lunedì 13 Maggio 2024
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Luigi Bottini, l’uomo che sta conducendo la Big Mama Kayak di Frosinone in vetta al successo

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L’intervista esclusiva con Luigi Bottini, giovane e magnetico patron della rinomata Big Mama Kayak, ci racconta la storia dietro il successo della società. Bottini, con la sua determinazione e un team appassionato, sta trasformando un’azienda locale in uno dei principali player nel settore del kayak.

La Big Mama Kayak ha conquistato una reputazione di eccellenza grazie alla visione imprenditoriale di Bottini. Durante l’intervista, il dinamico imprenditore ha raccontato la sua storia personale e le evoluzioni nel mondo del kayak.

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“Sin da ragazzo, mi sono occupato di articoli sportivi nell’azienda di famiglia. Quella è stata la mia formazione. Avevamo dei negozi e un’attività di produzione di abbigliamento da calcio. Poi, per una mia passione, abbiamo iniziato a commercializzare prodotti da mare e poi, kayak di un noto brand. Piano piano ho pensato di creare una mia linea di kayak.”

Durante l’intervista, Bottini ha sottolineato l’importanza di preservare l’ambiente naturale in cui opera la sua azienda. “Per questo motivo, pratichiamo una produzione sostenibile e responsabile del kayak”. L’imprenditore ha spiegato che la materia prima usata per la produzione è già plastica riciclata e che, per ogni venti kilogrammi di materiale, si genera uno scarto di 500 grammi (solo il 2,5% di scarto) che viene restituito al produttore di materiale per il successivo riutilizzo.

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Secondo il patron, che ha sottolineato il ruolo chiave dei membri della sua famiglia in azienda, avere una squadra coesa e unita ha permesso alla Big Mama Kayak di distinguersi dalla concorrenza. Ha aggiunto che le diverse prospettive dei singoli permettono di affrontare le sfide in modo più efficace e di trovare soluzioni innovative.

Ci ha raccontato di come la ricerca e lo sviluppo siano fattori cruciali nella percezione della qualità da parte del pubblico. inoltre, Bottini ha anche sottolineato l’importanza di coltivare e consolidare la qualità di prodotto come sinonimo del “Made in Italy”, apprezzato dal mercato estero.

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La storia di successo di Luigi Bottini e della Big Mama Kayak dimostra come la passione e l’impegno possano trasformare un’idea in un’azienda fiorente. La sua determinazione nel fornire prodotti di alta qualità, unite alla sua visione ecologica, ha portato la Big Mama Kayak ad affermarsi come un brand di riferimento nel panorama del kayak.

Con l’entusiasmo di Bottini e il suo impegno per l’eccellenza, non sorprende che la Big Mama Kayak stia attirando sempre più consensi da una clientela esperta ed esigente.  Un vanto per il territorio di Frosinone. Terminata l’intervista, Bottini ha espresso la sua gratitudine alla sua squadra familiare. “Il nostro successo è frutto del lavoro di squadra. Continueremo a crescere e a migliorare insieme”, ha concluso Bottini.

L’intervista

Eccoci! Oggi un nuovo interessantissimo incontro. Infatti, incontro Luigi Bottini della Big Mama Kayak di Frosinone.

Per chi non ancora non lo conoscesse, Frosinone può vantare uno tra i maggiori player nel mondo del kayak. È stata una sorpresa anche per me e, quindi, un incontro doppiamente interessante.

Luigi Bottini, un giovane dinamico quarantenne, persona socievole e dallo sguardo che trasmette energia.

Ciao Luigi, grazie per aver accettato di raccontarci la tua esperienza. Allora entriamo subito in partita, se sei d’accordo.

Ciao Michele. Intanto, grazie a te per l’opportunità che ci offri.

E allora, colgo l’occasione proprio per entrare nel vivo di questa chiacchierata con te. Luigi puoi dirci qual è stata l’evoluzione professionale e come sei arrivato ad affermarti con la Big Mama nel mondo del kayak?

In realtà, sembrerebbe strano che a Frosinone ci sia un’azienda che produce kayak, perché a Frosinone non abbiamo neanche l’acqua o quasi. Io in realtà, come dice il mio cognome, provengo da una famiglia che vende articoli sportivi già dal 1976 e credo che sia la seconda generazione. Con me c’è stata un’evoluzione e avevamo dei negozi di famiglia e un’attività produttiva che produceva abbigliamento da calcio.

Poi, per una mia passione abbiamo iniziato a commercializzare in primis prodotti da mare, quindi kayak di un noto brand e poi piano piano abbiamo pensato di crearci una linea nostra. E qui è nato circa dieci anni fa il marchio Big Mama, un marchio che, inizialmente, aveva solo prodotti di importazione. Nel 2017 abbiamo capito che, invece, dovevamo dare una linea nostra ai prodotti; quindi, abbiamo preso un giovane designer che tra l’altro è di Frosinone, Claudio Campioni.

