mercoledì 15 Maggio 2024
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Essere Drag Queen mistero fatale

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Essere Drag Queen, essere fatale, femmina come pochi uomini possono e forse come nessuna donna oserebbe mai davvero. Sexy, esagerata, alternativa, o forse del tutto diversa per rinascere sotto coltri di costumi di scena. 

Essere Drag Queen

Un fascio di muscoli da maschio, entrano in una guaina che modella, che nasconde e svela da crisalide una donna totale; sfacciata come una popolana e maliarda. Come una vecchia contessa famelica, o teatrale come la carcassa di un vecchio carrozzone, ma guai a non saltarci su! Marco, nome di fantasia, timido, occhi scuri, non avrebbe mai il coraggio di salire su un palco e mettersi a cantare. La voce gli si spezzerebbe in gola.

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Essere Drag Queen - famosa Drag Queen

Invece quando accade la magia e diventa “Chantal”, tutto cambia e sboccia tirando fuori un carisma che non sapeva di avere. Essere drag queen significa essere ammirate e guardare tutto il mondo dall’alto di trampoli vertiginosi che in pochi riescono ad allacciare ballandoci sopra con disinvoltura. Loro, fluenti, con abiti di scena pieni di glitter, lustrini, paillettes, borchie e fasce colorate, sono uniche. Il bustino non stringe mai abbastanza e le unghie devono essere lunghissime.

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Ru Paul

Biondo platino, rosso fuoco, ma che svetti. I gioielli devono grondare luce, e i riflettori devono esaltare la pelle liscia e perfettamente levigata. Ammirate come dee per le abilità nel travestimento, che pochi costumisti posso emulare, vantano un successo strepitoso. Del resto così dalla loro nascita è sempre stato. Era l’poca degli spettacoli nei più grandi teatri di Parigi, Londra, Berlino e New York e tutto doveva ancora succedere. Un tempo gli uomini non potevano travestirsi da donna, perché rischiavano l’arresto.

Essere Drag Queen - al trucco
fonte foto Wikipedia – Dedda71 – CC BY-SA 3.0

Invece il palcoscenico era zona franca. Lì per esigenze di copione, ci si poteva sbizzarrire e cominciava una magia, che ha dato vita a tantissime dive ante litteram. Allora Marco non lo sapeva, ma poi i bustini modellanti, le calze di scena, le protesi per i glutei, i seni, e il mastice per far sparire i lineamenti da maschio, hanno iniziato a riempire cassetti e armadi. 

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Drag king oppure essere Drag Queen

Troppo timido per cantare, ma come Chantal è padrone della scena, come Dalidà. Non solo canta, ma ammicca, balla, ed è sexy. Guardare le dive, quelle più imitate, le più femminili come Marylin, Mina, Patty Pravo, Liz Taylor, studiarle, rubare le movenze e poi la voglia di rendere omaggio a quella femminilità. Copiarle, imitarle, e poi nasce la maschera come strumento espressivo, e anche come riparo e scudo da una sofferenza chiusa nel cuore di adolescente. O come percorso per scoprire la propria identità che parte da lontano.

Essere Drag Queen - icona di drag

A scuola tra ragazzi crudeli non c’è riparo, nessuno scudo ma solo tanta voglia di diventare invisibile. Creando Chantal è riuscito a diventarlo, ma scomparendo è rinato e ha trovato la sua chiave di volta. Già, eppure tutto parte da ancora più lontano. Qualcuno dice che la prima vera drag queen si chiamava William Dorsey Swann; ma si faceva chiamare The Queen.

