Come ogni anno, in questo periodo, il prefetto della provincia di Frosinone lancia un messaggio di auguri alla cittadinanza. Questa volta, però, il messaggio contiene un monito, un avvertimento a coloro che fingono di essere ciò che non sono. Ignazio Portelli ce l’ha con chi, in Ciociaria, vuole ostentare operatività nel delicato tema ambientale ma in realtà è totalmente fermo. E chissà poi perché…
Il prefetto fa gli auguri nella speranza che ognuno di noi faccia sempre più e meglio per la nostra terra “e che si sappia distinguere fanfaroni e chiacchieroni da chi, invece è motivato da sani principi. Ce l’ho – ribadisce – con coloro i quali dicono e non fanno, vogliono apparire e invece non sono: contro le forme di ipocrisia”.
Il riferimento chiaro è al tema ambientale, a chi è solito farsi bello trattando questo argomento, con tante chiacchiere, ma poi non agisce. E sempre sull’ambiente conclude: “Qua quant’è, quarant’anni che si aspetta?” lasciando intendere proprio che coloro che fanno trasparire impegno su questo tema, poi non lo fanno realmente: tutto rimane lettera morta, chiacchiere di facciata e… tanta ipocrisia. E questo territorio continua a morire e a portare morte.
Il prefetto non fa nomi nè riferimento a persone specifiche. Sicuramente, però, la classe dirigente ciociara non è esclusa dalla cerchia dei “sospetti”. In un territorio in cui le commistioni tra politica e imprenditoria non sono mai mancate, e tanti sono stati gli interessi fruttati a chi non ha seguito la retta via danneggiando sempre più questa provincia. È la storia di questo territorio, la raccontano le inchieste giudiziarie che si sono susseguite anno dopo anno, non riuscendo, però, mai a mettere veramente freno ad una situazione giunta quasi ad un punto di non ritorno.
Fortunatamente in tanti, negli ultima anni, si stanno mobilitando in provincia per l’ambiente, e questo è senz’altro un bene. La canzone di sottofondo all’intervista, ad esempio, è “La ballata del Sacco” dei Brigallè, gruppo musicale ciociaro che ha tentato, anche tramite la musica, di sensibilizzare gli animi della popolazione verso un problema che oggi, più di tutti, rischia di distruggere, nel silenzio più assordante, la nostra adorata terra.