Forza Italia, Ciccone critico con la decisione di Berlusconi
“Ormai siamo di fronte all’imponderabile. Silvio Berlusconi con la nomina del nuovo coordinamento nazionale, dimostra di non voler cambiare nulla. Riesuma un progetto vecchio più di un anno, ormai fuori tempo, che non potrà essere la risposta alle istanze di un elettorato che sta abbandonando Forza Italia. Emerge invece che, chi non la pensa come il ‘padrone’, viene messo alla porta”. Così il coordinatore provinciale di FI Tommaso Ciccone.
L’analisi
“C’era una grande opportunità, quella di iniziare un’opera di rigenerazione all’interno di Forza Italia, attraverso un progetto condiviso – non solo a livello centrale del partito ma soprattutto con i quadri dirigenti che provengono dai territori – che si è rivelato inutile dopo la nomina di oggi. E’ chiaro che Berlusconi dimostra di non voler sentire nessuno, ma di voler continuare a gestire in modo autoritario senza, contraddittorio, un partito che resterà indissolubilmente legato alla sua persona”.
“Se questo, per una fase storica, è stato il motivo di grande successo per Forza Italia, oggi è il suo più grande limite e sarà anche la causa della sua estinzione. L’analisi, da me operata qualche giorno fa, sulla natura stessa di Forza Italia, si è dimostrata quanto mai veritiera e aderente alla realtà. Forza Italia, per sua stessa natura, è incapace di rigenerarsi e di rinnovarsi: questo a causa del suo stesso fondatore e capo assoluto, Silvio Berlusconi”.
C’è mancanza di rispetto
“Una decisione, quella di Berlusconi, che non può essere condivisa soprattutto perché dimostra la totale mancanza di rispetto nei confronti di chi – pensandola diversamente dal capo – ha la presunzione di voler proporre linee politiche e progettualità diverse. Sono profondamente deluso da tutto ciò e da questo nuovo giro di valzer di Silvio Berlusconi, che dimostra di non avere le idee chiare sul futuro del partito e di essere unicamente interessato a gestire in maniera autoritaria, insieme a una cerchia ristretta di fedelissimi, ciò che resta di questo partito”.
La fine del partito
“Bisogna prendere atto, a mio avviso, che Forza Italia finisce proprio nell’anno del suo 25° anno dalla sua fondazione. Mi sembra grottesco pensare che un partito possa rinascere affidando la gestione a un ristretto gruppo di nominati che si apre alla collaborazione di gruppi politici ridotti all’estinzione come quelli capeggiati da Cesa, Rotondi e Lupi”.


