imprescindibile per una moderna ed efficace gestione dell’impresa. Dovremo investire sui temi delle Smart Cities, e sulle Strutture di Rural 5G nelle aree a vocazione agricola, per consentire un salto di qualità nella gestione delle colture con l’utilizzo delle più moderne tecniche delle coltivazioni”.

Formazione e mondo del lavoro

“Dobbiamo, inoltre, migliorare e ampliare i servizi di accompagnamento e orientamento delle micro, piccole e medie imprese, in stretta sinergia con la filiera formativa, e qui penso ai nostri ITS, con il mondo associativo, con il mondo della ricerca e del trasferimento tecnologico.  Tutto questo dovrà avvenire coniugando l’innovazione alla sostenibilità. Ad esempio bisognerà puntare sui Competence Center, perché è indispensabile stimolare il rapporto tra le nostre aziende e le nostre Università, attraverso una struttura di laboratori in cui sviluppare tecnologie ed idee provenienti sia dal mondo imprenditoriale che da quello accademico, incrociando le diverse competenze.

“Dobbiamo incominciare ad investire sui due macrotemi sui cui le Università locali stanno già operando:-Scienza della Vita, che abbraccia il settore chimico farmaceutico, la sanità e l’agricoltura;-Meccatronica, che abbraccia il settore metalmeccanico, elettrico e software. A proposito di competenze per l’economia, dobbiamo puntare fortemente sulle giovani generazioni, accorciando le distanze tra le Istituzioni scolastiche e le imprese, perché l’imperativo sarà superare il mismatch tra domanda e offerta di lavoro”.

Sarà, quindi, fondamentale puntare su strumenti come l’alternanza scuola-lavoro, l’orientamento dei giovani in uscita dal mondo della scuola e cioè avvicinare le nuove generazioni alle esigenze di un mercato del lavoro in costante evoluzione. Sempre su questo tema sarà importante costruire modelli di certificazione delle competenze, coinvolgendo le imprese e il mondo della formazione nella progettazione, nella realizzazione e nella certificazione dei processi formativi a tutti i livelli, dalla formazione professionale a quella universitaria.

“Sui nostri territori sono già operanti gli ITS Caboto e Biocampus, ed è recente la costituzionedell’ITS Meccatronico di Pontecorvo, che sta operando con successo. Si rafforzerebbe in questo modo la filiera con una maggiore caratterizzazione ed attrattività dei nostri territori”.

Ma la responsabilità che tutti noi avremo, ci impone di guardare a traguardi sfidanti e quindi dovremmo ragionare su un Campus univeristario internazionale che sia collegato alla struttura dei competence center, che dovrà attrarre studenti da tutto il mondo, in un rapporto osmotico con l’esterno più ampio possibile, coinvolgendo le Università del nostro territorio e valorizzando i nostri giovani studenti e ricercatori”.

Mondo agricolo al centro

“Noi viviamo – sottolinea ancora Acampora – in due territori con eccellenze agroalimentari che ci invidiano in tutto il mondo, che rappresentano un patrimonio culturale ed elemento distintivo della nostra identità locale. La promozione del territorio pontino-ciociaro, con tutte le sue peculiarità e differenze, passa attraverso la valorizzazione dell’agricoltura e delle sue produzioni primarie da cui si creano a loro volta le basi per l’indotto agro industriale”.

“Occorre incentivare e valorizzare le reti di impresa e le forme di aggregazione della produzione attraverso la creazione e il supporto alle filiere produttive pone le basi per un concreto sviluppo del nostro territorio e della nostra agricoltura. Pensiamo ad esempio alle eccellenti produzioni di vini, di oli, di prodotti lattiero-caseari, e tanti altri  su cui dovremo valorizzazione delle DOP e delle IGP. Bisogna promuovere progetti di ricerca e sviluppo per migliorare le produzioni, e sensibilizzare le imprese alle tematiche dell’ Agricoltura di precisione 4.0, improntata alla ricerca e sperimentazione dell’innovazione tecnologica nel settore agricolo ed agrifood”.

Obiettivo internazionalizzazione

Bisognerà puntare anche sulla capacità delle nostre imprese di affrontare i mercati esteri. Sarà, questa, la sfida da sostenere in questi anni. Abbiamo un territorio che ha un tessuto economico con filiere che ci collocano ai primi posti per valore delle esportazioni: la filiera farmaceutica, grazie alla quale Latina e Frosinone sono la 2° e 3° provincia d’Italia; la filiera dell’Automotive, dove Frosinone è 7° in Italia; e ancora il primato delle produzioni ortofrutticole di Latina che, anche grazie all’importante ruolo commerciale del MOF di Fondi, è la 3° provincia d’Italia per valore delle merci vendute sui mercati internazionali”.

