Cassino, I furbetti dell’acqua: su 2.500 utenze verificate oltre 700 sono abusive

Quasi un’utenza ogni tre è abusiva. Le verifiche condotte da Acea Ato 5 sulle forniture idriche del centro di Cassino hanno dato riscontri clamorosi: su 2.500 posizioni verificate è emerso che oltre 700 sono risultate sostanzialmente abusive. Abitazioni, negozi o attività che hanno l’acqua completamente gratis e da sempre.

Utenze non censite

Tali utenze, infatti, pur se dotate di contatore dei consumi, non risultano censite né negli elenchi del Comune di Cassino, che fino a due anni fa gestiva il servizio acquedotto, né tra quelli dell’attuale gestore Acea Ato 5; utenze che non hanno mai ricevuto fatture, né dal Municipio in precedenza, né ora dal gestore unico.

presidente acea il corriere della provincia
Il presidente di Acea Stefano Magini

Acea segnala il caso a sindaco e prefetto

Una situazione di diffusa illegalità che ha costretto il presidente di Acea Ato 5, Stefano Magini, a segnalare il caso alla nuova amministrazione comunale della Città martire, guidata dal sindaco Enzo Salera, e alla Prefettura di Frosinone a cui è stato chiesto supporto al fine di convocare un incontro tra gestore e Comune.

Nella missiva, Acea rappresenta di aver acquisito la gestione del servizio idrico nel centro di Cassino dal 1° luglio 2017, ereditando una serie di criticità gestionali sia sul profilo della manutenzione che prettamente amministrativo. Ha quindi avviato un’attività di approfondita verifica del database comunale delle utenze trasferite, riscontrando fin da subito numerosi allacci attivi ma non censiti e quindi non contrattualizzati.

Rischi pesanti

Una situazione di assoluta gravità, come denuncia la società di gestione, suscettibile anche di profili penalmente rilevanti.  Nella segnalazione fatta anche al prefetto Ignazio Portelli, si evidenzia come tale stato di cose si differenzi dal caso in cui l’utente si allaccia abusivamente alla rete pubblica, poiché, nelle situazioni fin qui riscontrate, le utenze risultano provviste di misuratore a suo tempo evidentemente installato dal Comune, senza tuttavia che a ciò siano seguiti la contrattualizzazione dell’utenza, l’invio delle fatture e i pagamenti. Insomma, in questo caso si potrebbero prefigurare responsabilità dirette anche dell’ente comunale e dei responsabili che in passato si sono occupati del servizio idrico.

Il gestore idrico sollecita un confronto

Per questo Acea Ato 5 chiede un confronto con il Comune al fine di definire tempi e modi per contrastare il fenomeno descritto, nella consapevolezza che, vista la mole di utenze interessate – a regime potrebbero superare le 3-4.000 – e visto il contesto territoriale di accentuata ostilità nei confronti del gestore (e forse se ne capisce ora meglio anche il perché!), non appare percorribile la strada dei distacchi massivi e della conseguente obbligatoria segnalazione alla Procura della repubblica (che finirebbe inondata di denunce), con il rischio, inoltre, di problemi d’ordine pubblico e di sicurezza per gli operatori Acea.

D’altro canto, lo stesso presidente Magini ha auspicato l’instaurazione – a differenza del passato – di forme di collaborazione con il Comune così da favorire la migliore e più efficace gestione del servizio, a garanzia degli stessi utenti.

 

Redazione

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