Presente il sindaco Cianfrocca. Prezioso lavoro di ricerca dell’associazione “Noi per le Fraschette”. In Prefettura consegnati 23 riconoscimenti a cittadini alatrensi deportati nei lager nazisti
Nel Giorno della Memoria c’è stata la Consegna delle Medaglie d’Onore per i Deportati ed Internati Italiani nei lager nazisti. Nella cerimonia avvenuta in Prefettura c’è stata anche la presenza del sindaco Maurizio Cianfrocca. Questi i nominativi dei riconoscimenti per il Comune di Alatri: Antonio Bauco, Pasquale Bellotti, Salvatore Castagnacci, Giovanni Dell’Uomo, Renato Dell’Uomo, Vito Fanfarillo, Lazzaro Ferrante, Pietro Frezza, Orlando Gatta, Pietro Gatta, Cataldo Gori, Angelo Lisi, Sisto Martinelli, Gino Moriconi, Antonio Nevicelli, Giacinto Pacitto, Alfonso Passeri, Luigi Reali, Fernando Ribardo, Battista Giovanni Rossi, Felice Sarandrea, Domenico Sbaraglia, Natale Vinciguerra.
Ha spiegato il sindaco Cianfrocca: «Ho accolto così con piacere e profondo rispetto l’invito del Prefetto di Frosinone, Ernesto Liguori, alla cerimonia odierna, in occasione della Giornata della Memoria, di consegna delle Medaglie d’Onore a 23 nostri concittadini. Ho partecipato a questo essenziale momento di ricordo, raccoglimento e riflessione per rendere omaggio alla memoria di tutte le vittime dell’Olocausto, dell’atroce persecuzione del popolo ebraico e di tutti gli altri deportati nei campi di concentramento e sterminio. È un orgoglio per tutti che alcuni nostri concittadini siano stati insigniti di questo riconoscimento. Un plauso va all’associazione “Noi per le Fraschette” che, subito dopo essere venuta a conoscenza di questa onorificenza, ha stilato un elenco con i nominativi dei soldati e cittadini di Alatri, catturati dai tedeschi dopo l’8 settembre 1943. Un elenco preciso, ottenuto grazie all’incrocio di più informazioni. Un attento e minuzioso lavoro di studio e di ricerca che ha portato a ottimi risultati, permettendo a tante famiglie di seguire tutte le procedure e poter vedere oggi celebrata, come giusto, la memoria dei propri cari. Una memoria che però non deve essere solo la loro, ma collettiva, per fare in modo che gli errori, le cattiverie e le atrocità del passato non vengano più ripetute, creando una società in cui ci sia rispetto e spazio per tutti».