martedì 29 Aprile 2025
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ELEZIONI FROSINONE – Seduti a Tavoli sfasciati

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Tutto da rifare, le “prove” per costruire le coalizioni vanno male o non riescono neanche a partire

di Dario Facci

Le Voci del Palazzo, nelle ultime ore, si sono fomentate. Sebbene non esista alcuna ufficialità alla notizia si narra che finalmente qualcosa possa muoversi sul fronte Progressista in ordine ai tentativi di costituire una coalizione per le Comunali di Frosinone. Tutte le forze che si riconoscano in quell’area politica, all’inizio della prossima settimana, potrebbero riunirsi per superare finalmente le distanze che sino ad ora le hanno ostacolate. Se tali voci rispondessero al vero il consiglio da dare è di utilizzare la parole “riunione” o “incontro” o “vertice” o simili ma mai quella che evidentemente porta jella. “Tavolo” non aiuta. Fino ad ora infatti ci provato a invitare al “Tavolo” le componenti politiche ma i convitati si sono seduti e poi rialzati, sono andati a provare altre sedute quando, addirittura, come nel caso del recente vertice convocato da Fratelli d’Italia per il centrodestra, non si sono proprio presentati. Per quanto riguarda il centrosinistra invece la moltiplicazione dei tavoli aveva ingenerato non poca confusione. C’è chi ha tentato di semplificare le cose, come Art. Uno che ha deciso di chiudere il suo di tavolo per invogliare tutti a convertirsi ad un solo posto di discussione ma… il coordinatore di quel tavolo non ci sta, resiste, e pure se ormai si sono alzati praticamente tutti o quasi continua caparbiamente a proporre riunione, a lanciare appelli. Non si vuole rendere conto che se ne sono andati praticamente tutti quelli che in origine avevano composto quell’ambito di discussione. Sono migrati. Speriamo che le voci siano vere e che si risolva qualcosa almeno da qualche parte.

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Attualmente insieme al Pd hanno accettato di discutere: Movimento5Stelle, Demos, Italia Viva, Frosinone in Comune. Art. Uno e Azione stanno a guardare le mosse dei Democrat ma anche quelle dei Socialisti di Schietroma che ancora non hanno deciso di scendere a patti con nessuno. Ci sono dei nodi da sciogliere nei rapporti col Pd prima di tutto e poi anche sulla candidatura a sindaco. Proprio quello della candidatura a sindaco, inoltre, è il tema divisivo che ancora non ha consentito di riunire quei benedetti tavoli. Da notizie dirette ma tutte più o meno informali che le Voci dal Palazzo continuano a diffondere, ovviamente bisbigliando, prima di cercare di unire le forze politiche sarebbe indispensabile togliere di mezzo gli ostacoli che appaiono più evidenti e questo vale sia a destra che a sinistra: il Pd non ha capito o non vuole capire che quasi tutti i suoi potenziali alleati (che possano considerarsi di centrosinistra) non hanno intenzione di appoggiare operazioni di alchimia politica che snaturino sin dal principio il volto di un campo progressista. Vedremo gli sviluppi profetizzati dalle indiscrezioni di cui sopra.

Parimenti in una ideale compagine di centrodestra difficilmente si riuscirà a costruire unità d’intenti, per esempio se c’è chi continua a porre una pregiudiziale sul sindaco uscente come sta facendo Fratelli d’Italia, cioè una personalità che ha avuto un grande consenso ed è riuscito anche via via a rafforzarlo (si è visto alle ultime elezioni, per tralasciare una serie di altri riscontri). Va anche aggiunto che Fratelli d’Italia alle scorse elezioni comunali di Frosinone è risultato il penultimo della coalizione di centrodestra, racimolando 900 voti scarsi. In virtù della rapida evoluzione delle tendenze di voto e di ingressi sostanziosi aumenterà certamente quel magro bottino ma di quanto? Sia a destra sia a sinistra, insomma, sembra proprio che i conti si facciano male. Chiunque abbia un minimo di esperienza e di memoria delle elezioni del capoluogo sa che già da diverse consiliature non è possibile fare i conti della serva puntando esclusivamente al presunto computo numerico dei partiti e delle liste. Il motivo è costituito dalla grande presenza di liste civiche, per loro natura cangianti e ondivaghe sotto il profilo del consenso e anche di una parte non trascurabile di voto di opinione che è legato magari a una proposta programmatica e che, trattandosi di comunali, è anche condizionato dal prestigio, dalla stima o meno del candidato.

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