Gli attuali affidatari dello Stadio del Nuoto potranno continuare a gestire, per i pochi mesi che rimangono, l’impianto frusinate del Casaleno, ma dovranno restituire i circa 40mila euro spesi dal Comune per sistemare il tetto, oltre che dover pensare a tutti i lavori necessari, compresi quelli di straordinaria manutenzione. Così è stato deciso ieri dal nuovo dirigente comunale del settore Lavori Pubblici, l’architetto Giuseppe Viscogliosi.
Una situazione davvero molto caotica, quella della struttura sportiva di viale Olimpia, tanto che era stata necessaria, da parte dell’ente comunale proprietario dell’impianto, una verifica di legittimità degli atti, disposta a inizio anno dal vecchio dirigente Benito Caringi. Era il 29 gennaio scorso. Nel frattempo il dirigente è cambiato e, dovendo studiare la vicenda in quanto non a conoscenza del pregresso, il nuovo non è riuscito a rispettare i 30 giorni di tempo precedentemente annunciati per prendere una decisione, dunque ha dovuto chiedere una proroga di un altro mese, durante il quale ha provveduto anche a chiedere un parere legale.
Sulla questione del doppio capitolato emerso, che comunque è stato un errore non si capisce bene fatto da chi e in che modo, il Comune alla fine ha deciso che non inficiasse la validità del bando, decidendo dunque di non annullarlo. Questo dopo aver sentito anche il parere della Stazione Unica Appaltante della Provincia, che aveva curato la procedura di gara.
La SUA nei chiarimenti dati ha rimarcato che, in fondo, il fatto che il bando si sia espletato con il capitolato che prevedeva i lavori di manutenzione straordinaria a carico del gestore è a favore del Comune e prevede un maggior esborso da parte dei partecipanti rispetto alla regola del capitolato che si sarebbe dovuto pubblicare; e visto che nessuno dei soggetti invitati ha richiesto un chiarimento sul punto e tutti hanno accettato senza condizione o riserva alcuna gli atti di gara, non ha ritenuto di dover attivare nessuna azione (compresa quella di annullare il bando). Una decisione presa dopo aver sentito anche il Servizio Legale della Provincia, che ha ritenuto che la manutenzione straordinaria a carico del concessionario accettata da tutti possa essere considerata come una miglioria offerta dai partecipanti.
Il Comune ha dunque seguito il solco tracciato dalla Provincia, aggiungendo nel provvedimento anche altre due ragioni a supporto: il fatto che il bando si avvicina alla naturale scadenza, ma anche le ragioni prevalenti di pubblico interesse alla continuazione del servizio, che subirebbe un’inevitabile interruzione a seguito di un provvedimento di annullamento in autotutela, che determinerebbe la fine della stagione natatoria con grave danno per gli utenti e per le società dilettantistiche.
Nella disposizione è stato quindi specificato che i lavori di manutenzione straordinaria eseguiti e da eseguire sono a carico del concessionario, come previsto all’articolo 19 del Capitolato Speciale d’Appalto. Dunque anche i lavori relativi alla sistemazione del tetto, per un importo di circa 40mila euro, già fatti dal Comune non si capisce bene perché. Tanto è vero che noi lo scorso 31 gennaio segnalammo la problematica tramite un nostro articolo (LEGGI: Stadio del Nuoto come Beautiful: improvvisamente partono i lavori sul tetto, ma… in sordina. Autorizzati da chi?) ma puntualmente nessuno rispose né decise di interrompere tali lavori, che anzi proseguirono, a spese del Comune, fino al completamento. Tranne, oggi, darci ragione, e dover dunque richiedere quelle somme alla società che gestisce la piscina.
