giovedì 25 Aprile 2024
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L’ulivo e l’olio: storia, tradizione e attualità. Il primato del Lazio e tanto altro

Il patrimonio olivicolo italiano rappresenta un’importante risorsa per il nostro Paese. Ma c'è ancora molto da lavorare per sostenere le aziende

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Il patrimonio olivicolo italiano rappresenta un’importante risorsa per il nostro Paese. Dal punto di vista paesaggistico l’olivo è in grado di creare scenari pittoreschi, caratterizzati  dalla presenza di una pianta sempreverde, dal portamento elegante e dai cangianti riflessi argentei. Impreziosisce colline e pianure, preservando e tutelando l’ambiente, contrastando la desertificazione, il dissesto ambientale ed idrogeologico.                                       

L’Olivo, (Olea europaea), è una pianta legata anche alla cultura, alla storia e alle tradizioni. Nell’antica Grecia l’olio veniva chiamato ”Elaion”, (da cui deriva la parola “Elaiotecnica“ ovvero la tecnica utilizzata nella lavorazione delle olive e finalizzata alla produzione di olio), nella cultura latina veniva denominato “Oleum”La sua storia è millenaria e risale a circa 6000 anni fa.

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E’ la Siria la sua terra di origine, ma presto si diffuse in Grecia e in tutto il bacino del Mediterraneo. Questa pianta  è stata considerata da sempre il simbolo della pace (la colomba tornò all’Arca di Noè portando un rametto di Ulivo), ma da sempre emblema anche di sacralità, spiritualità, rinascita e purificazione.

Nella Bibbia è nominata molteplici volte. Gerusalemme è nota a tutti anche per il “Monte degli Ulivi”. Ai vincitori Ateniesi venivano offerte una corona di foglie di ulivo e un’ampolla di olio. Gli antichi Romani premiavano i vincitori con corone realizzate intrecciando ramoscelli di olivo. I lottatori Romani e Greci usavano trattare, con purissimo olio, il loro corpo prima di ogni gara, per ridurre la presa durante il combattimento.

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La Dea Atena si batté contro Poseidone, Fratello di Zeus e Signore del Mare, per il dominio sull’Attica. Avrebbe vinto chi avesse omaggiato gli abitanti con il dono più originale. Poseidone, colpendo con il tridente il suolo, fece balzare fuori il cavallo, considerato imbattibile nella corsa e resistente nelle battaglie; Atena, battendo il suolo con la sua lancia, fece germogliare una pianta dalle foglie argentee che produsse piccoli frutti scuriEra l’Ulivo, la pianta più nobile tra quelle che proliferarono sulle sponde del Mediterraneo.

La cultura dell’olio è arrivata a noi attraverso gli ordini religiosi dei Benedettini e dei Cistercensi, i quali insegnarono e spronarono i contadini a dedicarsi alla coltura dell’olivo ravvisando in essa una potenziale fonte di reddito. Plinio il Vecchio nomina già, circa 15 tipi di diverse varietà. 

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L’importanza dell’olio e dell’ulivo oggi

Nel tempo la produzione dell’olio ha avuto una grande evoluzione ed oggi è considerato ”l’alimento” e non ”il condimento” principe della dieta Mediterranea soprattutto per il profilo nutrizionale ricco di straordinarie sostanze benefiche per la salute.

L’olio extravergine di oliva di qualità, consumato a “crudo” è in grado di avere un ottimo impatto con il funzionamento del  metabolismo in generale Questo significa che le persone in sovrappeso o obese, possono fare affidamento sulle grandissime capacità che ha l’acido oleico di attivare meccanismi di smaltimento dei grassi. (Carla Ferreri studiosa di Lipidomica, primo Ricercatore presso l’ISOF-CNR nell’Area di Ricerca di Bologna).

L’Italia, oggi, è il primo paese al mondo a possedere una quantità considerevole di cultivar. Sono oltre 500 le varietà di ulivi che danno origine ad un’importante e singolare  biodiversità generando oli dai profili sensoriali unici ed aromi di spiccato interesse organolettico .

Tale peculiarità rende “insuperabili ” gli oli di provenienza Italiana. Dai suoi frutti si ricava uno dei più preziosi prodotti della terra: l’Olio Extravergine di olivaSono circa 150 milioni le piante facenti parte del patrimonio olivicolo Italiano. L’olivicoltura è maggiormente presente nelle regioni meridionali ed insulari in particolare le maggiori estensioni si riscontrano in Calabria, Puglia, Campania, Sicilia, Lazio, Sardegna, Basilicata e Toscana. E’ comunque presente in 18 regioni su 20.

Il Lazio si colloca tra le 5 principali regioni italiane produttrici di olio di oliva, non  tanto nelle quantità, quanto nella caratterizzazione dei diversi areali di coltivazione che compongono il paesaggio dell’olivicoltura lazialeIn particolare, nei differenti ambiti provinciali la presenza di una o più cultivar dominanti, associata alle caratteristiche di natura pedoclimatica, ne determinano le qualità organolettiche dei relativi oli extravergini.

Nel Lazio sono in crescita gli oli extravergini di qualità anche con spiccate punte di eccellenza. Restano tuttavia da risolvere i problemi strutturali di ambito. Sono molte le   aziende a bassissima specializzazione. Importante è il rinnovamento varietale dell’olivicoltura regionale. 

Alcune importanti cultivar autoctone sono state codificate negli ultimi anni dall’Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione dell’Agricoltura del Lazio. Ciò consente di studiarne non solo il grado di adattamento all’ambiente  ma di scoprirne profili sensoriali unici legati alla singola varietà. 

Questo ha  permesso nel corso degli anni di sperimentare diverse tecniche di coltivazione, fornendo un contributo alla razionalizzazione delle stesse, con particolare attenzione alle soluzioni innovative applicabili nella fase di raccolta e al miglioramento della qualità delle produzioni. 

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Eleonora Quattrociocchi
Eleonora Quattrociocchi
Farmacista e docente di chimica, tecnologie chimiche e Scienza degli alimenti. Vice Capo Panel presso LAMeT dell’Università di Cassino. Tecnico esperto assaggiatore di oli vergini ed extravergini di oliva. Membro Panel presso la Camera di Commercio di Frosinone. Per il quotidiano online TuNews24.it cura la rubrica ‘RiscopriamOLI’.
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