giovedì 5 Dicembre 2024
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Se si sosta in un matrimonio infelice, si insegnano ai figli cose sbagliate sull’amore

Matrimoni all'apparenza perfetti, case perfette, figli perfetti

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Poi entri in quelle case, hai a che fare professionalmente o amichevolmente con uno dei coniugi e scopri, come spesso accade, che vivono una vita parallela, sognano l’amore proibito con quel tizio o quella tizia conosciuta a lavoro, durante una cena o ad una noiosa riunione in ufficio.

C’è chi quell’amore proibito lo confina nella parte più intima di se’ e chi invece se lo vive, rischiando che termini per poi iniziarne uno diverso alla prossima occasione. Perché il “finché morte non ci separi” in realtà è già avvenuto, si è morti dentro, l’uno per l’altra, quella passione, quel coinvolgimento, quell’attenzione non ci sono più, hanno lasciato il posto a foto belle ma finte, dai colori vivi, in contrasto col grigiore di una noiosa quotidianità.

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Mogli ignare ma felici, mariti ignari, segretamente o dichiaratamente consapevoli, ma si sa, può accadere. Dopo tanti anni ci sta, se si ama davvero tutto si affronta e supera. Poi la famiglia è sacra, quella sulla carta, quella vera deve immolarsi, sacrificarsi in nome di un conto in banca, di proprietà che divise non sono l’intero, in nome di una finta tranquillità che urla in macchina, che impreca volgarmente contro un figlio, magari usato come scudo per evitare che il marito o la moglie si avvicini a quello che una volta era il letto coniugale, ammesso che si provi ancora una rimanenza di desiderio sessuale nei confronti del coniuge.

Queste cose sono realtà ascoltate, raccontate con le lacrime agli occhi, sopportate e detestate, affrontate e mai risolte, trascinate a fatica, anteposte all’autenticità degli animi, costretti a non dire, a non condividere, a tremare dentro sognando l’altrove, a gestire dinamiche pericolosamente scomode.

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Per carità, esiste anche l’altra faccia della medaglia, matrimoni felici, realtà degne di stima e ammirazione. Ciò che è pericoloso è tollerare una realtà che rosicchia pian piano la nostra essenza, un legame che sentiamo non ci corrisponde più e che trasciniamo a fatica perché il “finché morte non ci separi “deve essere difeso fino alla fine per i figli, per non farli soffrire, perché hanno bisogno di mamma e papà che siano anche moglie e marito, altrimenti non si può essere genitori veri.

I figli hanno bisogno di verità, di non essere presi in giro, hanno bisogno di amore, di una madre e un padre in sintonia e non di una moglie e un marito che non si sopportano più o che giocano a “facciamo finta che…”. Se si sosta in un matrimonio infelice, si insegnano ai figli cose sbagliate sull’amore.

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Marcella Ciapetti
Marcella Ciapetti
Pedagogista clinico, la dottoressa Marcella Ciapetti si occupa del disagio della persona di ogni età, accompagnandola, attraverso metodi e tecniche proprie della pedagogia clinica, a scoprire risorse e potenzialità funzionali al ripristino di sani equilibri, funzionali ad un sano ben-essere. Su TuNews24.it cura la rubrica settimanale “Diversa…Mente”. Nata a Roma nel 1974, nel 2001 si laurea in Scienze dell’Educazione – Esperto in processi formativi, presso l’Università degli Studi di Cassino. Nel 2009 si specializza in Pedagogia clinica presso l’Isfar (Istituto Formazione, Aggiornamento e Ricerca) di Firenze. Nel 2010 si forma in Consulenza tecnica e peritale (Ctu-Ctp) presso ISFAR - Firenze. Nel 2011 partecipa al Workshop “Adhd – Disturbo da deficit di attenzione/iperattività: strategie cliniche e didattiche” presso Isfar – Firenze. Vive a Frosinone, svolge la libera professione e collabora da diversi anni con lo sportello anti-violenza dell’Auser del Frusinate, accogliendo donne e minori vittime di violenza, collabora a progetti educativi e di sostegno emotivo e didattico per giovani in età scolare. Ha scritto due libri, “Quinto diario d’amore” (Aletti Editore, 2017) e l’ultimo uscito a novembre 2020, “Quel che resta sulla mia pelle” (TraccePerLaMeta Edizioni), nei quali si raccontano storie di vita vissuta da parte di adulti e giovani in disagio emotivo-comportamentale-relazionale. Inoltre ha scritto un racconto dal titolo “Guia”, pubblicato con Aletti editore, nell’ambito del progetto “Salvatore Quasimodo legge i narratori italiani contemporanei”, affrontando le criticità che un genitore può vivere alle prese con le prime delusioni d’amore dei figli.
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