Studentessa cinese allo Spallanzani: Accademia chiusa e summit in prefettura

Oltre alla coppia cinese in condizioni discrete risultata positiva al coronavirus, sono ricoverati all’ospedale Spallanzani di Roma altri 32 pazienti provenienti da zone della Cina colpite dell’epidemia, che sono stati sottoposti ai test. Tra loro anche una ragazza che studia all’Accademia di Belle Arti di Frosinone.

L’intervento

La ragazza è rientrata dalla Cina lo scorso 27 gennaio dopo una breve vacanza in Asia. Al presentarsi dei sintomi influenzali, febbre alta e difficoltà respiratorie, ha allertato il 118. Quindi si è deciso il trasferimento nel centro specializzato capitolino dove saranno gli accertamenti a stabilire se possa aver contratto o meno il virus. Per tale motivo è stata decretata anche la temporanea chiusura dell’Accademia. Intanto in prefettura è in corso un comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica.

Il summit

Intanto si sono riuniti in Prefettura i Sindaci dei Comuni di Frosinone e Cassino, il Presidente della Provincia, i vertici delle Forze dell’Ordine e il Comandante dei Vigili del Fuoco, la direzione Generale della ASL e della ARES per una prima riunione tecnico operativa sul tema degli aspetti sanitari legati alla situazione connessa all’emergenza sanitaria in Cina.

Gli esperti sanitari, nel dichiarare che il problema è attentamente seguito, hanno reso edotti i presenti circa gli aspetti legati allo sviluppo e trasmissione del virus, rassicurando sul numero ridotto dei casi in osservazione presso l’Ospedale Spallanzani di Roma trattati in modo professionale e serio.  Sono state esaminate nel corso dell’incontro modalità di comunicazioni e procedure per informare i cittadini, gli Enti e le Forze dell’Ordine coinvolte, evitando in questo modo la diffusione di notizie infondate, esagerate o prive di scientificità.

Le parole di Ippolito

“Il contagio, comunque, avviene solo da chi ha già i sintomi manifesti della malattia” ha spiegato il direttore scientifico dello Spallanzani, Giuseppe Ippolito. “Se i casi importanti, quelli positivi, sono identificati in stato precoce, allora c’è un rischio da basso a molto basso”, ha aggiunto Ippolito, spiegando che “la dimensione dell’epidemia non è valutata su scala nazionale”. Ippolito ha poi detto: “È presto per parlare di vaccini, anche se le piattaforme sono state attivate. Speriamo di chiudere questo focolaio prima che sia pronto il vaccino. Bisogna evitare allarmismi ma dire che non ci saranno altri casi sarebbe non guardare in faccia la realtà”. Ha concluso.

Redazione

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