Guerra
Facendo qualche piccola ricerca, scopro che la parola guerra si ricollega all’antico tedesco werra, un termine che esprime l’idea della mischia, del groviglio, della scontro disordinato. Quest’idea di confusione, di disordine, di aggrovigliamento di corpi che provano a distruggersi l’un l’altro, la dice lunga sulla guerra, evidenziando come essa comporti, nella maggior parte dei casi, l’eclissi totale di ogni barlume di umanità. (www.etimoitaliano.it)
Eppure non trascorre un solo giorno senza parlare di rispetto, di dignità dell’essere umano.
Qualcosa non va
Non sono esperta di politica internazionale, il mio punto di vista nasce dalle domande di chi, come me, vive in uno stato d’animo compromesso dalla paura che qualcosa di brutto e irreversibile possa accadere a casa nostra, alle persone alle quali vogliamo bene, alla nostra quotidianità che, in questo momento, non ci sembra poi così male.
Tanti giovani e bambini ascoltano, osservano, sono confusi e impauriti da ciò che sta accadendo. La guerra la associamo alla morte, alla sofferenza, al dolore, alla perdita, alla paura. La guerra è questo. Cosa poter dire allora? Come poter permettere loro di proseguire il proprio percorso di vita in serenità e tranquillità, come è giusto che sia?
Partendo dalla quotidianità
In fondo si tratta di saper gestire le relazioni tra le persone nel rispetto reciproco, nel dialogo, nella condivisione del proprio punto di vista, senza cadere nella trappola della “legge del più forte”.
È una legge che impone la prevaricazione, l’annientamento dell’altro. Ne abbiamo esempio ogni giorno, in questo momento anche da chi riveste ruoli di importanza internazionale, ruoli che non dovrebbero mai avere il potere di decidere sulla vita di tante persone.
Per tentare di debellare la legge del più forte, occorre trasmettere il seme del rispetto, del dialogo, dell’importanza di saper disinnescare, della tolleranza alle frustrazioni, a tutti i livelli. A cominciare dall’esempio che ciascuno di noi, nel proprio piccolo o grande ambito, può dare. Forse dovremmo rivedere anche le informazioni o i messaggi che passano attraverso i media, la tecnologia, la politica, la musica…
Inoltre, adottare sempre un approccio tranquillizzante, fiducioso da parte delle figure di riferimento, può aiutare a passare il messaggio che è vero, nel mondo possono aver luogo eventi terribili per mano dell’uomo, ma dobbiamo avere fiducia negli organi competenti atti a salvaguardare la pace.
Spieghiamo ai bambini e ai giovani cosa sta accadendo, ci può essere utile per mostrare loro che è possibile gestire i conflitti anche attraverso un’altra strada, una strada che non comporta morte, sofferenza, dolore e perdita.
Il più forte è chi rispetta, chi protegge il bene, chi disinnesca, chi salvaguarda la vita. Questa è la legge del più forte.