Il punto è che la gran parte delle piccole e medie imprese locali manca delle competenze interne necessarieper accedere ai mercati internazionali ed è per questo che la nuova Camera dovrà intervenire puntualmente con: servizi che favoriscano il posizionamento e la promozione commerciale ( sia ‘fisica’ che ‘virtuale’) con azioni mirate per ampliare e diversificare i mercati di sbocco, la partecipazione a fiere e missioni imprenditoriali, in sinergia con l’ICE-e le Camere di Commercio Italiane all’Estero o altri Enti come la Regione, che di recente ha emanato un bando per favorire i processi di internazionalizzazione, stanziando 5 milioni di euro. Dobbiamo, quindi, sostenere le aziende in operazioni quali la protezione del marchio, le certificazioni rispetto alle filiere di appartenenza, la realizzazione di vetrine digitali”.

Vicinanza alle imprese

Oggi – prosegue – costituire e gestire un’impresa è diventato un percorso ad ostacoli, è imprescindibile puntare sulla semplificazione amministrativa, incominciando dal ruolo dei SUAP e dialogando sempre più con le altre Pubbliche Amministrazione coinvolte, oltre ai comuni. Occorre, quindi, diffondere sempre più gli strumenti telematici che le Camere di Commercio offrono, come ad esempio il cassetto digitale. Questo sarà uno sforzo da compiere anche attraverso il competente supporto degli ordini professionali. Tutti temi all’attenzione dell’Agenda digitale nazionale, in attuazione delle strategie europee di digitalizzazione della Pubblica Amministrazione”.

Economia circolare sotto la lente

“L’Europa – aggiunge Acampora – ha impegnato la propria agenda sull’economia sostenibile e circolare. Una interessante frontiera, rispettosa dell’ambiente e con grandi potenzialità di creare impiego, un’economia della rigenerazione, in cui materiali e scarti della produzione, possono essere nuovamente utilizzati. Bisogna, quindi, progettare un prodotto pensando al suo riutilizzo. La Commissione europea ha definito il piano di azione per l’economia circolare, e successivamente ha previsto che ben il 37% del Fondo per la Ripresa sia destinato ai temi green. Una scommessa su cui noi non possiamo non esserci. Inoltre il MISE ha previsto risorse oltre i 200 milioni di euro a sostegno di progetti di ricerca e sviluppo per la riconversione dei processi produttivi nell’ambito dell’economia circolare. Sono risorse destinate ai Centri di ricerca, alle imprese agro-industriali, nonché alle reti di imprese”.

Importante sarà che la nuova Camera di Commercio promuova la trasformazione green delle imprese; un punto di partenza potrà essere il check-up del processo produttivo, ossia l’analisi delle diverse fasi di produzione, allo scopo di individuare gli ambiti di intervento per l’ottenimento di vantaggi ambientali (riduzione sprechi e rifiuti, ecodesign, riutilizzo e scomponibilità dei prodotti). Senza dubbio, sarà necessario destinare risorse camerali per far sì che le imprese del nostro territorio si avviino verso questo cambiamento e importante sarà utilizzare bandi che siano facilmente accessibili e di efficace impatto sul territorio”.

Economia del mare e turismo

Anche l’economia del mare rappresenta una importante risorsa non solo per la provincia di Latina che ha 132Km di costa, ma anche perché il mare è una porta di accesso al territorio più interno della provincia di Frosinone, rappresentando un valore aggiunto per l’intera area. Con economia del mare si intende l’insieme di più settori: la portualità, la filiera ittica, la filiera della cantieristica, le attività turistico ricettive, il turismo sportivo la tutela dell’ambiente, la ricerca. Rispetto a qualche anno fa il tema va ripensato nell’approccio, ma mantiene inalterata tutta la sua importanza. Per dare una dimensione, il Lazio è la 3° regione in Italia con 36 mila le imprese che producono 8 miliardi di euro di valore aggiunto. In provincia di Latina sono 3.700 le imprese che danno lavoro a 11 mila persone per un valore economico di 516 milioni di euro.  Su questa risorsa straordinaria dovremo lavorare tutti insieme per costruire nuove traiettorie”.

Sguardo al futuro con le reti di impresa

Le reti di impresa sono una occasione che le nostre imprese e i nostri territori devono cogliere per superare i limiti della piccola dimensione e per offrire opportunità che solo con la condivisione degli sforzi di più interlocutori, imprese e Istituzioni, è possibile raggiungere. Il Lazio è la prima regione d’Italia per numero di imprese in rete, sono quasi 9 mila le aziende che operano con un contratto di rete(al secondo posto la Lombardia con 3.700 imprese). E’ imminente l’uscita del nuovo bando regionale e anche su questo noi dobbiamo lavorare in sinergia per sfruttare al massimo le risorse che saranno messe a disposizione. Sappiamo tutti che questo processo richiede un cambiamento culturale e, in tal senso, la Camera di Commercio può assumere un ruolo di primo piano per favorire l’aggregazione fra imprese, nonché la collaborazione con Enti/organismi in un’ottica di rete”.

