Tra i cambiamenti in positivo portati dal lockdown c’è sicuramente quello della presa di coscienza riguardo l’importanza degli strumenti digitali in sfere della quotidianità che vanno oltre il mero intrattenimento.
Abbiamo finalmente capito che un uso mirato delle tecnologie digitali può apportare numerosi vantaggi anche a lavoratori e studenti.
In questi anni di stop forzato la tecnologia digitale si è infatti rivelata uno strumento indispensabile per garantire la continuità didattica dei ragazzi. Questo ha reso necessario un adeguamento del sistema scolastico, che come molti altri settori nel nostro Paese fatica ad adeguarsi ai processi di digitalizzazione iniziati ormai da diversi anni.
La “riscoperta” (in alcuni casi sarebbe più giusto parlare di scoperta) delle potenzialità del digitale, ha messo anche in luce la necessità di formare ed educare la cittadinanza ad uso consapevole di questi mezzi di comunicazione.
Nel contesto digitale attuale ogni utente svolge non solo il ruolo di fruitore di contenuti, ma anche quello di parte attiva nell’intero processo di creazione e circolazione delle informazioni (e non solo).
Cos’è l’educazione digitale?
Essere cittadini digitali consapevoli vuol dire avere capacità e conoscenze tali da utilizzare gli strumenti digitali nella maniera più consona e responsabile. La consapevolezza, la conoscenza e l’uso corretto di questi strumenti sono fondamentali per minimizzarne i rischi.
L’educazione digitale parte da queste premesse e si propone l’obiettivo di fornire strumenti e competenze indispensabili per permettere ai cittadini di cogliere al meglio le opportunità offerte dal digitale.
Consapevolezza digitale: perché è così importante?
Come dicevamo poco sopra, nel contesto digitale ognuno di noi è parte attiva del processo di creazione e diffusione di contenuti, di circolazione delle informazioni e di creazione delle relazioni.
Per questo è molto importante che il contributo di ognuno derivi, per quanto possibile, da un’appropriata conoscenza degli strumenti digitali, nonchè da una buona dose di spirito critico e senso di responsabilità.
Alla luce di quanto detto, formare i cittadini all’uso consapevole degli strumenti digitali, vuol dire anche e soprattutto contribuire a limitare tutti quei fenomeni che si avvalgono delle potenzialità del web – e dei social network in particolar modo – per fini tutt’altro che costruttivi.
Pensiamo ad esempio al cyberbullismo, al bodyshaming, alle forme di adescamento di cui sono spesso vittime i minori, ai furti di identità, al revenge porn e via discorrendo. Si tratta di forme di violazione dei diritti che passano proprio attraverso il web, ma a che a causa di un ritardo legislativo in questo campo, non sono ancora del tutto perseguibili a livello legale.
Non solo tutela di fronte ai rischi del web: l’educazione digitale serve anche ad illustrare ad adulti e bambini i vantaggi e le potenzialità del web e dei social network in vari e molteplici ambiti.
L’educazione digitale arriva (finalmente) a scuola
Ci sono voluti due anni di pandemia e di “reclusione forzata” per farci sentire la necessità di inserire, finalmente, l’educazione digitale nelle scuole.
A partire dall’anno scolastico 2020-2021 è stata introdotta nelle scuole italiane di ogni ordine e grado l’Educazione Civica Digitale. Una materia a cui sono dedicate un minimo di 33 ore l’anno e che tratta temi legati a cittadinanza digitale, Costituzione e sostenibilità.
Un passo in avanti (che poi tanto in avanti non è, visto che il digitale ci accompagna già da un bel po’) fondamentale per portare giovani e giovanissimi a riflettere su questioni che li riguardano molto da vicino, ma che sempre più spesso li designano come protagonisti inconsapevoli e sprovveduti.
In questo modo gli studenti potranno acquisire maggiore consapevolezza nell’uso degli strumenti digitali, passando così da consumatori di contenuti passivi a consumatori (e “creatori”) critici e responsabili.
Educazione digitale: alcuni strumenti online a supporto
Il portale web Safer Internet Service – Generazioni Connesse nasce da un progetto coordinato dal MIUR che ha come obiettivo quello di “fornire informazioni, consigli e supporto a bambini, ragazzi, genitori, docenti ed educatori che hanno esperienze e problematiche legate a Internet” nonchè per “agevolare la segnalazione di materiale illegale online sviluppare servizi dal contenuto innovativo e di più elevata qualità, al fine di garantire i giovani utenti la sicurezza ‘nell’ambiente’ on line”.
Google for Education raccoglie invece una serie di strumenti rivolti a insegnanti e studenti per agevolare e supportare l’apprendimento scolastico.
Per educare anche i più piccoli a un uso consapevole di Internet, Google ha pensato di creare dei giochi online educativi, come Interland e Space Shelter, che hanno proprio come scopo quello di insegnare ai bambini (ma non solo!) a muoversi tra le insidie del web, per proteggere i propri dati da malvagi e imprevedibili hacker.
