Regione Lazio: approvata legge contro il caporalato

Nell’ultima seduta di consiglio regionale, prima della pausa estiva, l’assise ha approvato la legge contro il caporalato e la proroga di otto mesi per i precari della giustizia. Un’azione di contrasto al fenomeno che, nel Lazio, colpisce oltre diecimila persone.

Si prevede un apposito programma operativo triennale di interventi, in concertazione con le organizzazioni sindacali e gli enti del Terzo settore e in sinergia con le sezioni territoriali della Rete del lavoro agricolo; norme e strumenti innovativi come gli elenchi di prenotazioni telematiche o gli indici di congruità per definire il rapporto tra ore lavorate e produzione di beni che puntano a far emergere il mercato sommerso e rendere agevole l’individuazione di situazioni di lavoro irregolare.

 

 

Il commento di Sara Battisti

“Garantire diritti a questi lavoratori – è il commento di Sara Battisti, consigliera regionale del Pd – vuol anche significare produrre prodotti agricoli sicuri, di qualità e con il giusto prezzo. Una grande battaglia di civiltà, portata avanti con determinazione dalla Regione Lazio. Un ringraziamento al Presidente Zingaretti, al vicepresidente Leodori, all’assessore Di Berardino e alla commissione competente per aver portato avanti in maniera proficua un confronto attivo con le parti sociali e gli operatori del settore”.

Proroga per gli operatori della giustizia

“All’interno della legge, inoltre, abbiamo voluto inserire anche una norma che riguarda un altro settore in cui vi sono lavoratori non tutelati. Si tratta dell’emendamento che proroga, fino a marzo 2020, gli operatori precari della giustizia: un provvedimento doveroso, per dare un minimo di garanzie a lavoratori e alle loro famiglie che continuano a vivere nell’incertezza”.

“Parliamo – ha continuato la consigliera – di persone che vivono da anni una situazione di precariato e di paghe molto basse, nonostante abbiano svolto negli ultimi anni un servizio efficace per la giustizia italiana. Sappiamo bene che i tribunali hanno moltissimo lavoro arretrato da smaltire e, data la carenza di organico, le collaborazioni con i cosiddetti tirocinanti della giustizia sono fondamentali anche per far proseguire la normale attività ordinaria”.

“Abbiamo chiesto un confronto al Governo su questa tema – ha concluso la Battisti – ma ancora non siamo giunti a una soluzione tecnica condivisa per poter risolvere una vicenda che si protrae da dieci anni. A queste donne e questi uomini dobbiamo restituire dignità lavorativa salvaguardando nel contempo l’efficienza della giustizia italiana”.

Redazione

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