martedì 14 Maggio 2024
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Podcast: l’arte dell’ascolto sfida il potere delle immagini

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Secondo una recente ricerca Nielsen, in poco meno di tre anni gli ascoltatori di podcast in Italia sono passati da 850 mila a oltre 2 milioni e 700 mila persone

Nell’era dell’interattività che si fa quadrimensionale, del consolidamento della cultura partecipativa e del culto indiscusso delle immagini, si fa largo un medium all’apparenza “timido” e a tratti anacronistico.  

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Alcuni lo hanno definito un “parente” della radio. Ma si può davvero considerare tale? Pur condividendo con la radio alcuni tratti comuni, il podcast è a tutti gli effetti un medium a sé stante. Sia per le tecnologie che utilizza (avrai sicuramente sentito parlare dei feed RSS), sia per i contenuti che ospita e per le modalità con cui possono essere fruiti.  

Podcast: Origini e definizione 

Il termine podcast ha da poco compiuto 18 anni. Era infatti il 12 febbraio del 2004 quando comparve per la prima volta in un articolo pubblicato sul “The Guardian” da Ben Hammerstey e intitolato “Audible Revolution”. Tra i possibili nomi da dare alla nuova tecnologia che stava prendendo piede in quegli anni, Hammerstey indicò quello di podcasting. 

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La parola podcast deriva dall’unione dei termini inglesi iPod e broadcast. Con il primo termine si fa riferimento al dispositivo della Apple – che tutti ricorderete – utilizzato per ascoltare file audio, che conobbe particolare fortuna nei primi anni del 2000. Il termine broadcast invece, indica una modalità di trasmissione delle informazioni in cui il messaggio origina da una singola emittente per arrivare a molteplici riceventi.  

A contribuire all’introduzione del termine nel lessico comune fu il New Oxford American Dictionary, che nel 2005 decretò podcast  parola dell’anno.

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Dopo un primo esponenziale successo il podcast ha conosciuto un rapido e costante declino, che si è protratto fino al 2015. Prima di questa data il podcast era infatti strettamente legato al mezzo fisico dell’ iPod (o simili) e pertanto le sue potenzialità comunicative potevano essere sfruttare in modo ancora parziale. 

Il proliferare degli smartphone a partire dal 2015 in poi, ha contribuito a creare un terreno fertile per il rifiorire del podcast, che svincolatosi da un unico supporto fisico è divenuto a tutti gli effetti un medium.

Ma cos’è un podcast?

Con il termine podcast si fa riferimento a un contenuto audio originale – solitamente di natura seriale – disponibile in modalità on-demand su internet. A differenza dei contenuti in streaming, i podcast possono essere scaricati e ascoltati in un secondo momento, offline

I contenuti podcast investono moltissimi generi. Si va dagli spezzoni di programmi radiofonici ai contenuti cosiddetti “nativi”, cioè creati appositamente per essere fruiti in questo formato. Tra questi troviamo gli audiolibri, i manuali, le trasposizioni di opere teatrali o cinematografiche, i documentari, contenuti per bambini e molto altro ancora.

La rivincita dell’audio. Quando l’arte dell’ascolto sfida il potere delle immagini 

Negli ambienti Rai dei primi anni ‘60 la Radio veniva definita la sorella cieca della TV, lasciando sottendere la presenza di un grave handicap nel mezzo radiofonico (quello di non essere supportato da immagini) che la TV era prontamente intervenuta ad eliminare. Eppure l’entrata in scena della TV, come sappiamo bene, non ha affatto decretato la fine della Radio. Questa infatti, non solo ha dimostrato di sapersi adattare e integrare con le nuove tecnologie, ma ha fatto della sua “cecità” un suo punto di forza, circondandosi di un’aura di fascino che tutt’ora fatica a dissolversi. 

La stessa aura, forse, che oggi avvolge il podcast e che lo rende un medium senza tempo e che al tempo resiste. Perché in fondo quella dell’ascolto, come sosteneva Rudolf Arnheim, non è altro che un’arte. Secondo lo storico dell’arte tedesco infatti, il suono (così come la voce), propagandosi nello spazio aereo indefinito, permette all’ascoltatore di delineare nella sua mente “un’immagine acustica del mondo”. Tanto per la radio, quanto per il podcast, si tratta dunque di una cecità che non va contrastata, ma al contrario elogiata, poichè è proprio in questo tratto caratteristico che risiede la forza di questi media. 

Dove ascoltare podcast?

Oggi ascolater podcast è estramamente facile e, come abbiamo visto, se ne possono trovare davvero per tutti i gusti. Alcune emittenti radiofoniche, come Radio105 e Radio24 mettono a disposizione i podcast dei propri programmi, per poterli ascoltare in qualsiasi momento. Tra le principali piattaforme gratuite di podcast “nativi” troviamo Rai Play Sound, Google Podcasts, iTunes Sound, Podwalk, Stitcher. Esistono poi piattaforme a pagamento, tra le quali Audible (di Amazon) e Spotify. 

Se non hai ancora mai ascoltato un podcast ti consiglio vivamente di farlo e di lasciarti trasportare dalll’affascinante arte dell’ascolto.

 

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Eleonora Lisi
Eleonora Lisi
Laureata in Media, Comunicazione digitale e Giornalismo presso l'Università di Roma La Sapienza, la dott.ssa Eleonora Lisi per TuNews24.it cura la rubrica settimanale ‘Impronte Digitali’ dedicata al tema ‘società e nuove tecnologie’. Si occupa di copywriting e web content management e ha fatto parte del team di ricerca dell'Osservatorio Social TV (Centro di Ricerca Digilab, Sapienza) che indaga i cambiamenti nel mercato televisivo e nelle pratiche delle audience. In passato ha collaborato anche con la redazione online del quotidiano ‘Ciociaria Oggi’ scrivendo di attualità e cultura.
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