martedì 14 Maggio 2024
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La somatizzazione: quando il corpo aiuta la mente ad essere considerata

La somatizzazione è un disturbo psichico caratterizzato dalla presenza di sintomi fisici (somatici) che causano un significativo malessere

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La somatizzazione è un disturbo psichico caratterizzato dalla presenza di sintomi fisici (somatici) che causano un significativo malessere e interferiscono con le attività della persona. Nel disturbo da somatizzazione, la persona crede di avere una patologia fisica, ma i medici, non riscontrando una causa organica, non possono diagnosticarla. 

La persona con somatizzazione si trova quindi di fronte ad un mancato riconoscimento del suo disagio fisico e della causa, arrivando a vissuti di incomprensione da parte degli altri, mancanza di fiducia nei professionisti, si sente persa e a volte sviluppa stati depressivi o ansiosi, come anche tendenza all’isolamento, condotte antisociali, paranoia.

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Nella somatizzazione la mente scarica sul corpo, su un organo bersaglio, le emozioni non consapevolizzate. All’origine del disturbo infatti ci sarebbero disagi psichici, stress di vario genere, ansia, disagi emotivi. Una scarsa conoscenza dei propri stati interni e una successiva mancata gestione delle attivazioni psichiche porterebbe la psiche a incanalare il disagio su manifestazioni di tipo organico e funzionale. 

Coloro che soffrono di somatizzazione sono spesso persone molto attive ed energiche, pratiche e risolutive, che non si interrompono di fronte a difficoltà emotive, finendo col non ascoltarsi e non discernere i propri stati d’animo. Vivono una minima attivazione emotiva come forte intralcio alla loro quotidianità e non vogliono trovare spazio e tempo per ascoltare che tipo di informazione porti con sé. Questo accade perché in molti casi si è troppo impegnati e assorbiti in varie attività e non si riesce a trovare il tempo, o perché si ha paura di ascoltarsi e di stare con se stessi, o perché si pensa che l’importante è essere produttivi, positivi o capaci, e che non si possa quindi lasciare spazio a vulnerabilità di alcun tipo: in sostanza bisogna “funzionare”. 

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Ma quando non ci si ascolta per troppo tempo, il corpo aiuta la mente a richiedere cura e attenzione. 

I sintomi più comuni del disturbo sono: mal di testa, mal di schiena, problemi gastrointestinali, dolori al petto, dolori alle articolazioni, malattie della pelle, perdita di capelli, dolori agli organi genitali durante i rapporti sessuali, disfunzione erettile. Tuttavia la somatizzazione può assumere moltissime forme e causare le più diverse sintomatologie.

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È importante che i professionisti a cui si rivolge la persona la ascoltino e la assistano, ricordando che seppure non ci sono riscontri obiettivi organici, la sofferenza e il dolore fisico sono reali. Accertato poi che non ci siano effettive cause organiche, escludendo dunque un disturbo organico, si può procedere con un percorso di psicoterapia. Spesso le persone con somatizzazioni negano che il problema sia psicologico e non accettano che sia trattato in psicoterapia: si ostinano a ricercare ulteriori professionisti che possano fare una diagnosi medica. 

Questo perché innanzitutto non è così ovvio comprendere e accettare la trasformazione del disagio mentale in disagio fisico, ma anche perché un malessere psichico può intimorire maggiormente per l’aspetto ignoto che può spingere a pensare che si tratti di una condizione complessa, non facilmente identificabile né risolvibile, che occorre affrontare con impegno e continuità, diversamente da come si sarebbe gestito un malessere con eziologia organica (ad esempio un mal di schiena causato da una lesione muscolare). 

Sicuramente sono percorsi che prevedono un impegno diverso, soprattutto a livello di carico mentale, ma per risolvere il problema occorre affrontare quel qualcosa che viene nascosto sotto il tappeto, perché dopo un po’, appunto per rimanere in tema mal di schiena, i tappeti fanno le gobbe. 

La presa di coscienza da parte della persona del tipo di problema è l’inizio del percorso. Già solo identificare il dolore fisico come aspetto psichico indirizza verso un altro tipo di ascolto e di rilettura del problema stesso. L’accettazione poi può aprire la strada ad un percorso psicologico per il miglioramento.

Nel frattempo però ci si può provare a chiedere da cosa ci si stia difendendo, cosa non si voglia accettare, cosa intenda comunicare questo sintomo.

È importante avere chiaro che i problemi non si devono negare o mettere da parte con l’illusione che si autoeliminino, perché così la mente troverà dei modi, a volte anche violenti e contorti, di attirare l’attenzione sul problema. Bisogna quindi fermarsi e ascoltarsi, accettare il disagio per poterlo comprendere.

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Ilaria Del Greco
Ilaria Del Greco
Psicologa clinica, giuridica e sessuologa, la dottoressa Ilaria Del Greco su TuNews24.it cura la rubrica settimanale “Le vie della mente". Si occupa di promozione del benessere e sostegno della salute psicologica di adulti, adolescenti, bambini e coppie. Ha svolto ricerche su sessualità, adolescenza, disturbi dello spettro autistico, disturbo ossessivo-compulsivo. È stata membro della Consulta Giovani degli Psicologi del Lazio. Svolge il suo lavoro a Roma, Frosinone e Alatri, ma anche online.
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