E’ il primo giorno di primavera. Oggi è anche un talent scout con Campusband e presenta ‘E la vita bussò’ , mentre durante il periodo di loockdown ha scritto altri inediti con Mogol
di Egidio Cerelli
Mario Lavezzi collabora da oltre dieci anni con Daniele Mignardi, un verolano doc, e la sua struttura di Comunicazione, tra le più in vista in Italia nel mondo dell’entertainment; insieme hanno realizzato tanti progetti. Daniele cura la Comunicazione di tutto ciò che riguarda l’artista: dal cofanetto sul cinquantennale di carriera, appena pubblicato, alle partecipazioni dello stesso Lavezzi ed Alexia al Festival di Sanremo 2009 e di altri artisti da lui prodotti; fino al contest nazionale Campusband. Tra i due è nata una stima reciproca ed un’amicizia importante, fuori dal comune nello spettacolo, che risalgono ai tempi della collaborazione di Lavezzi in teatro con Teo Teocoli, altro artista seguito da Daniele. La stessa intervista che state leggendo è stata possibile grazie al team di lavoro di Mignardi.
Ospite a Veroli con la Bertè nel Premio Aonio Paleario
Tanto premesso con un ‘intro’ di tutto rispetto ed opportuno, si comincia grazie alla cordialità del maestro che ebbi l’onore di intervistare a Veroli per il Premio Aonio Paleario e lui era con la Bertè. Era la fine degli anni ’80. E’ lui, però, a porre la prima domanda. “Quanto tempo abbiamo? Tra poco devo partire per Roma”.
Dipende da tutti e due.
Questo l’approccio con un quasi coetaneo e grande “Music Maker” italiano Mario Lavezzi, autore, interprete e produttore di grandissimi successi dagli anni ’60 fino ad oggi che, giusto per ricordarlo, ha scritto per Anna Oxa, Fiorella Mannoia, Caterina Caselli, Lucio Dalla, Gianni Morandi, Alexia, Marco Carta.
Un incipit che, come dicevo prima, ci riporta a Veroli negli anni ’80 quando si presentò al Premio Aonio Paleario insieme con Loredana Bertè. “Sì ricordo, ero legato a Loredana sia sentimentalmente che artisticamente. Era già una grande cantante. Ci sono amico anche oggi. A Veroli per quella occasione eravamo in tanti ”.
Fu allora un gran galà in una città che vedeva passeggiare nel centro storico tanti personaggi soprattutto del mondo dello spettacolo e del giornalismo.
Lasciamo questi ricordi e proviamo a porre qualche domanda al grande musicista che abbiamo dall’altra parte della cornetta. E ci siamo dati subito del ‘tu’
I Nomadi 55 anni di carriera, i Pooh 50, ora nozze d’oro anche per Mario Lavezzi
“Della musica ovviamente. E’ un traguardo importante anche se mi piacerebbe tornare ai tempi di qualche anno indietro”.
Quando con i ‘Trappers’ formasti la tua prima band.
“Con quel nome abbiamo anticipato i tempi Rap e Trap. A parte la battuta, però, quella musica non si può scordare. Forse non tutti sanno che fummo i primi a commettere un ’sacrilegio musicale’ cantando con il nostro primo 45 giri, peraltro molto bene in lingua inglese, Yesterday dei Beatles e questa canzone l’abbiamo inserita anche nel CD nel vinile che proponiamo con ‘E la vita bussò’. Il nostro non era un inglese come si dice, maccheronico e venne prodotto dalla CGD”.
Riascoltare e cantare ‘Il primo giorno di primavera’ è sempre un leit motiv sì di 50 anni fa con il Dik Dik, ma anche un brano ricco di intensità musicale. Per l’occasione ti eri alleato con Battisti, Minellono e Mogol
“Fu un pretesto per conoscere da vicino Lucio che fu arrangiatore e produttore. Direi una esperienza utile ed istruttiva”.
Mario Lavezzi, autore, produttore, arrangiatore, musicista e cantante egli stesso, è anche talent scout e promotore
“Tante le compilations realizzate con amici e molte inedite”
Ti sei proposto con “Vita” (per Lucio Dalla e Gianni Morandi); “Stella Gemella” (Eros Ramazzotti); “E La Luna Bussò”, “In Altomare” (Loredana Bertè); “Varietà’” (Morandi); “Non Scendo”, “Io No”, “È Tutto Un Attimo”, “Eclissi Totale” (Anna Oxa); “Succede”, “Dolcissima”; “Torneranno Gli Angeli” (Fiorella Mannoia); “Stella Nascente”, “Insieme A Te”, “Piccoli Brividi” (Ornella Vanoni).
