Qualche giorno fa sono stata in una scuola media per portare avanti il terzo di quattro incontri mirati a migliorare il “clima” in classe
Certo, non bastano quattro incontri, ma è già meglio di nulla, soprattutto quando ricevi feedback positivi e rassicuranti dai destinatari degli incontri, i giovani.
Quello che è emerso è un profondo bisogno dei ragazzi di condividere ciò che quotidianamente li preoccupa, li destabilizza, arrecando loro disagio e sofferenza. Chi ha a che fare con i giovani lo sa bene…
Ma cos’è che li preoccupa? Cosa li destabilizza? Cos’è che arreca loro sofferenza ?
La lista è lunga
E fanno un gran rumore… soprattutto quando chiedi loro come si sentono piuttosto che come stanno, quando condividi con loro il significato di una parola, quando rifletti con loro sul perché i giovani manifestino così tanta rabbia, trasgressione, non rispetto.
E allora arriva il silenzio, un luogo nel quale riflettono, restituendo il loro punto di vista, comprensibile e mai banale.
Loro vivono con il costante e importante bisogno di essere ascoltati, riconosciuti, amati. Tante volte non godono del privilegio del tempo, un tempo nel quale sentirsi in compagnia di un interlocutore in grado di ascoltare senza giudicare, senza forzature, senza necessariamente esibire verità assolute. Loro sanno quando qualcuno e lì per ascoltare, quando qualcuno è lì per accogliere, quando c’è disponibilità a investire tempo, energie, passione. Lo sanno, e sanno riconoscere chi è lì per trascorrere del tempo e chi è lì per viverlo con e tra loro.
Poi l’incontro termina e ti seguono sino alla porta, chiedendoti se possono parlarti un attimo, perché c’è una spina nel cuore che fa male, perché vogliono dirti come si sentono, vogliono che ascolti il loro raccontare e raccontarsi. E tu resti, perché ci sono loro, perché sono loro che te lo chiedono, perché ne hanno un profondo bisogno e perché siamo in un’epoca dove c’è urgenza di pre-occuparci di loro… sono il nostro futuro, almeno così si dice, anche se sembra non sia argomento di autentico interesse…
“Ma non puoi venire ogni giorno?”, mi hanno rivolto questa domanda… cosa rispondere? Io vorrei tanto, chiediamolo a chi dovrebbe ripensare o pensare a voi.
“Grazie ragazzi, non è vero che siete vuoti, siete pieni, di un pieno che riempie.