“Avevo per un po’ lasciato la politica attiva perché pensavo che in amministrazione ci potesse essere gente competente a prescindere da me. Invece ho dovuto ricredermi: a dieci anni di distanza niente di buono, tolta la figura del sindaco Nicola Ottaviani, che oggettivamente ha monopolizzato il dibattito politico-amministrativo, anche con meriti, soprattutto nei primi 5 anni, in cui la città ha proseguito in un discorso di sviluppo, paradossalmente utilizzando le tantissime cose che aveva lasciato da compiere (ma di fatto realizzate) Michele Marini. Tra le tante, le importanti opere ‘Plus di Corso Lazio’ (il complesso con campo di calcio, scuola Pollicino, asilo nido e centro sociale integrato o le nuove scuole come quella del quartiere Cavoni e di via Fedele Calvosa”. Così ha esordito Andrea Turriziani, spiegando i motivi che l’hanno portato a ricandidarsi al Consiglio comunale di Frosinone nelle elezioni Comunali del prossimo 12 giugno.
Il nuovo stadio, il parco delle terme e le inutili inaugurazioni
“L’apoteosi dell’intelligenza del sindaco – continua Turriziani facendo un’analisi degli ultimi anni politico-amministrativi di Frosinone – si è completata con la vicenda del nuovo stadio, dove però avrebbe dovuto fare qualcosa di più. Il project financing era un’opera che la città assegnava ad un privato perché la realizzasse e il privato avrebbe avuto un ristoro tramite un intervento di edilizia privata. Il fatto che il privato in dieci anni non è stato in grado di avere le forze finanziare per poter fare quell’intervento di riqualificazione dello stadio è un danno erariale, perché per un decennio si è avuta una zona della città bloccata, dove si aveva un diritto di prelazione per fare questo progetto, non realizzato: il Comune avrebbe quindi dovuto chiedere i danni. In quei giorni ci fu anche la vicenda delle terme romane, in cui il sindaco s’inventò il parco delle terme. Quella doveva essere l’occasione nella quale, visto che il proponente di entrambi gli interventi era lo stesso, il Comune avrebbe dovuto arrivare a una transazione con lui. Chiedendo ad esempio in cambio al proponente che facesse anche il parco delle terme. Lì secondo me è finita la spinta innovativa di Ottaviani. In questi ultimi 5 anni, invece, non si è fatto niente, soltanto inaugurazioni di progetti, neanche di cantieri, che non vedranno mai la luce. E l’esempio più evidente è senz’altro quello dei Piloni, dove ancora non ci sono neanche le transenne”.
“Inutile lavorare di annunci”
“Noi dobbiamo tornare in campo con lista Marini per rimettere a posto le cose – tiene a specificare il candidato consigliere – perché non basta lavorare di annunci come il sindaco ha fatto, ad esempio su Acea: ricordo quanto Ottaviani tappezzò Frosinone di manifesti in cui diceva di aver cacciato Acea, che invece ad oggi continua a fare il proprio lavoro di gestore del servizio idrico integrato della nostra provincia, in forza di un contratto. Per di più, a causa del Comune di Frosinone che non ha ancora fatto l’allaccio al secondo collettore fognario, abbiamo un sacco di appartamenti ai quali Acea non attacca l’acqua, quindi molti proprietari di immobili che vogliono affittarli o venderli non possono farlo perché non c’è l’acqua”.
L’inesistente ‘Frosinone del Fare’ e i problemi delle scuole
“Per cui – evidenzia Andrea Turriziani – è necessario invertire questa rotta, per portare al Comune di Frosinone persone che parlino di meno ma operino di più, perché la ‘Frosinone del Fare’ a cui accenna spesso il candidato sindaco Mastrangeli non esiste nella realtà. Basta vedere la manutenzione delle strade della città o degli istituti scolastici. Io vorrei che i genitori quando andranno a votare ricordassero della sofferenza che hanno provato nei confronti dei figli l’anno scorso e quest’anno, quando non si sapeva in quali classi potevano andare, con gente spostata di qua e di là, perché il Comune si ricordava a un mese dall’apertura delle scuole di fare qualche lavoro. Non dimentichiamo che il sindaco ha inventato una settimana in più di chiusura delle suole non per il covid ma perché non avevano ancora fatto i lavori di adeguamento”.
“Costa più andare a scuola in scuolabus che in taxi”
Ma Turriziani ne ha veramente tante da dire. “Vogliamo parlare del servizio di refezione scolastica, dove il Comune non mette più un euro e quindi la qualità del servizio è bassissima? Vogliamo parlare di soldi che il Comune non mette più sul servizio scuolabus? Oggi costa meno prendere un taxi. Vogliamo parlare dell’organizzazione della macchina comunale, dove grazie a ‘Quota 100’ fatta dalla Lega, il partito del sindaco, un terzo dei dipendenti del Comune è andato in pensione senza alcuna sostituzione?”.
Calo demografico o esodo?
“Siamo passati da un mondo meraviglioso che ci ha raccontato il sindaco in questi anni a una città totalmente diversa, che ha perso 5mila abitanti; e questo – analizza il candidato della Lista Marini – non è dovuto al calo demografico, come racconta l’assessore Mastrangeli, perché gli altri comuni della provincia hanno aumentato gli abitanti, è dovuto proprio a un esodo di gente che da Frosinone è andata via. Io personalmente ho almeno 40 amici del capoluogo che hanno comprato appartamenti nei paesi vicini a Frosinone”.
L’importanza dei servizi sociali e agli anziani
“Proprio perché la coperta comunale è sempre corta, come tutte le attività, i soldi non sono infiniti e occorre fare delle scelte, noi vogliamo rimettere una scala di valori nelle cose. La prima cosa da fare è aiutare chi non è aiutato a Frosinone. Michele Marini per anni, come dicono in tanti, è stato uno dei migliori assessori ai Servizi sociali in Italia e ha lasciato un meccanismo di sostegno alle persone in difficoltà fortissimo: occorre rimetterlo in piedi. Dobbiamo fare in modo – conclude Turriziani – che dopo dieci anni si apra finalmente quella struttura ai Cavoni che noi abbiamo lasciato completata, il palazzo con gli appartamenti domotizzati con sotto il centro di riabilitazione, anche se ora non c’è più quasi niente dentro perché sono stati molti i furti che si sono susseguiti negli anni. Dobbiamo rifinanziare il centro sociale integrato, perché da 250 solo 60 famiglie, ad oggi, possono avere l’assistenza domiciliare, una cosa fondamentale soprattutto in una città che invecchia sempre di più, dove l’età media si alza sempre di più e dove le persone sole sono sempre di più. Sui servizi sociali, invece, il Comune dell’attuale Amministrazione non ha presentato neanche domanda per i fondi previsti dal Pnrr: le domande scadevano il 30 maggio per la prima tranche”.