“Con la campagna di sensibilizzazione rivolta agli istituti superiori continua l’azione di rete tra le istituzioni e le associazioni che operano nella lotta alla violenza di genere. La necessità di contribuire a formare una cittadinanza educata al rispetto dell’altro ha particolare importanza nell’ambito del Progetto Artemis (Azioni in Rete sul Territorio di Mediazione e Inclusione Sociale) promosso nei mesi scorsi dalla Provincia di Frosinone”. (fonte: laprovinciaquotidiano.it)
Ad oggi abbiamo praticamente terminato gli incontri con i ragazzi…
È sempre emozionante scoprire quanto i giovani sappiano essere accoglienti e interessati a tematiche e aspetti che, inevitabilmente, fanno parte della loro quotidianità.

Il concetto di rispetto, la conoscenza delle emozioni, mirata a saperle riconoscere affinché possa aver luogo una comunicazione adeguata alla base della relazione con l’altro, rappresentano le fondamenta di un percorso finalizzato alla prevenzione di ogni forma di violenza.
Il tutto arricchito dal punto di vista legale, psicologico, pedagogico.
L’AUSER DEL FRUSINATE è una delle associazioni che ha partecipato al progetto.
Quello che abbiamo scoperto trascorrendo del tempo con i giovani , è che non sempre hanno chiaro il significato del concetto di rispetto, il significato di espressioni come “revenge porn“, come anche l’importanza di affrontare ogni forma di violenza con la non violenza. Spesso vige tra loro la legge del più forte, intesa come: ”Se tu mi aggredisci, io ti faccio male”. In sostanza, usano la violenza per reprimere la violenza, rinforzandola.
“Mica posso passare per il più debole…”.

In pochi hanno chiaro il concetto di difesa, di fuga da una situazione di pericolo e l’importanza del riferimento fondamentale delle nostre Forze dell’Ordine, per timore di ripercussioni, ritorsioni o di tempistiche di intervento.
Inoltre, di fronte alla domanda: “Ragazzi, perché nonostante tutte le azioni di sensibilizzazione contro la violenza, la percentuale dei femminicidi aumenta?” Loro restano in silenzio. Poi, pian piano, riflettendo insieme, nasce la consapevolezza di quanto radici culturali, educative e sociali siano alla base di fenomeni legati ad ogni forma di violenza. Le principali agenzie educative hanno, da questo punto di vista, una responsabilità importante.
In tante situazioni si è riflettuto insieme su cosa possiamo intendere per “relazione sana”, cosa significhi fiducia, perché si è gelosi , perché si controlla , perché si ha difficoltà a lasciar andare qualcuno.
L’aspetto fondamentale è che questo lavoro di sensibilizzazione, fatto di confronti e spunti sui quali ragionare insieme, dovrebbe essere continuo, capillare, competente.

I giovani ascoltano, riflettono, restituendo un valore aggiunto dal quale non possiamo prescindere, proprio perché nasce dalla loro quotidianità, una realtà che noi grandi spesso non conosciamo e viviamo.
In ogni caso, sono stati lanciati degli spunti di riflessione, ne abbiamo parlato, è già qualcosa e “qualcosa” non è “nulla”.
E se ti chiedono: “Quando tornate?”, è sempre un buon segno.