Sono molto contento di lui perché parte la conoscenza da tanti anni, ma lui è un bravissimo disegnatore a mano e si è sviluppata in lui anche la passione dei kayak e così abbiamo iniziato a disegnare i primi due tre modelli, a realizzare gli stampi dei prodotti per poterli poi realizzare al 100%. Noi internamente qui a Frosinone.

E questo rappresenta, da come dici, il primo salto epocale della Big Mama, nel senso da rivenditore a un produttore, da importatore a produttore a tutto tondo.

Come ti raccontavo la prima volta che ci siamo visti, in realtà è stato problematico andare ad affinare le tecniche, immagino cioè partire da un prodotto fatto da zero, al confezionamento, alla finitura e anche poi alla divulgazione web, perché noi comunque il prodotto, come tutti al giorno d’oggi lo commercializziamo tramite internet, quindi con il marketing che si fa sul.

Web, anche se gli ascoltatori non possono vedere. Ma c’è una boutique al piano terra che farebbe invidia ad un negozio specializzato in città e in una grande città. Davvero bello, bello, complimenti, Grazie!

E tornando al discorso dei modelli in evoluzione, siamo partiti con prodotti semplici da spiaggia, dove abbiamo sempre impostato sia il gusto italiano del design perché molti che provengono dalla Cina e hanno un gusto non prettamente europeo italiano. Quindi abbiamo portato quello che è il disegno italiano.

L’Italian style.

Esattamente. Un altro punto importante è stata la facilità di utilizzo cioè poter dare la possibilità a tutti anche quelli che non sono mai andati sulla canoa di mettersi sopra e di poter andare quindi al signore di una certa età, alla signora che nuota si e no e si mette il gilet salvagente. Quindi, fare un prodotto semplice, bello e maneggevole. Questi sono stati i punti base. Ci hanno permesso di iniziare con alcuni modelli semplici fino a che, negli anni, abbiamo sviluppato un prodotto che ci ha dato molta soddisfazione:  a pedali.

Fantastico!

Infatti, come vi dicevo, noi abbiamo disegnato e produciamo attualmente il primo e unico kayak a pedali made in Italy. Tutti questi kayak a pedali normalmente provengono dall’estero aziende americane e inglesi. Questo prodotto, che si chiama Triger 405, ci ha dato abbastanza notorietà nel mondo della pesca perché soprattutto il pescatore che ha due mani, ovviamente come tutti, ha bisogno di.

Essere libero per dedicarsi alla canna da pesca e quindi con i piedi riesce pedalare, spostare e essere agile. Ci sono i pedali, quindi pedali, hai le mani libere e soprattutto abbiamo dato al prodotto una chiglia trimarano che lo rende estremamente stabile. Quindi anche chi vuole pescare in piedi con tecniche tipo a spinning può stare in piedi e pescare, cosa che sui kayak.

Questa cosa che dici la proietto, diciamo, in linguaggio da marketer. É un’ulteriore distinzione, un’ulteriore specializzazione che vi ha consentito di raffinare ancora di più la nicchia della nicchia. Distillare ancora di più un bacino di utenti che, se vogliono quelle specifications che gli consentono di godere del loro hobby, alludo alla pesca, il passaggio obbligato è questa soluzione che avete messo a punto. Mentre ci raccontavi, ho notato l’uso della prima persona plurale cioè “noi”; questo mi fa mi fa capire che dietro i successi, oltre ovviamente la tua intuizione e la vision che hai trasmesso, c’è anche una squadra, c’è un’equipe.

Si! In primis, mia moglie che mi sostiene mi ha sostenuto sempre e diciamo che lei è quella che poi mi tiene più a freno o mi stimola quando serve. È il mio braccio destro, senza dubbio. E poi, Claudio che è il mio designer. La squadra, in realtà, è fatta da componenti di famiglia perché c’è mia sorella che è in ufficio con noi e che ovviamente fa la sua ottima parte, la sua collega, quindi tutto lo staff dell’ufficio.

E poi, ci sono i ragazzi in produzione che sono quelli che purtroppo si vedono poco anche nei video, ma sono quelli che materialmente creano e realizzano il prodotto finito.

Senti Luigi, tornando al prodotto, ma con riferimento alla scelta di penetrare quel tipo di mercato, quali sono i fattori chiave che influenzano la scelta dei clienti nel settore del kayak? Cioè, intendo dire, come ti posizioni per soddisfare le esigenze dei tuoi clienti e per differenziarti dalla concorrenza. Rendere l’azienda distintiva, rendere il brand distintivo, cioè oltre la vostra proposta di valore.

Leggendo su ogni pezzo, su ogni oggetto che producete con orgoglio lo stampo made in Italy. Ecco, il brand made in Italy è un’ulteriore leva di posizionamento? Contribuisce al posizionamento estero?

