martedì 19 Marzo 2024
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L’intervista – Ivan Pierri, l’artista del ruolo di Light designer e Dop

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L’incontro con il direttore della fotografia di XFactor, ma di oltre cento programmi televisivi, alla mia venerabile età è stato un grande onore. Lo abbiamo incontrato con lo scenografo Gaetano Castelli e con il coreografo Luca Tomassimi, raccontandoci un po’ tutta la sua ‘carriera’ di direttore della fotografia come le tantissime edizioni di “BALLANDO CON LE STELLE”,“TI LASCIO UNA CANZONE”, “I RACCOMANDATI”, “TALE E QUALE SHOW”, “MISS ITALIA”, le “VIE CRUCIS” in mondo visione, sette “FESTIVAL DI SANREMO” di cui almeno quattro con la scenografia di Castelli e poi tutte le cose fuori dalla Rai come “GOT TALENT” ed “XFACTOR” in Italia e nel mondo arabo”

di Egidio Cerelli

Incontrare in aeroporto Ivan Pierri dopo la supervisione nella TV RTVKlan in Albania può sembrare un colpo giornalistico che non registri ogni giorno.
Come va direttore? Si ritorna al lavoro come direttore della fotografia ad XFACTOR

“Da metà giugno si riparte per costruire una “confezione” nuova alle Audition. XF vuol dire molto impegno e molta energia da mettere a disposizione per riuscire a creare un “ambiente” in cui i performer possano sentirsi a loro agio per esprimere il loro potenziale. Per il mio ruolo di Light Designer e DOP è davvero un privilegio poter esserci. Fremantle e sky lasciano grandi margini creativi e per me è particolarmente stimolante lavorarci e liberare la mia creatività per rendermi utile alla realizzazione dell’estetica del programma”.
Che cosa vuol dire essere direttore della fotografia e quale funzione ha?
“Nei programmi in cui collaboro, io ricopro sia il ruolo di Direttore della Fotografia che di light designer. Il mio lavoro consiste nel disegnare in 3d l’impianto di illuminazione con tutte le strutture e le posizioni che ritengo importanti per coadiuvare con gli effetti di luce la musica che gli artisti esprimono sul palco. La gestione dei colori, dei chiaroscuri, sono importantissimi per rendere delle sensazioni allo spettatore, c’è tanto studio, tanto lavoro alle spalle della formazione professionale di chi fa il mio mestiere. E’ davvero meraviglioso veder nascere e crescere, in un gruppo creativo (direttore artistico, regista, direttore della fotografia, scenografo). Nasce un idea che diventa suggestione in immagini per poi divenire disegno tecnico ed infine un vero e proprio programma televisivo. E’ una magia!”

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Direttore oppure autore della fotografia?
Qualcuno ha scritto che andrebbe definito meglio come autore della fotografia perché gestisce l’insieme dei mezzi, dei modi e degli accorgimenti creativi e tecnici della ripresa.

“Quello di Autore della fotografia è una vecchia diatriba. Alcuni Direttori della Fotografia del cinema hanno raggiunto questa definizione ma non credo che un “titolo” indichi il valore di un professionista, sul set le realtà e le vere competenze vengono fuori e sinceramente al momento questo mi basta”.
Avete di certo capito che stiamo parlando di un personaggio che in tanti ci invidiano per la sua eccelsa qualità produttiva. Ivan Pierri attualmente è per X Factor
“…per XF sono solo un appassionato collaboratore che ama il suo lavoro e che condivide la fortuna di poter lavorare con un gruppo molto affiatato di creativi che si diverte a trovare soluzioni espressive sempre nuove ed a percorrere mezzi espressivi il più originali possibili. Penso che il mio mondo interiore appaia nelle mie scelte estetiche di illuminazione e mi auguro che questo regali qualcosa alla trasmissione e magari aiuti lo spettatore a casa ad emozionarsi davanti alle esibizioni degli artisti”.

