Camilla regina dei Volsci, capostipite della nostra stirpe è parte di una storia frammista a leggenda; che continua a riaffiorare tra Priverno, Villa S. Stefano, Amaseno Prossedi e Sezze, molto sentita dai ciociari che ritengono la Regina Camilla loro capostipite.
Camilla regina dei Volsci
Camilla figlia di Casmilla e di Metabo, tiranno di Privernum, nacque in un momento di grandi tumulti. Quando il padre fu cacciato dalla città, portò con sé Camilla in fasce. Durante la fuga, inseguito re Metabo giunse sulla riva del fiume Amaseno. Il rio era in piena a causa delle copiose piogge al punto da non poter essere guadato facilmente. Il re non si dette per vinto, non poteva fermarsi.
Allora s’inginocchiò consacrando la piccola alla dea Diana. Chiese alla dea di salvare la piccola e di premiare il suo coraggio di re e di padre. Avvolse la piccola Camilla con la corteccia di un albero, la legò alla sua lancia e la scagliò con tutta la forza che aveva sull’altra riva del fiume. La lancia si conficcò in un albero e lui la raggiunse a nuoto. Tuttavia, tutte le porte erano chiuse per Metabo.
Fiume Ufente
Ancora una volta non si dette per vinto e riparò tra i boschi. Qui la piccola Camilla crebbe nei luoghi selvaggi, tra animali e pastori, nutrita da latte di cavalle selvagge. Appena cominciò a camminare, il re Metabo, le insegnò la sua stirpe divina. Le donò e le insegnò ad usare arco e frecce. La fanciulla, vestita da pelli di animali, non tradiva la sua stirpe regale. Crebbe diventando bella, abile e fiera.
Camilla diventò una valente guerriera, addestrata all’uso delle armi, e al combattimento al pari degli uomini. Crebbe la sua fama tra i Volsci, che le chiesero di diventare la loro regina. Ella accettò il trono che le di fatto le spettava. Camilla indossava un regale mantello porpora, segno distintivo della sua stirpe regale. Portava un diadema d’oro sui capelli scuri e scintillavano le frecce nella sua faretra. In lungo e in largo tutti s’innamoravano di lei.
Re Metabo e Camilla regina dei Volsci
Anche il nobile principe Ufente. Ancora oggi, se ci approssimiamo presso il fiume Ufente, dalle parti di Sezze; ci rapisce un’atmosfera incantata. Si percepisce subito l’odore era di zolfo. Alcuni dicono che il fiume non sia fatto di acque, bensì di lacrime; quelle che versò la bella amazzone per un amore impossibile. Se facciamo vagare lo sguardo, sembrano sopravvivere le ombre dei boschi che anticamente qui troneggiavano.
Ufente perduto nell’amore per la bella Camilla, si struggeva; poiché l’amazzone era consacrata a Diana e non avrebbe mai potuto amare il principe. E lui si lasciò trasformare da Diana dea anche dei boschi, in un fiume. Il fiume Ufente accolse le lacrime di Camilla e da allora scorre mite attraverso i millenni con un amore mai vissuto. Ufente si trasforma, ma non muore e sopravvive in lui l’amore per Camilla.
Amazzoni e Diana
Lei che era destinata a combattere, con la sua asta di mirto, sormontata da una punta. Queste terre erano scosse da venti di guerra e Camilla Camilla decise d’andare in aiuto di re Turno e combattere contro Enea giunto nel Lazio. Con la regina Camilla c’erano le fedeli compagne di battaglia, Acca, Latina, Tulla e Tarpeia; che le cavalcavano sempre accanto. La regina dei Volsci era valorosa e faceva strage di avversari. Affrontava ogni pericolo con grande coraggio; creando stupore anche tra gli Etruschi.
La figlia di Metabo mise in fuga molti nemici e si trovò a fronteggiare re Tarconte. Fu allora che Arunte, giovane etrusco, puntò la sua preda. Mentre Camilla inseguiva il frigio Cloreo; egli nascosto tra i cespugli le scagliò una lancia a tradimento; che le trafisse le costole. Indomita, Camilla si strappò la lancia, ma la punta restò nel costato.
Camilla capostipite della gente ciociara
Sdegnosa per dover rendere l’anima così giovane; ormai fin di vita affidò ad Acca un ultimo messaggio. La guerriera doveva dire a re Turno della sua morte; affinché combattesse con maggior piglio, per difendere le terre dai Troiani. Infine Camilla spirò e Arunte tentò la fuga. Tuttavia lo raggiunse la più affilata delle frecce; scagliata da Opi, ninfa mandata da Diana. Eppure, la fine di Camilla in battaglia, significò la sconfitta dei Rutuli e degli italici. Turno verrà ucciso da Enea in duello.
Lo spirito di Camilla, come scrisse Virgilio nel libro XI dell’Eneide, andò sdegnosamente nel regno delle ombre; poiché era giovanissima. Dante la cita due volte; ad esempio nel canto I del’Inferno fa menzionare Camilla da Virgilio; insieme con altri personaggi del poema, Eurialo, Turno e Niso mentre spiegava al Poeta il percorso che dovrà seguire.
© Riproduzione riservata