lunedì 29 Aprile 2024
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Economia – Miriam Diurni bacchetta la politica-tartaruga. ‘Stati Generali’, frecciata alla Provincia: “Sono fermi”

Il presidente di Unindustria Frosinone incontra la stampa e affronta numerosi temi "caldi" per l'economia provinciale

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L’incontro è stato informale, simpaticamente conviviale, ma tuttavia denso di contenuti, di analisi, progetti e anche “frecciatine”. Miriam Diurni, presidente di Unindustria Frosinone, con al suo fianco la direttrice Pamela Morasca, ha voluto incontrare così la stampa, stamattina presso il Bar Tucci nella parte alta del Capoluogo. Un appuntamento finalizzato a tracciare un consuntivo sulla situazione economica della provincia di Frosinone con uno sguardo alle prospettive per il nuovo anno.

La Diurni ha esordito ricordando che il prossimo 26 settembre scadrà il suo incarico ai vertici dell’associazione provinciale degli industriali, mandato non rinnovabile: “Ma per la mia successione – si è affrettata a precisare – non si saranno problemi: sono tante le persone valide in grado di rivestire questo ruolo e fra esse molti giovani dinamici e talentuosi. Se punto al ‘regionale’? No, assolutamente no. Resterò nell’associazione, ovviamente, perché dietro il mio lavoro c’è tanta passione e mi farò vedere un po’ più spesso nella mia azienda”.

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Quindi, si è entrati nel vivo della “chiacchierata”. Primo tema, sollecitato dal tavolo intorno al quale c’erano i colleghi delle testate della provincia, una recente riflessione di Maurizio Stirpe, vicepresidente nazionale di Confindustria: “La provincia può decollare solo a due condizioni: con la realizzazione di una stazione Tav sul territorio e con una vera ‘manutenzione del sistema industriale’. Non ci sono altre strade”.

Stazione Tav e “manutenzione
sistema industriale”

“Sono totalmente d’accordo – ha evidenziato Miriam Diurni – E’ evidente che siano queste le due direttrici da seguire, in primis, per dare una svolta concreta all’economia del territorio. Personalmente credo che la Stazione Tav potrebbe rappresentare per la Ciociaria ciò che negli anni Sessanta ha costituito l’autostrada. A patto, però, che sia una vera ‘opera di bacino’, scevra da campanilismi di sorta, che guardi non solo alla Ciociaria ma, per raggiungere gli standard necessari a giustificarne la realizzazione, che volga lo sguardo anche all’Abruzzo e a parte della provincia di Latina, con cui condividiamo già parecchie cose, non ultima la Camera di Commercio. Oggi, purtroppo, per andare a Milano i cittadini ciociari devono prima recarsi a Roma e di lì dirigersi al capoluogo lombardo. Un viaggio estenuante e penalizzante. L’area per la stazione è già stata individuata e qui, lo ripeto, non devono nascere campanilismi anacronistici che finirebbero solo per ostacolare l’opera. Due fermate della Tav già ci sono, Frosinone e Cassino, ma è evidente che non bastano allo scopo”.

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Incalzata sul tema, Miriam Diurni ha poi individuato nella Regione Lazio l’Ente che deve interloquire con Rfi per dare il via alla struttura: “Questo ruolo spetta a loro – ha rimarcato – serve uno studio di fattibilità accurato per un’opera sostenibile sotto tutti i punti di vista”.

Quindi, la “manutenzione industriale”: “Beh – ha chiarito il presidente – qui Stirpe si riferiva evidentemente alla politica industriale e, in specie, alla Valle del Sacco, alla riperimetrazione del Sin al fine di permettere alle aziende di tornare ad operare nelle zone libere dalle contaminazioni. Obiettivi sacrosanti, ma che spetta alla politica concretizzare. E qui ci scontriamo con la lentezza e, a volte, con l’immobilismo di questo mondo, così lontano dal nostro al punto che sembriamo provenire da pianeti diversi. Le aziende hanno bisogno di risposte rapide, la politica marcia invece al rallenty. Basti pensare ai 30 mesi indicati come necessari per realizzare quel database che chiediamo da anni propedeutico alla riperimetrazione del Sin. Insomma – ha tuonato, ma con la sua consueta pacatezza, la Diurni – la politica deve darsi una bella svegliata. Avremmo bisogno di città e servizi da terzo millennio e invece tutto appare fermo al secolo scorso. Assurdo!”.

