di Dario Facci
Come volevasi dimostrare, le voci di inciucio per l’elezione del presidente della Provincia di Frosinone che avevamo anticipato ora si accavallano. Si tratta di indiscrezioni diffuse dalla stampa, nessuna dichiarazione ufficiale ancora, anche se le orecchie che vivono nel Palazzo captano da tempo il lavorio, il sottobosco, che si affaccenda a costruire l’impiccio più trasversale di tutti: l’accordo tra destra e sinistra, attraverso una scelta civica di comodo, per levare le castagne dal fuoco un po’ qua e un po’ la.
E’ evidente che di fronte a una tale vulgata tutti pensino al prodotto del cocktail già nella dimensione comunale, cioè quel Luca Di Stefano che è riuscito a conquistare la capitale della Valle del Liri con un caleidoscopio di liste civiche infarcite di rappresentanti politici che avevano in fronte le sigle di partito. Un’alchimia che ha fatto gridare alla vittoria un po’ tutti e soprattutto un centrosinistra che si è dovuto accontentare di non vedere vincere il centrodestra, seppur azzoppato. Una magra consolazione che evidentemente, stando a quel che si sente, il centrosinistra erede delle due vittorie consecutive di Antonio Pompeo abbraccerebbe con piacere. Perché? Forse il Pd questa volta teme di perdere anche le Provinciali e preferisce diluire la fifa nel caldo abbraccio del “volemose bene”?
Forse, e dico forse, le cose non stanno proprio in questi termini. La scelta di un candidato omnicomprensivo non alletta tutti a sinistra e, soprattutto, non alletta tutti a destra. Senza infingimenti, le elezioni provinciali non si vincono senza accordi trasversali, senza il favore di buona parte di quella fascia grigia di amministratori comunali che non sono ufficialmente schierati da una o dall’altra parte. Una cosa però è l’accordo occulto, il gioco sotterraneo della politica per il quale nessuno si è mai scandalizzato. Altro è l’inciucione alla luce del sole che, da una parte e dall’altra, a molti sembrerebbe niente altro che una resa.
E’ inevitabile dunque che l’atmosfera sia piuttosto tesa, soprattutto in casa Pd dove le acque precongressuali sono agitatissime e dove, anzi, si sente da molte parti odore di ribellione.
Le Voci dal Palazzo dunque parlano, nelle ultime ore, anche di soluzioni diverse da quella ipotizzata dove, con ogni probabilità, invece il centrodestra cercherà di vincere anche a Palazzo Iacobucci.
Chiacchiere anche sul fronte delle elezioni Regionali. Caccia al candidato alla Presidenza da tutte le parti. Ora, per il centrosinistra, si parla dell’ex ministro Andrea Riccardi. Il fondatore della Compagnia di Sant’Egidio è l’uomo al quale parte del Pd aveva pensato per il Quirinale. Sarebbe ora nella testa di Goffredo Bettini riproporlo alla guida di Via Cristoforo Colombo. Non c’è dubbio che Riccardi sarebbe proprio un gran bel candidato, ma accetterà?
Intanto comunicazioni di servizio attestano che per le Regionali sia il PSI sia Demos saranno in pista con i loro simboli nella coalizione progressista e questa notizia interessa non poco la provincia di Frosinone perché i socialisti hanno il loro zoccolo duro proprio in questa provincia e anche Demos da queste parti è ben rappresentato.