La malavita organizzata allunga sempre di più i suoi tentacoli sulla provincia di Frosinone. E lo fa in maniera sempre più pressante e scientifica. L’ennesima conferma arriva dalla relazione semestrale diramata dalla Direzione Investigativa Antimafia supportata dall’intervento del ministro dell’Interno Luciana Lamorgese.
I contenuti della relazione
“Analogamente al territorio pontino anche nel frusinate si registra un’incidenza criminale condizionata dalle proiezioni delinquenziali campane, con riferimento soprattutto alla storica presenza del clan dei CASALESI (in particolare i VENOSA) e del clan MALLARDO.
Si registra contestualmente anche la presenza di propaggini criminali autoctone rappresentate principalmente dalle famiglie SPADA e DI SILVIO. Queste, imparentate con le omonime aggregazioni criminali romane e pontine, si sono rese protagoniste nel tempo di alcuni rilevanti episodi delittuosi dimostrandosi attive nel racket delle estorsioni, nell’usura, nel traffico e nello spaccio degli stupefacenti talvolta in osmosi con organizzazioni mafiose.
Nell’area di Cassino si è registrata nel tempo una considerevole presenza di proiezioni di sodalizi criminali campani e segnatamente quelli di origine casertana. In questa zona risiedono soggetti appartenenti al cartello dei CASALESI, agli ESPOSITO di Sessa Aurunca, ai BELFORTE di Marcianise, ma anche ai clan napoletani LICCIARDI, GIULIANO, MAZZARELLA, DI LAURO e ai GIONTA di Torre Annunziata (NA).
Il 3 febbraio 2021 infatti nell’ambito dell’operazione “Autoriciclo”44 la Guardia di finanza ha dato esecuzione ad una misura restrittiva nei confronti di 17 persone ritenute responsabili di associazione per delinquere, evasione e frode fiscale. Le indagini hanno consentito di individuare 2 organizzazioni criminali i cui membri erano legati anche ad esponenti di spicco dei CASALESI, dedite alla commissione di una serie di reati fiscali, frode in commercio, falsità ideologica, intestazione fittizia di beni, estorsione, riciclaggio ed abusiva attività finanziaria.
I traffici di stupefacenti continuano a rappresentare un’importante fonte di lucro per i gruppi organizzati attivi nella provincia così come l’usura, il riciclaggio, il settore dei giochi e delle scommesse e quello dei rifiuti, segmenti criminali sui quali le mafie hanno lucrato sfruttando le opportunità del territorio, con i conseguenti rischi di infiltrazione dell’economia legale alimentati dall’emergenza pandemica.