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Possibili altri “casi Catalent”?

“Ahimè sì – risponde con un sorriso amaro – stiamo lottando per evitare la chiusura della Reno De Medici e per dare un futuro più sicuro allo stabilimento Fca di Piedimonte. Le criticità ci sono, eccome. E l’aspetto paradossale di tutto ciò è che si tratta di aziende sane, che non hanno problemi. Ecco: stiamo allontanando aziende in salute. Più assurdo di così…”.

Certo, ci sono anche aziende che si rivolgono a noi per aprire nuove attività, nonostante tutto, e a loro dobbiamo dare il massimo supporto. Altri ambiti positivi sono quelli legati alla “farmaceutica”, da sempre volano per l’industria ciociara: dopo il boom per i vaccini del Covid le aziende del settore si stanno riposizionando, ma non corrono problemi perché il mercato del farmaco è in continua evoluzione e gli operatori, con politiche lungimiranti, stanno investendo in innovazione tecnologica e nell’acquisizione di competenze di alto profilo per essere al passo con il mondo che cambia alla velocità della luce”.

Innovazione tecnologica
e transizione energetica

“Sono due campi nei quali, per fortuna, tante imprese del territorio stanno riversando energie e risorse economiche. Il futuro, del resto, passa da questi due binari, non ci sono alternative. Come passa per figure professionali altamente specializzate. In questo senso dobbiamo offrire ai giovani gli strumenti per acquisire le necessarie competenze qui nel nostro territorio e lavorare poi in zona. Certo, ci sta anche andare fuori regione o all’estero per specializzarsi ma noi dobbiamo essere bravi nel creare le condizioni per il loro ritorno a…. casa”.

Consorzio Industriale Unico:
quali aspettative?

“Dopo la fase di commissariamento, auspico l’arrivo di un presidente che sappia il fatto suo, preparato, che sia in grado di concretizzare una vera e proficua politica industriale. Oggi mancano idee chiare per una crescita dell’economia provinciale. Serve quindi un timoniere che porti la nave verso politiche industriali adatte al territorio e alle imprese che vi operano e che sia in grado di attrarre investimenti, fenomeno che oggi ormai manca quasi del tutto. Purtroppo – ha chiosato Miriam Diurni – da tanto, troppo tempo, ci trasciniamo gli stessi problemi e parliamo delle medesime criticità. La politica, lo ribadisco, si svegli e faccia bene e subito la sua parte. Ne va del futuro del nostro tessuto industriale, dei cittadini, soprattutto dei giovani”.

Mancanza personale qualificato:
Meccatronico prima risposta

“In provincia di Frosinone, ma il problema può essere considerato di più ampia portata, manca personale specializzato, qualificato, con competenze di alto profilo. Le aziende cercano queste figure ma fanno grandissima fatica a trovarle, di conseguenza sono spesso costrette a rivolgersi al di fuori del nostro territorio”.

 “E’ vero – ci ha detto rispondendo alla nostra domanda e alla nostra osservazione circa un problema purtroppo “datato”– che già alcuni anni fa parlammo di questa carenza. Purtroppo, non è facile da eliminare ma come Unindustria, vista la mancanza di altre iniziative e soprattutto per cercare di dare risposte concrete alle imprese del territorio, ci siamo mossi autonomamente. E lo abbiamo fatto con un nostro progetto sul quale abbiamo lavorato sodo e che sta dando i primi risultati. Si chiama Istituto Tecnico Superiore Meccatronico del Lazio e nasce dall’esigenza di alcune imprese del territorio di Frosinone e del basso Lazio di rafforzare la formazione tecnico-specialistica in ambito meccanico e meccatronico e di sviluppare le competenze strettamente correlate ai fabbisogni professionali espressi dalle imprese per lo sviluppo della competitività del territorio, favorendo l’occupazione dei giovani al termine del percorso di formazione.