L’avventura in Albania

Come è questa avventura di lavoro rispetto alle tante che hai avuto in precedenza?
“Ma, in realtà Ardit, grande produttore di programmi televisivi con la sua Kenga Magike, mi ha chiamato più per dargli dei consigli su come portare il suo già ottimo prodotto ancora a livelli più alti, se possibile. E’ stato molto piacevole confrontarmi con lui, perché è un appassionato che sa come coinvolgere nei progetti i suoi collaboratori. Sono molto contento di averlo conosciuto. Il mio piccolo contributo al suo festival è stato comunque per me un onore”.
Quando hai cominciato questo lavoro?
“Nel 2003 all’interno della Rai dove ho avuto la fortuna di essermi formato professionalmente. Ero relativamente giovane per un ruolo professionale così importante, ho dovuto crescere in fretta e imparare velocemente da tanti grandi professionisti che ho avuto la fortuna di veder lavorare da vicino. Formarsi in una azienda come la Rai vuol dire imparare un mestiere a 360°. In 12 anni di lavoro lì ho potuto fare esperienza in ogni ambito della mia professione. Ho avuto la fortuna di lavorare alla realizzazione di eventi mondiali che prevedono illuminazioni architettoniche come la Via Crucis oppure ho dovute realizzare spot, talk show, show musicali, concerti di musica classica o concerti pop o rock, insomma tante opportunità per crescere ed acquisire un bagaglio professionale impossibile da realizzare altrove”.

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Con la RAI hai avuto persino qualche problema risolto immediatamente per tua grande gioia
“Si, nel mio percorso di vita ho commesso errori con i quali ho dovuto confrontarmi e che, come era giusto che fosse, ho pagato. Certamente il mio rispetto per la Rai e la coscienza di essere diventato quello che sono professionalmente grazie alle esperienze vissute in quegli anni rimane per me sempre ben chiara”.
Tre mostri della TV, Gaetano Castelli, Luca Tomassini e Ivan Pierri

Oggi ti vediamo con lo scenografo Gaetano Castelli e con il coreografo di Madonna Luca Tomassini. Come mai? Forse perchè vi ha voluto al suo fianco Ardit, il Pippo Baudo dell’Albania nel suo programma del Festival della canzone internazionale?
“Si, come ti dicevo prima, Ardit è stato l’artefice di questo incontro. Gaetano, che stimo e conosco da moltissimo tempo e che è la storia della scenografia in Italia gli ha parlato di me e mi ha chiesto di venire certo che l’avrei trovato stimolante. In effetti c’è una energia molto positiva, la tv come il paese sembrano in crescita. Quanto a Luca non sapevo venisse ospite anche lui è stata una meravigliosa sorpresa incontrarlo qui, oltre che un professionista per cui nutro un enorme stima è anche un amico con il quale abbiamo condiviso molte esperienze lavorative negli anni”.
Siete i tre maggiori personaggi-tecnici della TV. Cre trio! Castelli, Tomassini e tu Pierri.
“Mi sento molto fortunato a vedere il mio nome accostato a creativi del loro calibro, ho avuto molta fortuna per ritrovarmi al loro fianco nel mio percorso professionale. Ci accomuna sicuramente una grande passione per quello che facciamo e credo una particolare sensibilità che ci permette di entrare in sintonia tra di noi e con gli artisti sul palco. E sempre stimolante il confronto tra “appassionati” con tanti anni di esperienze (spesso condivise) alle spalle, il risultato di queste collaborazioni non è mai scontato e ti permette di esplorare idee spesso nuove”.
Luca Tomassini tra le tante coreografie va annotata quella per Madonna.
In Albania avete proposto lavori di altissima caratura tecnica

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“Come ti dicevo la mia “visita” è stata quasi esplorativa. Il livello estetico raggiunto dal Festival è molto alto, grazie sicuramente al valore aggiunto del contributo di Gaetano, ma c’è margine per migliorare il prodotto. Dal punto di vista tecnico-creativo ci sono molti accorgimenti che potrebbero far fare un salto di qualità allo show, Ardit è sembrato molto interessato e sono certo che dopo avergliene parlato non riuscirà a resistere a farli propri. La preparazione tecnica di alcune figure professionali in Italia è ancora un pò superiore e l’utilizzo di alcune tecnologie da noi consuete a certi livelli professionali portano enormi benefici dal punto di vista estetico e creativo. Sono certo che il prossimo anno le nostre proposte porteranno grandi miglioramenti ad uno show che è gia di livello internazionale”.

Programmi dove Pierri ha preso parte

Parliamo delle tue produzioni. In quanti programmi importanti hai preso parte?
“Credo di aver partecipato a più di cento programmi televisivi nel corso degli anni, sarebbe stucchevole elencarli ma potremmo indicare ad es.le edizioni di “BALLANDO CON LE STELLE”,“TI LASCIO UNA CANZONE”, “IRACCOMANDATI”, “TALE E QUALE SHOW”, “MISS ITALIA”, le “VIE CRUCIS” in mondo visione, sette “FESTIVAL DI SANREMO” di cui almeno quattro con la scenografia di Gaetano Castelli e poi tutte le cose fuori dalla Rai come “GOT TALENT” ed “XFACTOR” in Italia e nel mondo arabo”.


