Ultimamente, su richiesta di un cliente che sta ampliando il proprio staff, ho di assistito ad alcuni colloqui svolti dal titolare dell’azienda con i candidati alla posizione aperta.
Chi mi segue sa che non mi occupo di HR, ma ho aderito all’invito anche per capire come l’azienda (per la quale mi occupo della comunicazione d’impresa) fosse percepita dagli aspiranti collaboratori. In fondo, una verifica del lavoro svolto finora.
Intanto, ho subito notato che i candidati erano informati sull’azienda ed avevano cercato informazioni sul profilo LinkedIn. Siamo definitivamente nell’epoca della circolarità: le aziende fanno i colloqui e valutano i candidati; i candidati si informano sull’azienda e cercano di comprendere in anticipo se quell’azienda rispecchia i propri valori.
Negli ultimi tempi, si parla sempre di più dell'”employer branding”, che si riferisce a un insieme di attività e strategie volte a migliorare l’immagine dell’azienda come luogo di lavoro ideale e collaborativo.
In un contesto di instabilità economica, specializzazione intensa e settorializzazione, investire nella propria immagine e reputazione è fondamentale per creare un ambiente di lavoro efficace ed efficiente. Questo significa che curare la percezione dell’azienda come un datore di lavoro attrattivo può contribuire ad attirare e trattenere talenti, promuovere l’impegno dei dipendenti e migliorare le performance complessive dell’organizzazione. In sostanza, l’employer branding mira a creare una reputazione positiva per l’azienda come luogo di lavoro, al fine di ottenere benefici sia interni che esterni.
La dimensione del branding non si limita più solo alla gestione strategica degli elementi immateriali di un marchio, ma sta gradualmente permeando molte altre discipline. Una di queste è proprio il controllo e la gestione della propria forza lavoro.
C’è una crescente empatia da parte delle aziende nei confronti dei collaboratori, con l’obiettivo di creare un ambiente di lavoro funzionale e altamente competitivo.
I benefici dell’Employer Branding
Investire in una strategia di employer branding contribuisce al miglioramento costante dell’immagine e della reputazione aziendale.
Inoltre:
- Consente di individuare i migliori candidati. Investire nell’immagine aziendale comporta anche l’adozione di un’identità più accattivante agli occhi dei potenziali candidati. Dedicare attenzione alla creazione di un ambiente di lavoro sano ed efficiente, consentirà – quando ci sarà necessità di assumere nuovo personale – di ricevere le proposte più competitive.
- Riduce i costi di reclutamento. Investire nell’employer branding consente di attirare un ampio pool di candidati, in linea con le necessità e le esigenze dell’azienda. Infatti, le imprese che investono nella propria immagine come datore di lavoro completano le assunzioni due volte più velocemente rispetto alle altre aziende.
- Migliora la performance complessiva dell’azienda. Prestare attenzione alla reputazione aziendale è fondamentale per promuovere un ambiente di lavoro cooperativo ed efficiente e, allo stesso tempo, attirare candidati talentuosi desiderosi di abbracciare i valori dell’azienda stessa. Quanto più forte è il senso di appartenenza al marchio aziendale, migliori saranno i risultati conseguiti.
Il valore delle risorse umane rimarrà il principale motore di crescita per le aziende e il miglioramento delle loro performance.
Poiché il nostro aspetto esteriore è ampiamente determinato dalle nostre caratteristiche interiori, è importante per le aziende creare una comunicazione reticolare che rifletta in modo coerente la composizione comunicativa interna.
Se hai domande o curiosità, scrivimi nei commenti o a dambrosio.miki@gmail.com e farò del mio meglio per risponderti presto.
Alla prossima!
Michele D’Ambrosio
