martedì 19 Marzo 2024
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E’ guerra. Come parlarne?

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Guerra

Facendo qualche piccola ricerca, scopro che la parola guerra si ricollega all’antico tedesco werra, un termine che esprime l’idea della mischia, del groviglio, della scontro disordinato. Quest’idea di confusione, di disordine, di aggrovigliamento di corpi che provano a distruggersi l’un l’altro, la dice lunga sulla guerra, evidenziando come essa comporti, nella maggior parte dei casi, l’eclissi totale di ogni barlume di umanità. (www.etimoitaliano.it)
Eppure non trascorre un solo giorno senza parlare di rispetto, di dignità dell’essere umano.

Qualcosa non va

Non sono esperta di politica internazionale, il mio punto di vista nasce dalle domande di chi, come me, vive in uno stato d’animo compromesso dalla paura che qualcosa di brutto e irreversibile possa accadere a casa nostra, alle persone alle quali vogliamo bene, alla nostra quotidianità che, in questo momento, non ci sembra poi così male.
Tanti giovani e bambini ascoltano, osservano, sono confusi e impauriti da ciò che sta accadendo. La guerra la associamo alla morte, alla sofferenza, al dolore, alla perdita, alla paura. La guerra è questo. Cosa poter dire allora? Come poter permettere loro di proseguire il proprio percorso di vita in serenità e tranquillità, come è giusto che sia?

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Partendo dalla quotidianità

In fondo si tratta di saper gestire le relazioni tra le persone nel rispetto reciproco, nel dialogo, nella condivisione del proprio punto di vista, senza cadere nella trappola della “legge del più forte”.
È una legge che impone la prevaricazione, l’annientamento dell’altro. Ne abbiamo esempio ogni giorno, in questo momento anche da chi riveste ruoli di importanza internazionale, ruoli che non dovrebbero mai avere il potere di decidere sulla vita di tante persone.
Per tentare di debellare la legge del più forte, occorre trasmettere il seme del rispetto, del dialogo, dell’importanza di saper disinnescare, della tolleranza alle frustrazioni, a tutti i livelli. A cominciare dall’esempio che ciascuno di noi, nel proprio piccolo o grande ambito, può dare. Forse dovremmo rivedere anche le informazioni o i messaggi che passano attraverso i media, la tecnologia, la politica, la musica…
Inoltre, adottare sempre un approccio tranquillizzante, fiducioso da parte delle figure di riferimento, può aiutare a passare il messaggio che è vero, nel mondo possono aver luogo eventi terribili per mano dell’uomo, ma dobbiamo avere fiducia negli organi competenti atti a salvaguardare la pace.
Spieghiamo ai bambini e ai giovani cosa sta accadendo, ci può essere utile per mostrare loro che è possibile gestire i conflitti anche attraverso un’altra strada, una strada che non comporta morte, sofferenza, dolore e perdita.
Il più forte è chi rispetta, chi protegge il bene, chi disinnesca, chi salvaguarda la vita. Questa è la legge del più forte.

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Marcella Ciapetti
Marcella Ciapetti
Pedagogista clinico, la dottoressa Marcella Ciapetti si occupa del disagio della persona di ogni età, accompagnandola, attraverso metodi e tecniche proprie della pedagogia clinica, a scoprire risorse e potenzialità funzionali al ripristino di sani equilibri, funzionali ad un sano ben-essere. Su TuNews24.it cura la rubrica settimanale “Diversa…Mente”. Nata a Roma nel 1974, nel 2001 si laurea in Scienze dell’Educazione – Esperto in processi formativi, presso l’Università degli Studi di Cassino. Nel 2009 si specializza in Pedagogia clinica presso l’Isfar (Istituto Formazione, Aggiornamento e Ricerca) di Firenze. Nel 2010 si forma in Consulenza tecnica e peritale (Ctu-Ctp) presso ISFAR - Firenze. Nel 2011 partecipa al Workshop “Adhd – Disturbo da deficit di attenzione/iperattività: strategie cliniche e didattiche” presso Isfar – Firenze. Vive a Frosinone, svolge la libera professione e collabora da diversi anni con lo sportello anti-violenza dell’Auser del Frusinate, accogliendo donne e minori vittime di violenza, collabora a progetti educativi e di sostegno emotivo e didattico per giovani in età scolare. Ha scritto due libri, “Quinto diario d’amore” (Aletti Editore, 2017) e l’ultimo uscito a novembre 2020, “Quel che resta sulla mia pelle” (TraccePerLaMeta Edizioni), nei quali si raccontano storie di vita vissuta da parte di adulti e giovani in disagio emotivo-comportamentale-relazionale. Inoltre ha scritto un racconto dal titolo “Guia”, pubblicato con Aletti editore, nell’ambito del progetto “Salvatore Quasimodo legge i narratori italiani contemporanei”, affrontando le criticità che un genitore può vivere alle prese con le prime delusioni d’amore dei figli.
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