Roxan Russell

Era uno schiavo nero americano e lottava per i diritti LGBT vestito da drag queen. Una cosa è certa, le drag queen non sono solo quelle che siamo abituati a vedere nei locali di oggi. Incollano ciglia finte che sembrano enormi ventagli da sbattere con maestria su bocche voluttuose. Accurati strati di trucco su una pelle che deve essere levigata. E poi sopra parrucche che sfidano le leggi fisiche. Sotto c’è sempre un uomo, che urla la sua personalità, che altrimenti resterebbe compressa. Essere drag queen però non significa necessariamente essere omosessuali o cross-dresser. Tuttavia può essere il grimaldello per la libertà di chiunque, qualunque mostro voglia affrontare e combattere. Del resto le drag queen incarnano femminilità estroflessa e offrono una forma artistica che parla prima di tutto di libertà a tutto tondo. e si discosta da tutte le costrizioni del passato. Insomma puoi essere quello che vuoi.

World Pride

Le Drag rompono quei legacci e paletti che soffocano e dividono le “cose tipicamente da donne” dalle “cose mascoline”. Per una drag queen incarnarsi e vivere in abiti sgargianti significa “poter essere chiunque o qualunque cosa”. Una femminilità sorprendentemente e materna si sprigiona quando allargano le braccia e sorridono. Anche se sono esagerate ed eccessive, eccentriche e irriverenti con la loro esasperazione della fisionomia; sono magnetiche e non puoi non adorarle.

abito - Ru Paul

Sovente camminano con le loro zeppe trampolate sul filo dell’identità di genere sfumata ed è ancora più intrigante. Quando inizia lo spettacolo, le drag sembrano onnipotenti e questa carica energetica, sembra poter veicolare molti messaggi, anche di liberazione e coraggio. Già proprio così, accadde quella notte dello Stonewall Inn di New York. Era il 28 giugno 1969, quando una parte della comunità LGBTQ+ si ribellò ai continui soprusi della polizia. Iniziarono a gridare “Noi esistiamo”  al World Pride.

Stonewall Inn

Marco ha sentito scorrergli dentro un po’ tutto questo e forse qualcosa di più. Il suo passato ha dato la mano al futuro. Qualcuno sembrava dirgli : “coraggio sii quello che vuoi, non temere, sei tra amici”. Le drag sono passate dall’essere protagoniste in club malfamati; a diventare star dei mass media. Una cosa è certa, non si può parlare di questo mondo senza citare lei, la “dea” Ru Paul, incredibile e statuaria. La più grande icona tra le drag queen; una vera figura ormai iconica, perché nel tempo ha fatto comprendere che non avrebbe mai lasciato che gli altri la definissero. Decise da adolescente di definirsi autonomamente. Per Ru Paul il ruolo di una drag è quello di sovvertire i tradizionali dogmi predefiniti da secoli. In molti testi parla di accettazione del sé, e di graffiare la libertà, acciuffandola.

Essere Drag Queen la rinascita di Marco

Le drag sono la dimostrazione che ognuno di noi può trovare la libertà di essere veramente chiunque. E una libertà del genere si sa, fa paura. Un ​​mondo colorato, vibrante, scintillante e deve essere per definizione stravagante. Una drag queen oggi può essere lo specchio della società in mutamento che cambia e si trasforma. Le Drag sono esagerate, ma sono anche paladine della libertà. Non bisogna però fare confusione dall’essere drag e dell’essere trans, come se le due cose potessero essere sovrapponibili. Come se un vestito e una performance definissero l’orientamento sessuale o il genere di un essere umano. Il drag è arte e l’arte è per tutti. Anche Marco l’ha imparato e si sente felice davvero quando fa vivere Chantal, senza desiderare più di diventare invisibile come accadeva da ragazzino.

© Riproduzione riservata

 

 

 

 

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Simona Aiuti
Simona Aiuti
Giornalista, web editor, blogger e autrice di romanzi, Simona Aiuti collabora con il quotidiano online TuNews24.it. Ama lo sport, l’arte in tutte le sue declinazioni e andare per musei e mostre. Si occupa da sempre di costume, italiani nel mondo, eccellenze tricolore e di trovare così le nostre tracce sovente profonde all’estero, anche e soprattutto nella stratificazione storica. Ama la storia, i dettagli dell’archeologia nascosta, la scultura, la poesia e l’arte in generale, in molte delle sue sfaccettature.
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