giovedì 25 Aprile 2024
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I Savoia reclamano i gioielli della Corona, ma tra loro non c’è l’erede al trono

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I Savoia reclamano i gioielli di famiglia, eppure gli intoppi non sono pochi. Stiamo parlando di un cofanetto che tra pietre preziose, perle, e incastonature d’epoca, ha un valore davvero notevole ed è chiaro che potrebbe far gola a molti.

I Savoia reclamano i gioielli - Regina Elena del montenegroEmanuele Filiberto, espone motivazioni un po’ filantropiche. Vorrebbe che cotanta ricchezza venisse esposta al pubblico e diventasse in qualche modo “proprietà del popolo”, motivazione che stride alquanto e non convince.

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I Savoia reclamano i gioielli della Corona

Il tesoro si trova dal 1946 in un caveau della Banca d’Italia e pur potendo “uscire”, possiamo dire che quelle gemme da allora non abbiano mai visto la luce. Presi in custodia tre giorni dopo il referendum che quel famoso 2 giugno decretò la nascita della Repubblica; i gioielli di fatto sono un bene “indisponibile” dello Stato, che non ha mai reclamato o esercitato la piena proprietà. Cosa non trascurabile è che la Repubblica non è stata mai ratificata ufficialmente dalla corte costituzionale, e non è un dettaglio da poco. In ogni caso, i quattro figli del re, ovvero Vittorio Emanuele, Maria Gabriella, Maria Pia e Maria Beatrice chiedono indietro il tesoro di famiglia. Eppure tra loro non c’è il legittimo erede al trono, argomento che rigettano, finendo però in un “cul de scac”, poiché fino ad ora la banca d’Italia risponde “picche”.

Emanuele Filiberto

Intanto, questo corposo cofanetto dal valore storico ed economico eccezionale, fu preso in carico dall’allora governatore della Banca d’Italia; l’economista Luigi Einaudi, che a breve, sarebbe diventato il primo Presidente della Repubblica. All’epoca fu Falcone Lucifero, ministro della Real Casa a consegnare i preziosi, scrivendo. Si affidano in custodia alla cassa centrale, per essere tenuti a disposizione di chi di diritto, gli oggetti preziosi che rappresentano le cosiddette gioie di dotazione della Corona del Regno”. Al riguardo, l’articolo XIII della Costituzione dice che “I beni, esistenti nel territorio nazionale, degli ex re di Casa Savoia, delle loro consorti e dei loro discendenti maschi, sono avocati allo Stato”. Questo chiuderebbe il discorso, ma intanto il tesoro sta ancora in un cofanetto in pelle a tre piani; come se scottasse. Esso comprende un rarissimo diamante rosa montato su una grande spilla;e  i lunghissimi collier di perle appartenuti dalla regina Margherita.

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Margherita di Savoia

Inoltre il meraviglioso diadema che la sovrana indossava, nonché i gioielli della regina Maria Antonia. Vi sono anche preziosi molto antichi, precedenti al regno d’Italia. Insomma, stiamo parlando di almeno 6732 brillanti, e circa duemila perle. Quarant’anni fa una perizia di Bulgari, valutò i tesori della Corona per 2 miliardi di lire dell’epoca. Oggi, invece si potrebbe arrivare a trecento milioni di euro. Legalmente il tutto è molto fluido, ambiguo, poiché di fatto il tesoro è bloccato e non solo non si restituisce ai discendenti, negandogli anche di aprire il cofanetto, ma non si espongono, e di fatto non si dispone del bene nella sua completezza. E’ come se il tesoro restasse in un limbo. Di fatto questo tesoro è un pezzo di storia d’Italia, di una casa reale millenaria. L’ipotesi che potrebbero essere messi all’asta, il che sarebbe possibile se fossero restituiti, a molti fa storcere il naso.

Gioielli della Corona

Riacquisirli, magari dopo una battaglia legale solo per esporli, sembra poco credibile. Insomma, si potrebbe far cassa, ma a chi spettano davvero? E’ certo che i discendenti maschi dell’ultimo re d’Italia Umberto II non sono rappresentanti ufficiali di Casa Savoia e non sono nella linea di successione. Tutto nasce dalle nozze non autorizzate dell’unico figlio maschio del re, Vittorio Emanuele, che sposò la borghese Marina Doria. I matrimoni dei principi di Casa Savoia avvengono rigorosamente fra pari. Questo uso, insieme al diritto di primogenitura, arriva fin dai tempi di Umberto Biancamano, dall’anno 1000, con il preventivo assenso da parte del Capo della Casa. Va specificato che Vittorio Emanuele poteva sposare chi voleva, ma senza il consenso del padre, ha perso i diritti dinastici. Comunque in seguito re Umberto, pur essendo stato un nonno amorevole, non dimenticò mai i suoi doveri dinastici.

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Principe di Piemonte e i Savoia reclamano i gioielli della Corona

Partecipò al battesimo del nipote Emanuele Filiberto, ma non riconobbe la nascita di quest’ultimo come significativa da un punto di vista dinastico. Il bambino non ebbe alcun titolo, né onorificenza, né il trattamento di altezza reale. Nonostante il nipote usi correntemente titoli di principe di Piemonte e di principe di Venezia. L’esclusione del primogenito del re Umberto II dalla linea di successione, rimette in gioco il ramo cadetto di casa Savoia, ovvero il ramo Aosta. A chiudere la faccenda possiamo dire che è stata la nomina del duca Amedeo d’Aosta, nel 2006, proclamato Capo della Casa dalla Consulta dei senatori del Regno. Contestualmente egli lasciò il titolo di duca d’Aosta per quello di duca di Savoia. Il 1º giugno 2021, alla morte di Amedeo, la pretesa al titolo di duca di Savoia passa al figlio Aimone, che diventa così il nuovo Capo di Casa Savoia e questo è quanto.

Gioielli degli Windsor

Quindi oggi il rappresentante ufficiale di casa Savoia è il duca Aimone Savoia Aosta; che di fatto non ha reclamato i gioielli della corona e nessun altro bene, perché sa di non poterlo fare oggi. In ogni caso, è un vero peccato che gli italiani non possano ammirare i gioielli della corona, anche pagando un modico biglietto. Basta pensare che nel Regno Unito i gioielli degli Windsor, esposti nella Torre di Londra, attraggono circa 3 milioni di turisti l’anno. Per ora la Banca d’Italia nicchia, rifiuta anche solo di aprire il cofanetto, rimandando in qualche modo la palla al governo, che certamente in agenda non ha questa priorità al momento. Certamente questi gioielli sono un pezzo di storia di una famiglia che ha regnato sull’Italia e quindi anche del nostro Paese.

© Riproduzione riservata

 

 

 

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Simona Aiuti
Simona Aiuti
Giornalista, web editor, blogger e autrice di romanzi, Simona Aiuti collabora con il quotidiano online TuNews24.it. Ama lo sport, l’arte in tutte le sue declinazioni e andare per musei e mostre. Si occupa da sempre di costume, italiani nel mondo, eccellenze tricolore e di trovare così le nostre tracce sovente profonde all’estero, anche e soprattutto nella stratificazione storica. Ama la storia, i dettagli dell’archeologia nascosta, la scultura, la poesia e l’arte in generale, in molte delle sue sfaccettature.
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