L’Ariston di Sanremo

Ivan, come è il teatro di Sanremo per un direttore della fotografia?
“Quando penso a quel Teatro e alla sua storia devo premettere di aver molto imparato da veri e propri mostri sacri della televisione italiana come F. Ferrari ed in particolare Pino Quini al quale devo moltissimo e con il quale ho iniziato e coltivato la mia passione per questo lavoro. L’Ariston presenta infatti molte insidie per un dop e per lo scenografo. Il teatro manca di profondità e questo tende a comprimere l’immagine e penalizza molto la spettacolarità degli effetti luce. Negli anni ci si è migliorati moltissimo e i risultati raggiunti hanno dell’incredibile considerando la situazione. Ogni spazio utilizzabile viene sfruttato e con una stretta collaborazione tra direttore della fotografia, regista e scenografo si riesce a rendere l’immagine che tutti conosciamo. E’ indiscutibile che comunque l’Ariston conservi un fascino intrinseco, li c’è la storia della musica italiana e attorno a quel teatro si muove un mondo incredibile con migliaia di persone che lavorano giorno e notte trasformando il Festival nell’importantissimo evento che tutti conosciamo”.

In uno show musicale cosa si preferisce

Visibilità o luci tagliate d’effetto?

“Ogni show ha bisogno di una sua specifica identità estetica asseconda del suo contenuto, del presentatore che lo conduce, dell’orario di messa in onda, della rete per cui viene prodotto, insomma le varianti che determinano le scelte espressive con le luci sono molte. Personalmente amo lavorare con i chiaroscuri che sono potenzialità espressiva e che permettono nel mio mestiere di creare una dinamica di “racconto” nella realizzazione di uno show televisivo. Certamente anche all’interno di uno stesso programma i momenti talk sono spesso molto “aperti” come luminosità mentre si tende a lavorare con “luci tagliate” soprattutto nei momenti musicali. Ultimamente ho la fortuna di lavorare per una società come fremantle e una rete non generalista come sky che tendono a percorre strade anche estreme che allargano le possibilità di illuminazione nelle mie mani lasciandomi libero di sperimentare soluzioni più complicate da realizzare altrove”.


 Il tuo rapporto con il regista?
“Il rapporto tra Regista e DOP è alla base della buona riuscita del programma. Se non si racconta una performance con un linguaggio comune si creano dei veri e propri disastri. Le posizioni delle camere, i movimenti delle camere se “sincronizzati” con gli effetti luce creano forti emozioni allo spettatore a casa. Raramente chi è seduto davanti a una tv ha coscienza di quanto un certo tipo di coinvolgimento emotivo con l’artista sul palco possa essere coadiuvato o invece penalizzato dalla regia e dalla fotografia dell’esibizione. Personalmente ho sempre avuto grande sintonia con i registi con i quali ho lavorato e penso che sia uno dei più grandi segreti del mio lavoro. Un taglio di luce inquadrato dal lato sbagliato può risultare inespressivo e così un movimento di camera senza la giusta illuminazione può risultare poco visibile se non inutile”.

Il background culturale è indispensabile

“Sicuramente conoscere la storia dell’arte, innamorarsi della bellezza, studiare i grandi artisti del passato come aggiornarsi sulle nuove tendenze grafiche, sui nuovi mezzi espressivi che molti giovani artisti propongono anche con l’utilizzo di tecnologie innovative nelle loro installazioni è fondamentale per coltivare e far crescere il proprio talento. Credo comunque che alla base del mio mestiere ci sia la sensibilità senza la quale tutto il resto vale meno”.

Il mestiere del direttore delle fotografia completamente stravolto negli ultimi anni


