mercoledì 19 Febbraio 2025
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Cosa abbiamo scoperto con il progetto “Artemis”…

È sempre emozionante scoprire quanto i giovani sappiano essere accoglienti e interessati a tematiche e aspetti che, inevitabilmente, fanno parte della loro quotidianità

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“Con la campagna di sensibilizzazione rivolta agli istituti superiori continua l’azione di rete tra le istituzioni e le associazioni che operano nella lotta alla violenza di genere. La necessità di contribuire a formare una cittadinanza educata al rispetto dell’altro ha particolare importanza nell’ambito del Progetto Artemis (Azioni in Rete sul Territorio di Mediazione e Inclusione Sociale) promosso nei mesi scorsi dalla Provincia di Frosinone”. (fonte: laprovinciaquotidiano.it)
Ad oggi abbiamo praticamente terminato gli incontri con i ragazzi…
È sempre emozionante scoprire quanto i giovani sappiano essere accoglienti e interessati a tematiche e aspetti che, inevitabilmente, fanno parte della loro quotidianità.

Il concetto di rispetto, la conoscenza delle emozioni, mirata a saperle riconoscere affinché possa aver luogo una comunicazione adeguata alla base della relazione con l’altro, rappresentano le fondamenta di un percorso finalizzato alla prevenzione di ogni forma di violenza.
Il tutto arricchito dal punto di vista legale, psicologico, pedagogico.
L’AUSER DEL FRUSINATE è una delle associazioni che ha partecipato al progetto.
Quello che abbiamo scoperto trascorrendo del tempo con i giovani , è che non sempre hanno chiaro il significato del concetto di rispetto, il significato di espressioni come “revenge porn“, come anche l’importanza di affrontare ogni forma di violenza con la non violenza. Spesso vige tra loro la legge del più forte, intesa come: ”Se tu mi aggredisci, io ti faccio male”. In sostanza, usano la violenza per reprimere la violenza, rinforzandola.
“Mica posso passare per il più debole…”.

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In pochi hanno chiaro il concetto di difesa, di fuga da una situazione di pericolo e l’importanza del riferimento fondamentale delle nostre Forze dell’Ordine, per timore di ripercussioni, ritorsioni o di tempistiche di intervento.
Inoltre, di fronte alla domanda: “Ragazzi, perché nonostante tutte le azioni di sensibilizzazione contro la violenza, la percentuale dei femminicidi aumenta?” Loro restano in silenzio. Poi, pian piano, riflettendo insieme, nasce la consapevolezza di quanto radici culturali, educative e sociali siano alla base di fenomeni legati ad ogni forma di violenza. Le principali agenzie educative hanno, da questo punto di vista, una responsabilità importante.
In tante situazioni si è riflettuto insieme su cosa possiamo intendere per “relazione sana”, cosa significhi fiducia, perché si è gelosi , perché si controlla , perché si ha difficoltà a lasciar andare qualcuno.
L’aspetto fondamentale è che questo lavoro di sensibilizzazione, fatto di confronti e spunti sui quali ragionare insieme, dovrebbe essere continuo, capillare, competente.

I giovani ascoltano, riflettono, restituendo un valore aggiunto dal quale non possiamo prescindere, proprio perché nasce dalla loro quotidianità, una realtà che noi grandi spesso non conosciamo e viviamo.
In ogni caso, sono stati lanciati degli spunti di riflessione, ne abbiamo parlato, è già qualcosa e “qualcosa” non è “nulla”.
E se ti chiedono: “Quando tornate?”, è sempre un buon segno.

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Marcella Ciapetti
Marcella Ciapetti
Pedagogista clinico, la dottoressa Marcella Ciapetti si occupa del disagio della persona di ogni età, accompagnandola, attraverso metodi e tecniche proprie della pedagogia clinica, a scoprire risorse e potenzialità funzionali al ripristino di sani equilibri, funzionali ad un sano ben-essere. Su TuNews24.it cura la rubrica settimanale “Diversa…Mente”. Nata a Roma nel 1974, nel 2001 si laurea in Scienze dell’Educazione – Esperto in processi formativi, presso l’Università degli Studi di Cassino. Nel 2009 si specializza in Pedagogia clinica presso l’Isfar (Istituto Formazione, Aggiornamento e Ricerca) di Firenze. Nel 2010 si forma in Consulenza tecnica e peritale (Ctu-Ctp) presso ISFAR - Firenze. Nel 2011 partecipa al Workshop “Adhd – Disturbo da deficit di attenzione/iperattività: strategie cliniche e didattiche” presso Isfar – Firenze. Vive a Frosinone, svolge la libera professione e collabora da diversi anni con lo sportello anti-violenza dell’Auser del Frusinate, accogliendo donne e minori vittime di violenza, collabora a progetti educativi e di sostegno emotivo e didattico per giovani in età scolare. Ha scritto due libri, “Quinto diario d’amore” (Aletti Editore, 2017) e l’ultimo uscito a novembre 2020, “Quel che resta sulla mia pelle” (TraccePerLaMeta Edizioni), nei quali si raccontano storie di vita vissuta da parte di adulti e giovani in disagio emotivo-comportamentale-relazionale. Inoltre ha scritto un racconto dal titolo “Guia”, pubblicato con Aletti editore, nell’ambito del progetto “Salvatore Quasimodo legge i narratori italiani contemporanei”, affrontando le criticità che un genitore può vivere alle prese con le prime delusioni d’amore dei figli.
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