C’era un ragazzo di Sinistra. Oggi è presidente del Consiglio del Lazio
All’incirca vent’anni fa, a Tecchiena di Alatri, Buschini era per tutti semplicemente Mauro, il figlio di Renato. Con i valori e i sogni di chi alla politica ci crede davvero nel senso ‘taumaturgico’ dell’azione sociale. Da lì è cominciata la sua folgorante ascesa politica che lo ha portato alla presidenza del Consiglio regionale.
Era il 1995 – lo ha raccontato lui stesso, in atmosfera amarcord, tra gli amici che ieri pomeriggio hanno festeggiato il suo nuovo incarico – quando ricevette la tessera della Sinistra Giovanile dalle mani di un altrettanto giovane Nicola Zingaretti, oggi suo punto di riferimento alla Pisana.
Il lungo cammino accanto a De Angelis
Eh sì, perché il padre politico, la guida che lo ha accompagnato da sempre e fino all’ultimo traguardo è colui che si è autodefinito un ‘animale politico’ e ha dimostrato di essere, in realtà, anche uno ‘da palcoscenico’. È stato lui, Francesco De Angelis, a dettare tempi, silenzi e strategie affinché il suo erede naturale fosse adeguatamente pronto per occupare i ruoli che contano.

Lo ha portato nelle sezioni e per i paesi, a rappresentare il partito, a coglierne spirito e valori, a rivendicarne la centralità sullo scacchiere politico. Ieri era certamente il più orgoglioso di tutti, quando lo ha presentato, dopo una carrellata di interventi e saluti (Luca Fantini, Sara Battisti, Daniele Leodori e Massimiliano Smeriglio), ad amici e sostenitori che hanno gremito il ristorante ‘Porca Vacca’.
Il discorso di Buschini
Il ‘festeggiato’ ha iniziato dalla fine. Dai ringraziamenti a quanti lo hanno sostenuto da sempre, perché, ha detto, “quello che raccogliamo oggi è un risultato reso possibile soltanto grazie al vostro sostegno e alla vostra fiducia”. Poi ha riavvolto il nastro.
“È sempre grazie a voi, se un ragazzo cresciuto qua, senza grandi poteri economici alle spalle né protettorati pesanti, si è avvicinato alla politica passando per i valori che l’hanno sempre contraddistinto, restando con la schiena dritta e con gli occhi fissi in quelli della gente, conservando intatti lo spirito, la passione e l’idea che sono stati all’origine di tutto”.
I passaggi su Leodori e Smeriglio
Quindi l’impegno nel suo nuovo ruolo di presidente del Consiglio regionale del Lazio, i ringraziamenti “all’amico vero e sincero Daniele Leodori“, suo predecessore e gli insegnamenti del ‘maestro politico’: “Quando arrivai in Regione, Francesco (De Angelis) mi disse: per i primi sei mesi, in quell’aula, non parlare. Ascolta, studia, cerca di capire e quando prendi la parola devi sapere che non puoi e non devi sbagliare. Lo devi a questa terra”.

Un passaggio anche sul suo ex collega di giunta, oggi candidato alle Elezioni europee, il vicepresidente della Regione Lazio, Massimiliano Smeriglio: “Abbiamo affrontato insieme non poche difficoltà, con un approccio rimasto umile. La sua candidatura non è una necessità di riequilibrio politico, di riempimento di caselle: è la dimostrazione di quello che vogliamo fare del Pd e nel Pd. Lo vogliamo cambiare, allargare, aprire a tante culture senza conte numeriche, né discussioni polemiche. Fino a qualche anno fa eravamo diventati un partito isolato, quasi solo: invece noi riformisti dobbiamo dimostrare di essere coinvolgenti, capaci di allargarci e includere tutti. E siccome noi, questo nuovo Pd, vogliamo costruirlo con Nicola Zingaretti, Massimiliano ne rappresenta l’emblema”.
I frutti del lavoro e la nuova promessa
Infine l’impegno: “Quello che faremo – ha continuato Buschini rivolgendosi ai tanti amministratori presenti – è essere ancora e di più al vostro fianco. Se un primo risultato è stato quello di non lasciarvi soli ad affrontare problemi quotidiani in Comuni dove si soffre anche l’isolamento politico e amministrativo, quello successivo è restarvi accanto”.
“Penso, anche, che la cosa più grande che abbiamo fatto è stata quella di restituire credibilità e forza a un’istituzione come la Regione, che non pagava nulla, nemmeno le borse di studio. Questo è il senso del lavoro che abbiamo portato avanti e che dobbiamo continuare a fare: i segnali che possiamo diventare più forti ci sono tutti. Il clima è diverso e su questo dobbiamo fondare anche le prossime elezioni amministrative di maggio: ridare forza ai segretari di circolo, riaprire le sezioni, tornare a discutere e ragionare, fino a notte fonda, per trovare una sintesi. Questa grande squadra ha successo dentro un grande contesto territoriale, politico ma anche dentro un grande rapporto di amicizia“.

L’invito all’allenatore
La conclusione non poteva che essere rivolta a De Angelis: “Basta con la storia dell’allenatore: noi ti vogliamo in campo e quindi la partita la giochiamo con le punte tutte schierate. Io, qui e oggi, ti dico grazie per tutto quello che abbiamo fatto, per dove siamo arrivati e per dove arriveremo. E, soprattutto, perché quel ragazzo ce l’ha fatta anche grazie a te!”.
Poi birra e panini sulle note di Vasco e Jovanotti. Un po’ come finivano le vecchie feste dell’Unità. Un modo come un altro per dire che la politica si nutre ancora di quella gente e di quei valori.

Giornalista dei quotidiani online “Il Corriere della Provincia” e “TuNews24.it” e del settimanale “Tu News”, ha collaborato anche con il mensile “Qui Magazine” oltre che con il settimanale “Qui Sette”; è stata inoltre Caposervizio del quotidiano “‘Ciociaria Oggi” e Caporedattore de “Il quotidiano della Ciociaria”. Collabora con la rivista “Chic Style”.