Le scenografie ormai, specialmente in tutto ciò che è varietà e musicale, devono avere una flessibilità. Non vi occupate di certo solo delle luci perché altrimenti il vostro lavoro subirebbe le grafiche, che potrebbero essere non in sintonia e distruggere le luci.
“E’ una sacrosanta verità per questo nei programmi più importanti ormai si parla di gruppo creativo perché alcune scelte devono essere per forza condivise ed un light designer direttore della fotografia al giorno d’oggi deve avere forti competenze in più ambiti, la grafica è una di queste. Gli studi moderni soprattutto quelli in cui si realizzano programmi musicali necessitano di molti ledwall che, con le immagini che regalano, trasportano l’artista nel mondo più affine alla sua performance. Far entrare in sintonia, senza pericolosi conflitti, grafiche e luci è senza dubbio uno dei compiti più importanti del mio mestiere. Per questo parlavo di sensibilità perché è solo grazie a questa che soppesando i vari elementi a propria disposizione un DOP trova la soluzione più adatta per regalare delle emozioni che aiutino l’artista a veicolare il proprio messaggio”.
Lo scenografo si occupa di una parte della confezione del programma, il regista di come riprenderla, della scelta delle sensazioni, del linguaggio espressivo con le telecamere, anche della scelta delle grafiche, ma il direttore della fotografia?
“Il direttore della fotografia intanto collabora spesso con il regista nella valutazione delle posizioni camera, collabora con i grafici per non ritrovarsi poi a dover richiedere troppe modifiche una volta in studio, collabora con lo scenografo perché è fondamentale trovare già in fase di progettazione gli spazi in cui innestare dei corpi illuminanti anche all’interno della scenografia stessa e poi progetta un impianto luci che possa permettere alle varie fasi del programma, nelle varie zone dello studio, di essere opportunamente valorizzate. In generale il “sapore” estetico di un programma televisivo è molto nelle mani della mia figura professionale. Uno studio senza luci è una scatola nera, rivelare delle forme scenografiche piuttosto che altre, illuminare dei ballerini in una coreografia o non farlo o magari farlo solo in controluce cambia completamente il messaggio che si propone allo spettatore. Insomma se parliamo di linguaggio espressivo la luce non può che esserne un perno fondamentale”.


 
Esiste un fil rouge della fotografia

Sanremo, Miss Italia, Ti lascio una canzone, Ballando sotto le stelle, X Factor hanno avuto tutti lo stesso file rouge per la fotografia?
“Io mi illudo che le trasmissioni dove lavoro abbiano la mia impronta professionale e sinceramente credo sia così. E’ inevitabile portare il proprio mondo interiore quando ci si esprime in ambito creativo, ognuno di noi ha un suo gusto ed una sua sensibilità diversa dagli altri e per quanto ogni trasmissione necessiti di un “trattamento” specifico poi la mano e l’animo che li realizza non può che palesarsi nelle scelte che portano alla confezione dello show”.
La crisi pandemica e l’ultimo XF
“Lavorare seguendo tutte le rigide regole anti covid è stata davvero dura, ma eravamo anche consci della fortuna di lavorare in un ambito professionale, quello dello spettacolo, tra i più colpiti da questa pandemia. Le emozioni erano davvero forti, tutta quella energia trattenuta nei lockdown aveva modo di esplodere sul palco ed è stato davvero trascinante esserci. C’era e c’è tanta voglia di vivere e di ripartire con forza”.

Oggi X Factor


Che concetto hai sviluppato per il setup luci della finale di XFactor (dal punto di vista estetico e funzionale)?
“Il concetto alla base dei miei progetti luce per XF è la ricerca del limite e se possibile il tentativo di superarlo. La televisione a pagamento richiede uno sforzo di ricerca unico. Lo spettatore paga un abbonamento e si aspetta di vedere qualcosa che non può vedere da altre parti. Questo obbliga tutti i creativi del programma ad un continuo aggiornamento nella ricerca di soluzioni estetiche non consuete ma anzi poco percorse. E’ chiaramente molto stimolante ma richiede uno sforzo importante nel tentativo di migliorarsi sempre senza accontentarsi mai. Il tentativo è quello di avere più soluzioni estetiche completamente indipendenti e diverse tra loro in modo da sorprendere, se possibile, lo spettatore a casa”.
Che cosa c’è dietro l’angolo?
“Al momento sono impegnato nella progettazione di Got Talent in Italia, stiamo per iniziare a lavorare con le Audition di XF, e sto girando un mini concerto con Mika per un evento Americano”.
Grazie maestro per questa occasione professionalmente eccezionale

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Egidio Cerelli
Egidio Cerellihttps://www.tunews24.it
Giornalista del quotidiano online "TuNews24.it" e del settimanale cartaceo "Tu News", inizia a collaborare con il Messaggero il 29 aprile 1973, quindi con il Corriere di Frosinone, Radio Frosinone, TeleUniverso e Itr, per le telecronache del Frosinone Calcio e del Basket Veroli. Quindi Extra Tv, Ciociaria Oggi, La Provincia Quotidiano e Tg24. Organizzatore di numerosi eventi tra cui la Biennale del Ferro Battuto, Premio Veroli con Mogol, Premio Valente con Gaetano Castelli.
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