Mentre Aquino e la Ciociaria piangono la morte di Francesco Tomassi, il 23enne cadetto dell’Accademia Navale di Livorno morto alle 5.30 di ieri travolto da un treno, la magistratura sta indagando a fondo per fare piena luce sull’accaduto. In merito, come primo e preventivabile atto, sulla salma sarà eseguita l’autopsia. In Procura, per consentire questo è forse anche altri accertamenti, è stato aperto un fascicolo.
L’ipotesi più accreditata, come scrive la collega Monica Dolciotti de iltelegrafolivorno.it, sarebbe la morte accidentale. Si esclude il suicidio. Questa morte è però ritenuta assurda dagli amici. Chi lo conosceva lo descrive come “solare, generoso, senza grilli per la testa”. Era originario di Acquino, dove è stato proclamato il lutto cittadino e dove tutto il paese si è stretto attorno alla famiglia dell’allievo ufficiale. “Era arrivato in fondo ai cinque anni di corso in Accademia – hanno ricordato i compagni di corso – e aveva manifestato la volontà di lavorare nel Corpo delle Capitanerie di Porto”.
Amici esterni all’Accademia hanno confermato che “aspettava la destinazione di servizio. Una volta avuta la conferma avrebbe chiesto ai genitori e alla sorella di raggiungerlo”. Altri amici hanno raccontato che “venerdì sera Francesco aveva incontrato un paio di ragazze nel quartiere della movida, la Venezia, ed erano usciti insieme forse anche con altri. Sabato sera poi dopo cena era andato in discoteca.
Anche in quella occasione era con amici diversi da quelli abituali. Forse gli stessi di venerdì. Avevano fatto tardi e al rientro si erano diretti ad Antignano. Poi da solo sarebbe andato a fare due passi fino alla ferrovia (il corriere della sera parla di un litigio con gli amici mentre in macchina il gruppo tornava a casa dopo la serata in discoteca). Tornando indietro, probabilmente per errore, ha attraversato i binari ed è stato centrato da un convoglio in corsa”.
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