martedì 14 Maggio 2024
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Digital detox: il bisogno di disconnettersi per ritrovarsi più produttivi e umani

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Lo scorso 22 Febbraio è stata la Giornata della disconnessione da internet. Come si potrà facilmente intuire, l’intento di questa giornata è quello di portare sempre più persone ad acquisire la buona abitudine di coltivare del tempo di qualità fuori dagli spazi digitali (l’ideale sarebbero 24h, per chi può permetterselo)

Un tema, quello del digital detox che sta trovando terreno fertile tanto negli ambienti dell’alta imprenditoria, quanto nei contesti giovanili.

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Di sicuro la pandemia ha fatto da acceleratore a questo processo: se per molti aspetti l’esperienza del Covid-19 non ci ha resi migliori come speravamo, se non altro ci ha insegnato a rallentare e a riscoprire il valore del tempo. Ora che siamo tornati ad una “quasi normalità” il rischio però è quello di poter dimenticare questa importante lezione.

Internet e il mal dell’anima 

Durante la presentazione del suo modello di fabbrica contemporanea nel 2017, Bruno Cucinelli, imprenditore di successo nel mondo della moda, si è rivolto alla sua platea con queste parole:

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È diventato chic essere stravolti dal lavoro, ma in fondo abbiamo una marea di perdita di tempo… tutto tempo che perdiamo per la nostra anima.”

Il video del suo discorso è divenuto virale nelle ultime settimane. Tema centrale dell’intervento l’importanza della gestione del tempo e della riappropriazione degli spazi di vita offline. Un punto di vista inusuale per un industriale qualsiasi, ma non di certo per Cucinelli, noto nell’ambiente della moda e non solo per i suoi modi acuti e brillanti di trattare argomenti di un certo spessore.

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Internet (…) ha cambiato l’umanità, ma con questo meraviglioso e affascinante dono che il creato ci ha fatto, che cosa dobbiamo fare noi? Cercare in qualche maniera di governarlo, perchè ha appesantito il nostro mal dell’anima” (B. Cucinelli)

Una generazione iper-connessa

I dati del 2001 sulla diffusione e le pratiche di consumo del digitale (Report di We are social) ci dicono che solo in Italia gli utenti connessi sono più di 50 milioni. Ci connettiamo per oltre 6 ore al giorno e passiamo sui social in media più di 2 ore. Abbiamo smart-phone, smart tv, sistemi automatizzati per la casa, che la rendono una “smart home”. Ma tutta questa “intelligenza”, se non opportunamente sfruttata, rischia di colonizzare la nostra vita al punto di privarci della nostra dimensione più umana.

Ci rivolgiamo alla rete per trovare risposte alle nostre domande, per cercare consigli, fare acquisti, condividere immagini, video e pensieri sui social, guardare e/o scaricare video, ascoltare e/o scaricare podcast, imparare cose nuove, coltivare relazioni a distanza, comunicare con amici e parenti, lavorare. Insomma, non solo gran parte della nostra vita si svolge ormai online, ma stiamo delegando al digitale la responsabilità di fare e di pensare per noi. Come evitare che questo accada? Come preservare la nostra umanita? Trovando il tempo per disconnetterci e tornare a fare e a pensare.

Il diritto di disconnettersi

Appena un anno fa Italia, Francia, Belgio e Spagna hanno istituito il diritto alla disconnessione, che sancisce la possibilità per i lavoratori di non rispondere a mail o telefonate fuori dall’orario di lavoro.

Se è vero che è ormai impensabile una vita completamente offline, non dobbiamo perdere di vista le ripercussioni di questo atteggiamento su diverse sfere del nostro vivere: da quella psicologica a quella sociale, fino ad arrivare a quella economica e lavorativa. 

Dal punto di vista psicologico gli esperti hanno individuato il diffondersi di una nuova patologia denominata FOMO, letteralmente Fear Of Missing Out, ovvero la paura costante di potersi perdere qualcosa (che avviene online). Da qui la necessità di monitorare continuamente le bacheche dei nostri social e il nostro attaccamento ai limiti del morboso allo smarphone.

Una patologia questa che può investire anche l’ambito lavorativo, nel momento in cui non riusciamo a fare a meno di controllare le mail e i messaggi di lavoro anche fuori dall’orario di lavoro. 

Molto più di una dipendenza: se già in passato diversi studiosi dei media avevano previsto che le nuove tecnologie sarebbero divenute una sorta di prolungamento dei nostri arti, oggi gli psicologi hanno individuato una sindrome molto simile a quella dell’arto fantasma, che riguarda l’assenza dello smartphone. I pazienti sottoposti a diversi studi  questa sindrome hanno dichiarato di aver percepito anche più di una volta la vibrazione tipica di quando si riceve una notifica.

C’è vita oltre la rete! Qualche consiglio per trascorrere il tuo tempo offline

Vivere anche solo poche ore senza connessione è per molti una vera prova di coraggio. Come abbiamo visto però, farlo sta diventando necessario per la nostra salute mentale e fisica. Ma cosa possiamo fare senza internet? Beh, anche se il mondo prima di internet sembra ormai un tempo remoto, è bene ricordarsi ogni tanto che si può vivere anche da sconnessi. Ecco qualche idea per trascorrere il tuo tempo di qualità offline:

  • Praticare sport di qualsiasi tipo, anche soltanto una bella camminata nella natura, senza l’ansia di una notifica o di una mail a cui rispondere;
  • Leggere un libro o ascoltare un podcast, lasciandoci travolgere dalla trama, senza interruzioni;
  • Scrivere: pensieri, poesie, storie, un diario… qualunque cosa. Scrivere può essere molto d’aiuto per scaricarci nei momenti di massima tensione. 
  • Dedicarsi ai giochi di società per riscoprire il piacere di divertirsi insieme senza mediazioni
  • Concedersi una giornata di relax al mare o in una spa, in un ambiente tranquillo, lasciando sospesi pensieri e problemi;
  • Fare shopping nei piccoli negozi e riscoprire il piacere di toccare con mano stoffe, ceramiche, o di sfogliare le pagine di un libro.
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Eleonora Lisi
Eleonora Lisi
Laureata in Media, Comunicazione digitale e Giornalismo presso l'Università di Roma La Sapienza, la dott.ssa Eleonora Lisi per TuNews24.it cura la rubrica settimanale ‘Impronte Digitali’ dedicata al tema ‘società e nuove tecnologie’. Si occupa di copywriting e web content management e ha fatto parte del team di ricerca dell'Osservatorio Social TV (Centro di Ricerca Digilab, Sapienza) che indaga i cambiamenti nel mercato televisivo e nelle pratiche delle audience. In passato ha collaborato anche con la redazione online del quotidiano ‘Ciociaria Oggi’ scrivendo di attualità e cultura.
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