Il presidente del Consiglio regionale del Lazio Mauro Buschini si è dimesso. La decisione è stata presa ieri al termine di un incontro con alcuni esponenti del Pd Lazio per fare il punto sulla vicenda “Concorsopoli”, le assunzioni a tempo indeterminato al Consiglio regionale del Lazio di 16 persone attinte da un bando del Comune di Allumiere.
Fra i vincitori del concorso ci sarebbero infatti esponenti del Pd, del Movimento 5 stelle e della Lega. Nonostante la liceità del provvedimento ribadita dalla Pisana, è stata sollevata dai consiglieri regionali di opposizione una questione di opportunità.
Proprio per fugare ogni dubbio sulla legalità del procedimento lo stesso presidente Buschini ha proposto, nella scorsa seduta d’aula, l’istituzione per legge di una commissione regionale permanente trasparenza.
“Un atto d’amore verso l’istituzione”
In una lettera inviata a tutti i consiglieri regionali, Buschini spiega il perché delle dimissioni
Nella missiva sottolinea le ragioni di opportunità che lo hanno spinto a rassegnare le dimissioni e annuncia che da consigliere regionale, proporrà il disegno di legge come primo firmatario. “Ritengo – ha scritto – a garanzia di totale imparzialità e trasparenza, che a decretare questa commissione ci sia un altro Presidente”.
“Non vivo questa scelta come una resa né come un’azione dettata da impulsività sotto la pressione delle polemiche di questi giorni – ha scritto Buschini ai consiglieri regionali – ma come un atto di amore verso questa istituzione, per aiutare a fare chiarezza e garantire prestigio al nostro consiglio e al nostro lavoro. Sono certo che apprezzerete questo gesto che ritengo giusto per chi rappresenta e vive le istituzioni”.
“Non vivo questa scelta come una resa né come un’azione dettata da impulsività sotto la pressione delle polemiche di questi giorni – spiega Buschini – ma come un atto di amore verso questa istituzione, per aiutare a fare chiarezza e garantire prestigio al nostro consiglio e al nostro lavoro. Sono certo che apprezzerete questo gesto che ritengo giusto per chi rappresenta e vive le istituzioni”.