Fin qui tutto abbastanza chiaro, anche se le tempistiche per arrivarci, fino a questo piccolo punto fermo, sono state veramente lunghe e faticose da parte dei tanti che si sono adoperati con Pec, segnalazioni e proteste di ogni tipo affinché venissero ascoltate le proprie ragioni, che poi in fondo sono quelle della giustizia, della chiarezza e della regolarità amministrativa. Ma c’è un punto che, invece, oggi non si è ancora capito, e sul quale il Comune dovrà dare un chiarimento.

L’articolo 33 del capitolato, che è quello che parla dei casi in cui è prevista la revoca della concessione, cita al punto P la “mancata effettuazione della manutenzione ordinaria e straordinaria che rechi pregiudizio allo stato di funzionalità degli impianti, alla conservazione degli immobili e alla sicurezza degli utenti”. Dunque il fatto che il tetto non sia stato riparato per mesi e mesi (fin quando è intervenuto, tra l’altro non a ragione, il Comune) lasciando che le piogge filtrassero fino a cadere all’interno della struttura, creando quindi ulteriore danno alla stessa, che giorno dopo giorno è peggiorata; ma anche offrendo un servizio non adeguato agli utenti, che si sono trovati con i secchi per raccogliere le gocce sparsi per tutto l’impianto, in particolare negli spogliatoi, dove il pavimento è risultato bagnato e scivoloso per molte settimane. È su questo punto che il Comune, ora che si è messo un punto fermo sul capitolato, dovrà fare chiarezza. E, se lo riterrà giusto e opportuno, come pare a primo acchito, procedere con la revoca della concessione agli attuali gestori. Ma anche di questo avevamo già parlato (LEGGI: Stadio del Nuoto, sulle gravi inadempienze del nuovo gestore il Comune chiude un occhio… anzi due). Anche perché, in questo caso, con la revoca non si creerebbe lo stop per mesi dell’impianto, situazione che poteva generarsi con l’annullamento del bando e, dunque, con la predisposizione di una nuova gara. In questo caso, invece, basterebbe scorrere la graduatoria per far sì che, in pochi giorni, possa avvenire l’avvicendamento dei gestori. Quindi nessuna ragione prevalente di pubblico interesse alla continuazione del servizio potrebbe ostacolare un’eventuale scelta di questo tipo da parte del Comune di Frosinone.
Dunque, per concludere ricapitolando, i concessionari dovranno ridare indietro i circa 40mila euro spesi dal Comune per i lavori fatti al tetto e, al tempo stesso, pagare di tasca propria tutti i successivi che occorreranno all’impianto in questi mesi, sia ordinari che straordinari. In più, nonostante si sia deciso di non annullare il bando per rifarlo vista la situazione un po’ torbida, si dovrà comunque valutare se procedere con la revoca della concessione per gravi violazioni del Capitolato. Nel caso in cui dovesse accadere, l’effetto sarebbe lo stesso: la perdita della gestione dello Stadio del Nuoto, di cui tra l’altro si parla già da un po’.
Infine, e non da ultimo per importanza, visto che si parla di cifre ancora più ingenti, il Comune dovrà far chiarezza sulla questione sollevata dal ‘corvo’, e dallo stesso segnalatore anonimo portata anche all’attenzione degli organi inquirenti, relativamente alla piscina del Polivalente, gestita tra l’altro dalla stessa compagine dello Stadio del Nuoto. Anche in quel caso nell’occhio del ciclone era finita la competenza della manutenzione e, quindi, i circa 150mila euro sborsati di fatto dal Comune, seppur con meccanismo di compensazione, per i vari lavori. Anche su questo, di cui noi abbiamo già scritto (LEGGI: Caos piscine, ora spunta il ‘corvo’) siamo sicuri che il nuovo dirigente potrà dare tutte le risposte necessarie, affinché venga fatta una volta per tutte chiarezza, riprendendo indietro eventuali denari comunali persi per errore e mettendo finalmente la parola fine alle chiacchiere e al torbido che per anni ha imperversato, nel capoluogo, sulle vicende relative agli impianti natatori. Sperando, d’ora in avanti, di fare tutto con maggiore chiarezza.