Pompeo: solo un Pd plurale può vincere le nuove sfide

Il rispetto delle sensibilità che caratterizzano il partito. La responsabilità del nuovo segretario provinciale nel farne la sintesi. Il banco di prova delle prossime amministrative. La preparazione del terreno per l’appuntamento elettorale del capoluogo.

Sono tutte dinamiche che il Partito Democratico sta affrontando al proprio interno, mentre scioglie i nodi delle correnti e si prepara a una stagione di sfide impegnative in tema di consensi e di numeri. Antonio Pompeo, presidente della Provincia e nome di punta di Base Riformista sul territorio, ragiona in prospettiva.

L’intervista

Presidente Pompeo, il primo atto del nuovo Pd che include e sintetizza è andato in scena in una modalità mai sperimentata prima che, paradossalmente, favorisce le distanze. Qual è adesso il secondo step?

Direi quello più importante e fondamentale, pena la tenuta del partito stesso: la declinazione del concetto di unità sui territori. Non mi stancherò mai di ripeterlo: il partito è il contenitore di tutte le pluralità che è in grado – e aggiungerei in dovere – di esprimere. Ed è questa la sua più naturale ed efficace funzione: racchiuderle e sintetizzarle in un’espressione comune. In questo senso si legge il percorso intrapreso per la scelta del segretario provinciale, con la decisione di convergere su un nome unico. Provate a immaginare oggi il partito senza tutte le sensibilità di cui è composto. Sia in termini di consenso che di idee. Torno a ripetere che il pluralismo dovrebbe rappresentare un valore aggiunto e non un limite. Affermare oggi che nel nostro Partito non ci sono sensibilità diverse vuol dire mentire e far venir meno lo spirito fondativo del Pd. E poi ognuno ha una sua storia, una sua cultura, un suo modo di vivere e interpretare la politica. Diversamente non sarà il Pd che Zingaretti ha in mente e che vuole costruire sui territori. È questa la vera sfida del nuovo segretario.

Tra poco più di un mese ci saranno le elezioni amministrative con 9 Comuni che andranno al voto: come si sta preparando il Pd ad affrontare queste sfide? In alcuni centri risulta che non ci sia neanche la lista con il simbolo: come si legge questo?

Gli appuntamenti di settembre saranno esami importanti per il partito e, naturalmente, per la sua nuova guida. Certamente quello che sta accadendo sui territori deve essere oggetto di riflessione e lavoro. Così come dobbiamo riflettere su quello che accade a Ceccano e Patrica, ad esempio, dove in un caso non si presenta il simbolo e nell’altro addirittura non si è rappresentati. Come ho già avuto modo di dire, bisogna credere alla forza dei nostri programmi, delle nostre idee. Comunque guardiamo avanti e speriamo in un futuro migliore.

E poi tocca a Frosinone. E anche lì già si registrano movimenti neanche troppo sotto traccia, vedi il nome di Mauro Vicano…

Mauro Vicano certamente è un elemento positivo così come potranno esserlo anche altri. Bene che ci si appassioni a questa sfida: significa che noi siamo vivi, anzi… vivissimi. Il passato deve insegnarci che la competizione non è al nostro interno e che mettere all’angolo risorse ed energie che possono contribuire al risultato è certamente la strategia più sbagliata. Credo che la costruzione di una candidatura vincente passi necessariamente per un progetto condiviso. Il nome del candidato sindaco verrà fuori da lì e tutti saremo chiamati a sostenerlo per tornare a guidare anche la città di Frosinone. Davvero questa volta perdere non ci è consentito.

L’obiettivo comune non dovrebbe essere quello di battere le destre? Perché a volte emerge che i vostri atteggiamenti non siano funzionali al Pd ma, piuttosto, alle vostre aree di riferimento.

Ai cittadini faide e scontri interni non appassionano. E sinceramente come dare loro torto? Il territorio ha tante esigenze ed altrettante emergenze che devono essere in cima alla lista delle cose da fare. È naturale che dentro un partito come il nostro ci sia competizione e che ognuno possa avere ambizioni o aspettative: l’importante è che poi il tutto non sfoci in un regolamento dei conti a discapito del partito stesso. Ciascuno svolga e interpreti il proprio ruolo con serenità: poi saranno i cittadini a decidere. Contrariamente si rischia di trascorrere il tempo a piazzare bandierine salvo accorgersi che le bandierine sono sempre le stesse… come gli aerei di Mussolini.

Gianluca Trento

Giornalista dei quotidiani online "LaProvinciaQuotidiano.it" e "TuNews24.it" e del settimanale cartaceo "Tu News". In passato è stato anche Direttore Editoriale de "La Provincia", Direttore Responsabile del quotidiano "Ciociaria Oggi", Condirettore de "Il quotidiano della Ciociaria", giornalista di "Paese Sera", del settimanale "L’Inchiesta" e del quotidiano online "Il Corriere della Provincia".

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