Arrivati finalmente, a distanza di 4 giorni e mezzo, i risultati delle analisi dell’aria dell’Arpa. A seguito del rogo, infatti, L’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente aveva installato a breve distanza dall’area interessata un campionatore ad alto volume, strumento necessario per verificare l’eventuale presenza in aria di sostanze inquinanti come idrocarburi policiclici aromatici (IPA) e diossine. Stando ai risultati dati e al range di “normalità” specificato, non dovrebbero esserci particolari problemi ambientali causati dal rogo: i valori sarebbero nelle norma, o al massimo sulla soglia di allerta, come nel caso del valore delle diossine.
“Per quanto riguarda le diossine – spiegano nell’analisi dell’Arpa – non esiste un riferimento normativo in aria ambiente. Concentrazioni di tossicità equivalente (TEQ) in ambiente urbano di diossine e furani sono stimati (dati World Health Organization WHO nel documento Guidelines for Europe 2000) pari a circa 0,1 pg/m3, anche se è elevata la variabilità da zona a zona, mentre concentrazioni in aria di 0,3 pg/m3 o superiore sono indicazioni per fonti di emissione localizzate”.
“Il valore del primo campione – scrivono nella relazione – è inferiore al valore di riferimento individuato dall’OMS per l’ambiente urbano. Tra gli Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA) normalmente rilevabili il benzo(a)pirene, è l’unico composto per il quale il d.lgs. n.155/2010 prevede un valore limite pari a 1 ng/m3 come concentrazione media annua. Il valore del primo campione è inferiore al valore limite annuale previsto dalla normativa”.
“Per quanto riguarda i PCB – tengono a specificare i responsabili dell’Agenzia regionale – a titolo informativo, si segnalano i valori dei PCB misurati in prossimità dell’incendio Eco X (Via Pontina Vecchia, Pomezia) nei giorni 05-06 maggio 2017 pari a 394 pg/m3 e quelli rilevati presso l’impianto durante l’incendio del TMB (via Salaria, Roma) nei giorni 11-13 dicembre 2018 (1019, 250, 524, 434, 562 pg/m3)”.
Intanto vanno avanti senza sosta le indagini della Squadra Mobile, coordinate dalla Procura della Repubblica, per capire le origini dell’incendio. Resta il fatto che i risultati sono arrivati dopo ben 4 giorni e mezzo dall’incendio, quindi oltre 100 ore dopo l’inizio della combustione.
All’ordinanza si sarebbe dovuto pensare ora, due giorni dopo aver spento il rogo?
Fortuntamente semberebbe quindi che i risultati siano inferiori ai valori di riferimento individuati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per l’ambiente urbano, ma qualora fossero stati superiori cosa sarebbe successo? Avremmo fatto domani l’ordinanza per limitare i danni ai cittadini, quindi tre giorni dopo aver spento l’incendio? Nessuna precauzione nei confronti della cittadinanza da parte del vicesindaco Antonio Scaccia (ricordiamo che il sindaco Ottaviani era all’estero) finito in una bufera mediatica senza precedenti. Dal Comune sulle questioni sollevate, sulle quali ci hanno sollecitato gli stessi cittadini, non abbiamo ricevuto ancora alcuna risposta.
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