Ovviamente, tantissimo. In Italia, apprezzano ovviamente il made in Italy perché siamo molto influenzati da prodotti che arrivano dalla Cina quindi un po’questa tra virgolette diciamo repulsione per il prodotto che possono pensare essere di bassa qualità che arriva dalla Cina quindi questo ci dà un plus rispetto ai prodotti di importati. E mentre con l’estero il prodotto made in Italy viene forse maggiormente apprezzato rispetto agli italiani stessi; lo sappiamo che all’estero quando leggono la parola Italia, comunque, associano il design alla bellezza la qualità del prodotto e i nostri distributori esteri effettivamente hanno cercato in noi il prodotto di qualità italiano.

E quindi, anche per i distributori esteri, lavorare con un brand italiano Made in Italy è un piacere. Perché foriero di soddisfazioni.

Penso di sì. Qualcuno ci nominava come la Ferrari dei kayak, anche perché forse ovviamente associa la Ferrari all’Italia e la qualità. L’altro focus, ovviamente, è la facilità di utilizzo, quello che ti dicevo e soprattutto la cura della qualità del prodotto. Perché inserirci in questo contesto? Dove esistevano, esistono aziende che producono gas e che già a partire dagli anni 50 60 per noi non è stato e non è ancora facile. E far capire che il prodotto non è solo bello esteticamente ma qualitativamente ben fatto.

Nell’ambito, diciamo gestionale. Come affrontate le sfide ambientali nel settore del kayak? Come la protezione dell’ambiente marino o dei corsi d’acqua o anche la stessa produzione?

Allora, il kayak è molto molto associato ad un concetto di ecologia di ecologia. Intanto, perché è propulsione umana, braccia o gambe. Quindi non sei soggetto a nessuna normativa per quanto riguarda motori e certificazioni e potenzialmente. Possiamo affermare che il kayak non inquina e a zero impatto ambientale; potenzialmente può andare in riserva. E noi che produciamo prodotti da pesca partecipiamo molto a competizioni di pesca dove la regola principale è il rilascio del pescato. Quindi anche se vengono fatte ottime catture, queste catture vengono rilasciate.

Invece sul piano interno, ad esempio, avete cura sugli scarti di produzione? Ne avete tanti?

Il prodotto è completamente riciclabile, quindi materiale riciclabile e, a fine vita, il prodotto si ricicla con la plastica e ciò che è metallo va insieme al metallo. In fase di produzione, su venti chili c’è uno scarto di circa 500 grammi, quindi mezzo chilo, circa il 5%; che è tutto riciclato, quindi riciclabile. Quindi, quasi tutto lo scarto, noi lo rimandiamo al fornitore della materia prima che viene riciclato e poi rimesso in produzione.

Quindi anche qui siete allineati e anche questo è un elemento ancora oggi distintivo ma che per il futuro sarà necessario omologare a tutte le aziende sane. Allora ci avviamo verso la conclusione e andiamo in finale con uno sguardo al futuro. Mi viene da chiederti quali sono i tuoi progetti futuri per l’azienda nel settore del kayak ha in programma di espanderti, introdurre nuovi prodotti o servizi? I vostri obiettivi a lungo termine?

È chiaro, Michele. Noi alziamo, almeno io, sempre l’asticella come già abbiamo fatto con il nuovo stabilimento che due anni fa ci ha permesso di ampliare a 3400 metri quadri, perché purtroppo il volume dei prodotti nello stoccaggio è alto e abbiamo iniziato una nuova linea di produzione. Inizieremo quest’anno nuova linea di produzione con un macchinario che ci permetterà di ottimizzare sia i costi ma anche a livello produttivo, andando a stringere ancora di più il cerchio della produzione; l’asticella è quella di diffondere il più possibile il nostro prodotto a livello mondiale. Quindi cercare di conquistare il mercato americano, dove il kayak è un oggetto molto richiesto in tutto tutti i mesi dell’anno. In Italia il kayak da mare, chiamiamolo da spiaggia, è limitato ai mesi prettamente estivi e primaverili.

Il nostro focus è quello della pesca. Soprattutto gli appassionati americani vanno a pesca anche in inverno, con abbigliamenti adeguati e quindi si lavora anche in inverno.

Quindi, la stagionalità potrebbe essere ampiamente compensata dalla grande richiesta d’oltre oceano che ha una long life sui dodici mesi dell’anno.

Bene Luigi. Ci hai condotto con mano ferma e sicura nel tuo mondo e sono sicuro che anche per i nostri lettori sia stata una conversazione interessante.

È stato un piacere incontrarti. Ciao a tutti.

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Michele D'Ambrosio
Michele D'Ambrosio
Laureato in Economia e Giurisprudenza, Michele D’Ambrosio è consulente di direzione e di comunicazione aziendale e per TuNews24.it cura la rubrica settimanale “Marketing, Branding, Comunicazione”. Già dirigente di società in Italia e all’estero, cura per aziende e professionisti la definizione dello stile di Comunicazione e il posizionamento del Brand. Il suo focus è risolvere le esigenze di visibilità di chi intende entrare in connessione con il proprio pubblico con una narrazione di sé originale e distintiva. “Il Brand non è una tattica, è la costruzione di un rapporto di fiducia con la tua audience. Il racconto delle tue unicità ti condurranno al tuo pubblico” (Michele D’Ambrosio)
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