“Come ti dicevo, ho collaborato con tanti amici cantanti per cui le mie canzoni, i miei brani hanno avuto molto successo. Non lo dico per una sorta di falsa modestia ma perché ne sono per davvero felice e contento”.
Con ‘Vita’ hai avuto al tuo fianco a Roma ed a Milano, Gianmarco Carroccia, l’ultimo ‘figlioccio’ di Mogol.
“E’ molto bravo non solo per la sua fisionomia che lo avvicina a Lucio, ma per la sua peculiarità canora nel cantare. E’ già un artista”.
Star maker
Usando un neologismo inglese abbastanza raffinato, sei per gli amici una sorta di ‘star maker’.
“Bisogna lavorare riconoscendo le proprie capacità, potenzialità insieme ai limiti. Ed è quello che cerco di fare”.
Con Mogol tante canzoni comprese gli ultimi lavori che avete portato a termine durante il primo loockdown. “E’ vero! Abbiamo scritto cinque canzoni e stiamo vedendo come metterle in circolazione e a chi affidarle”
Spesso si sente un titolo ‘ Lombardia’ Che cosa è?
“Un inno alla Lombardia”.
Il rapporto con la giovane Loredana Bertè
Oltre alla giovane Loredana Bertè a cui sei stato legato da un rapporto sentimentale e professionale, ‘Proprio con lei mi sono fatto le spalle larghe, e poi tutte le altre donne con cui ho collaborato” chi ha bussato alla tua porta?
“Beh, con Loredana ho avuto un rapporto straordinario sia sentimentalmente che musicale, ma con altre cantanti ne ho avuto di buoni rapporti musicali, vedi Alexia, Anna Oxa, Ornella Vanoni”
Chi ricorda i dischi NET? Oggi musica ‘panta rei’
Spontanea la domanda. Oggi una canzone ha la durata del canto della cicala. Prima i vostri (nostri) brani venivano metabolizzati e raccolti come formiche. Poteva anche sembrare che andassero in letargo, ma poi la memoria dei giovani, degli attempati, dei bambini li riproponeva magari anche con i dischi NET o con qualche cassetta. Duravano. Oggi, però.
“La velocità del consumo della produzione che facciamo è un disastro. Spesso un direttore di radio, Tv non sa come poter mettere la tua canzone. Anche perché dura poco e poi quale Rap si presenta nei piano bar? Lasciami dire non sarà mai una evergreen”
Tu hai vissuto e vivi tuttora due epoche diverse. C’è differenza?
Hai definito la tua nuovo illuminismo, perché?
“In tutti settori c’è una creatività esplosiva, dalla moda alla canzone dal design alla umanità del miracolo economico”.
Definisci quella di oggi una musica liquida. Forse perché si perde facilmente come il ‘panta rei’ dell’acqua?
“La musica è cambiata completamente come fruizione, è vero, è diventata liquida. Passa e va. L’uso che se ne fa è talmente veloce che si perde subito. Ecco perché ti dicevo che la nostra rimaneva una sorta di epoca evergreen”
Ti riferisci a “La luna bussò”?
“Anche! Viene ripresa rimodellata, riprodotta e la cantano ancora tutti come ‘Il primo giorno di primavera’. Invece quella di oggi dura al massimo un paio di mesi e via in letargo”
E’ difficile trovarne datata giorni nostri.
“La canzone di Diodato che ha vinto Sanremo è scritta con tutte le caratteristiche di qualcosa che possa durare a lungo. Non di certo come tante altre”
Una volta oltre al musicista esisteva colui che anziché poeta, come dice Mogol, si chiamava paroliere.
