Il fantasma del bambino di Sermoneta è ancora un mistero che aleggia attorno ad uno dei borghi più antichi e meglio conservati del Lazio! I molti secoli sono scivolati su queste pietre antiche lasciandole pressoché intatte. Tra i monumenti meglio conservati dell’architettura medievale del Lazio, senza dubbio c’è proprio il Castello Caetani; che spicca e delinea un’area che sembra sul serio cristallizzata nel tempo.
Il fantasma del bambino
Il castello troneggia incontrastato e sovrasta il bellissimo borgo di Sermoneta, nel fertile agro pontino, tra l’altro a pochi passi dai Giardini di Ninfa. Qui passò anche Lucrezia Borgia agli inizi del ‘500 e da allora nulla è cambiato. Nel corso dei secoli all’interno dell’imponente Castello Caetani, hanno dimorato illustri sovrani e vari pontefici.

Nel XII secolo, Sermoneta era di proprietà del Vaticano, nel 1222 fu possedimento degli Annibaldi e nel 1297 fu acquisita dai Caetani che ne rimasero i proprietari molto a lungo. Eppure, il fantasma di Sermoneta fa ancora parlare di sé. Sembra che un fantasma sfuggente che sovente si è palesato, si aggirerebbe tra le mura antiche del castello. A dire il vero, allo sguardo attento del visitatore piùsensibile, non sfugge affatto una certa atmosfera sospesa, rarefatta e lattiginosa.
Il fantasma di Sermoneta
Ogni angolo di Castello Caetani cela e svela al contempo un passato in cui guerre, potere, amori e intrighi di sangue e misteri si fondono e finiscono in un plumbeo pozzo. Tra le vicende, la storia del bambino che morì in circostanze misteriose, è sfilacciata nel tempo, ma dopo secoli sopravvive e molti la raccontano ancora; anche se con qualche timore, sottovoce. Borgo davvero antico quello di Sermoneta; il cui nome sembra derivi dai romani che, dopo aver conquistato questa città, l’avevano rinominata “Sora Moneta” in onore di una precedente vittoria. Una vittoria ottenuta grazie alla protezione della dea Giunone Moneta.
Da “Sora Moneta” divenne Sermoneta e fu a lungo una colonia romana. Di quest’epoca sono stati rinvenuti i resti di una villa su un monte vicino a Sermoneta. E degli antichi templi; su cui poi nel medioevo furono costruite alcune chiese della città.
Castelli del Lazio
Visitando quelle mura, nei giorni miti, se si è fortunati, le feritoie di Castello Caetani, consentono d’ammirare il Promontorio del Circeo, testimone muto. Il castello fu costruito dalla famiglia Annibaldi nel XIII secolo. Come ogni fortezza nel punto più alto del borgo di Sermoneta; luogo strategico per il controllo della Via Pedemontana, al tempo, unico collegamento tra le città di Roma e Napoli.
A quanto pare, un tragico delitto ebbe luogo nel maniero. Ancora si racconta di un bambino deceduto violentemente nei sotterranei. All’epoca, diversi testimoni giurarono d’aver sentito dei lamenti strazianti provenire dalle stanze signorili; altri affermavano anche d’aver visto il bambino. Tutti erano certi d’aver riconosciuto la voce del piccolo Principe raffigurato in uno dei quadri del Salone del Cardinale, la cui identità, resta un mistero. Orbene, resta muto il quadro raffigurante quello che sembrerebbe essere proprio un piccolo principe; forse caduto in disgrazia per giochi di potere.
Il castello di Sermoneta e Il fantasma del bambino
Probabilmente, tra quelle mura che al calar della sera si fanno ancora più tetre e scure; si consumò una tragedia per squallide questioni di successione. Forse la verità resterà per sempre ignota, come le ombre e le presenze che scivolano sulle antiche pietre che ci sfuggono. Ci sono state indagini, rilevamenti, appostamenti e pare che la presenza del bimbo ci sia, lì come un’anima in pena. Cionondimeno, Sermoneta, resta uno dei borghi medievali più preservati d’Italia, pieno di cultura e di storia, e anche le sue origini si perdono nel tempo. La notorietà del borgo comincia alla fine del XIII secolo, quando Sermoneta diventa il centro principale di un vastissimo feudo, anche nell’ambito artistico e culturale. Il borgo, con le sue mura di cinta, torri semi cilindriche e un castello ben conservato, incute ancora un certo timore reverenziale.
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