Siamo partiti con sole 4 imprese e oggi siamo ad oltre 80, segno del grande interesse che il progetto ha riscosso e sta riscuotendo fra le aziende ed i giovani aderenti. Per noi si tratta di un motivo di grande soddisfazione. Certo, di strada da fare ce n’è ancora tanta: la carenza di personale specializzato, di figure con competenze di profilo elevato non si elimina in poco tempo e con un solo progetto, ma l’auspicio è che il nostro Meccatronico possa essere di esempio per altre iniziative simili.

In tal senso – ha concluso su questo tema la Diurni – guardiamo con fiducia alla riforma nazionale dell’istruzione tecnico-professionale, di quegli istituti, cioè, un tempo un po’ bistrattati ma oggi in fase di grande rivalutazione. Una riforma che punta a rafforzare le competenze di base in italiano, matematica e inglese, dando maggiore peso alle materie tecniche e laboratoriali.

E che offre importanti opportunità ai nostri giovani, consentendo molte più possibilità di lavoro e con tempi di ingresso più rapidi. Serve a qualificarli in coerenza con le necessità del mondo imprenditoriale. E ciò significa anche far crescere la competitività delle imprese, prevedendo anche docenti provenienti proprio dal mondo delle aziende. L’auspicio è che si faccia in fretta, visto che i tempi della politica spesso sono troppo lunghi rispetto alle esigenze del mondo industriale”.

Politica-tartaruga: Provincia
ferma sugli ‘Stati generali’

E proprio sulla lentezza della politica, la Diurni, da noi in merito sollecitata, si è soffermata a proposito degli “Stati Generali” per il rilancio economico e lo sviluppo della provincia di Frosinone, il cui primo step ha avuto come teatro il Salone di Rappresentanza della Provincia lo scorso 9 novembre.

“Sono state dette tante belle cose – ha rimarcato il presidente di Unindustria Frosinone – ma poi, a quasi tre mesi da quel primo incontro, siamo ancora fermi alle parole, alle intenzioni. L’esempio più eclatante riguarda l’impegno, preso proprio il 9 novembre, ad istituire due ‘tavoli tecnici’ al fine di passare alla fase operativa, uno regionale e uno provinciale. La Provincia di Frosinone lo ha creato ma ancora non è stata convocata la prima riunione. Il territorio e le imprese hanno bisogno di risposte e questi tempi biblici della politica stridono con le sacrosante istanze provenienti dal mondo industriale e imprenditoriale. Di qui – ha concluso l’intervento su questo argomento la Diurni – il nostro forte appello alla Provincia a fare in fretta, a convocare questo benedetto ‘tavolo tecnico’ al più presto. E’ già tardi…”

Lo strano concetto di tempo
di Luca Di Stefano

Il presidente Luca Di Stefano è “avvisato”. Sul sito dell’Ente che presiede in data 9 novembre è stato pubblicato un resoconto di quel primo incontro degli “Stati Generali” con questa sua dichiarazione: “A breve istituiremo il Comitato per la crescita e lo sviluppo sostenibile”. A breve… e invece sono già trascorsi quasi tre mesi, ma forse Di Stefano ha un concetto un po’ troppo personale del tempo!

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Danilo Del Greco
Danilo Del Greco
Giornalista del quotidiano online “TuNews24.it” e del settimanale cartaceo “Tu News”, iscritto all'Ordine dei Giornalisti Professionisti dal 1997, ha lavorato a lungo presso il quotidiano Ciociaria Oggi, sia nell'edizione cartacea che web. Altre esperienze nel settore televisivo, radiofonico e dei free press. Ha frequentato corsi di specializzazione a Rimini (Web Marketing festival) a Milano presso Il Fatto Quotidiano e a Roma con Salvatore Aranzulla.
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