Questione credito

“Una ulteriore priorità è la tematica del credito. Noi tutti ci sappiamo che in questo momento di grave crisi economico-finanziaria sono urgenti misure finalizzare a favorire l’accesso al credito. Per prevenire le crisi di liquidità delle imprese causate dall’emergenza sanitaria ed economica, saranno necessarie misure straordinarie, anche con dimensione locale, dedicate all’abbattimento del tasso di interesse applicato su finanziamenti bancari per operazioni di liquidità; anche le operazioni di patrimonializzazione aziendale, tramite contributi in conto abbattimento interessi, sono uno strumento che interviene sulla dimensione aziendale, favorendone il processo di crescita. Non da ultimo la riforma della crisi d’impresa e dell’insolvenza (D.lgs. n. 14/2019), ha previsto l’istituzione, presso ciascuna Camera di Commercio, di un Organismo di Composizione della crisi di Impresa (OCRI). In base a questa disposizione legislativa, gli organi di controllo dell’impresa devono segnalare all’organo amministrativo il rischio che l’impresa non possa onorare il debito e se non vengono adottate misure adeguate per superare lo stato di crisi, si avvia la procedura con la nomina di un collegio di tre esperti, che dovranno assistere il debitore. Delicato è il ruolo che la nuova Camera dovrà svolgere e tutti noi saremo coinvolti perché un esperto sarà nominato nell’ambito delle associazioni di categoria del settore di riferimento del debitore. Tutto questo avverrà entro settembre del prossimo anno”.

Anche a tale fine è importante il ruolo delle professioni ordinistiche nell’ambito territoriale di Latina, Cassino e Frosinone. Per questo, sarà fondamentale, nella progettazione e nello sviluppo degli interventi nei vari settori economici, avere il supporto tecnico-giuridico delle professioni, valorizzandone il ruolo, anche come partecipazione attiva negli organismi rientranti nella sfera di azione della nuova Camera, nonché favorendo progetti formativi per i professionisti adeguati alle esigenze delle varie aree”.

Lo sviluppo passa per le infrastutture

“Purtroppo dobbiamo ancora evidenziare che il tema della carenza delle Infrastrutture rimane uno dei temi più importanti per i nostri territori, e maggiormente per la provincia di Latina. Noi, come sistema delle imprese, non dobbiamo e non possiamo rimanere isolati dall’Italia e dall’Europa, ma abbiamo difficoltà anche nei collegamenti tra le due province. I nodi irrisolti sono molti, e le tematiche hanno dimensioni che superano i nostri territori, ma la nuova Camera vigilerà e farà sentire la sua voce, fino a quando l’obiettivo di modernizzare le infrastrutture non avrà trovato soluzione. Faccio solo alcuni esempi degli interventi sui nostri tavoli da anni e ancora non risolti: infrastrutture viarie–indispensabile il collegamento longitudinale che riduca sostanzialmente i tempi di percorrenza. Parliamo della bretella Cisterna-Valmontone; dell’Autostrada Roma-Latina, con la possibilità futura di ampliamento verso sud, MOF e Porto di Gaeta e il superamento della città di Formia attraverso la pedemontana; il completamento del 3° lotto della SS. 156 Monti Lepini Latina-Frosinone; l’adeguamento della superstrada Formia-Cassino, la Littorina del golfo di Gaeta”.

“Occorre anche l’ampliamento delle capacità del sistema ferro-gomma nelle piattaforme logistiche in esercizio e in costruzione: Latina scalo e Consorzio Sud Pontino; il potenziamento del servizio ferroviario sulla linea Formia-Roma con aumento frequenze tenuto conto dell’entrata in esercizio della TAV”. E’ importante, che il porto di Gaeta possa realizzare in pieno la propria funzione di “Porto Internazionale Frontaliero” (classificato PIF dalla CEE, insieme a Livorno e Trieste) a vocazione agro-alimentare-ittico, svolgendo una funzione primaria in tutto il Mediterraneo. In tal senso è prioritario il ‘superamento’ di Formia attraverso un collegamento diretto con San Vittore e il collegamento con il sistema autostradale e la dorsale con l’Adriatico”.

L’appello

“Dovremo anche fare scelte – conclude il presidente – a volte anche contro la logica del profitto, perché sarà importante oggi più che mai il valore sociale che ne sarà generato per i nostri territori in un’ottica coesa e partecipativa. Un nuovo modello di sviluppo inclusivo, partecipato e sostenibile, in cui voglio evidenziare il ruolo di assoluta importanza delle Organizzazioni sindacali dei lavoratori, delle Associazioni dei Consumatori e dei Liberi Professionisti, del costituendo Comitato dell’imprenditoria Femminile, la cui partecipazione contribuirà, attraverso l’apporto delle esperienze di tutti,ad arginare i confini dell’illegalità in uno spirito di economia rigenerativa dove il mondo della cooperazione trova la massima espressione”.

Dobbiamo trovare la sintesi nella nuova Camera più forte, nata dall’esperienza consolidata di due Enti e di due territori. Il cambiamento che saremo chiamati ad affrontare nei prossimi cinque anni, sarà molto impegnativo. La sfida sarà trovare l’equilibrio tra peculiarità, identità culturali, vocazioni produttive di entrambi, rispettando le reciproche diversità, sapendo che siamo due territori che già condividono tante affinità”.

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