“E’ cambiato tutto. Spesso si parla troppo e purtroppo è una sorta di ‘copia-incolla”
E’ quasi tutto tecnica di sala di registrazione dove non serve nemmeno il musicista, ma basta tanto rumore, musica al computer, biascicando parole a volte persino intramezzate da improperi
“Non sono completamente d’accordo perché dicono anche cose interessanti, magari con modi, più che melodie diversi”
I protagonisti indossano non più magliette o tshirt ma il loro corpo è ricoperto di tatuaggi e piercing. Segno di conformismo o quasi assuefazione per una sorta di complesso di inferiorità? Forse perché non c’è quel training di fantasia che ne so negli anni 60/70 c’era con i numerosi gruppi pur capelloni ma che avevano ideali.
“In effetti è così. L’economia, i moti dei giovani e giovani che erano gli hippy, i figli dei fiori che protestavano con i capelli lunghi ma avevano un loro appeal con musica vera”
Perché così pochi i nuovi cantanti?
“Non è vero, perché ce ne sono di interessanti. Vedi i Negramaro con format belli e collaudati. II tempo cambia oggi. Siamo in un’epoca di decadenza rispetto all’ umanità intera che ha attraversato il periodo di oscurantismo, medioevo, romanticismo e quindi illuminismo”.
A Sanremo l’audience la raccoglie un buon presentatore, una scenografia ad hoc o forse l’ascolto di una bella canzone?
“Bella domanda. Comunque una canzone- canzone non può essere cestinata. Magari non può andare bene per le votazioni delle giurie o con il televoto, ma poi succede che vende migliaia e migliaia di CD e che rimane in testa a quella che per noi era la famosa hit parade”
Perché durano poco i concerti di certi personaggi sorti come funghi che scompaiono. Ad un loro concerto ti annoi subito mentre che ne so in quelli dei Nomadi, dei Pooh, di Baglioni, di Morandi, di Mannoia, di Anna Oxa, di Bennato e tanti altri si può rimanere per ore ad ascoltare.
“I grandi concerti quelli popolari non devono ricevere i consensi con le palette alzate, ma è la presenza popolare che crea audience. In essi vedi insieme una intera famiglia che poi cantano con te le canzoni”
Per i suoi 50 anni un bel libro… ’E la vita bussò’
Per festeggiarti non ti se accontentato di un’antologia con relativo concerto.
Hai pubblicato il libro “E’ la vita bussò” con il quale festeggi 50 anni della tua carriera.
“Insieme c’è un cofanetto contenente 3CD, un vinile da 7’ a 45 giri. Eppoi è una canzone che mi appartiene dandomi così l’opportunità con gioie e dolori”.
C’è di piu’.
“Sì una canzone cui sono legato per la mia gioventù. Un vinile e un 45 giri contenete una cover di “Yesterday” dei Beatles in italiano, si tratta di un brano registrato da giovanissimi, allora in inglese e poi un altro ‘pezzo’ dei Camaleonti che è “Sha-la-la-la-la” il quale segna il momento in cui sono entrato nel gruppo”.
Mi dicevi a microfoni spenti che questo libro è un racconto di ciò che la musica ha rappresentato nelle varie epoche, la beat generation, il movimento hippie, l’impegno politico. “Hai capito perfettamente!”
Tanti i premi ricevuti. A quale sei più legato?
“Alla targa della Siae con riprodotto lo spartito del ‘Primo giorno di primavera’”
A proposito di SIAE con i concerti annullati…“Il vero problema infatti è il diritto d’autore. Abbiamo calcolato con SIAE che stiamo perdendo globalmente circa 30 milioni di euro al mese. Ammetto che siamo un po’ preoccupati tutti quanti”
Covid e lockdown
Come sta vivendo Mario Lavezzi questo periodo di Covid così particolare e difficile? Come è cambiata la tua vita? “Come ti dicevo prima non mi sono mai fermato. Durante questa maledetta pandemia tutte le idee le ho fissate sul telefonino e poi le ho sviluppate con Mogol e Lorenzo Vizzini. Ti dicevo del lavoro con gli inediti che presto, Covid permettend, lancerò perché secondo me sono brani molto belli”
Prima di salutarci possiamo definire la tua carriera come compositore, cantatore, produttore, musicista, arrangiatore, talent-scout, promotore.
Campusband
So che ci tieni tanto ad un tuo progetto che vede coinvolti i giovani studenti. Sto parlando del “Campusband”
“Premesso che è un’idea che mi è tornata in mente pensando a quando avevo 16 anni e noi eravamo tutti studenti ed ho iniziato facendo parte della nostra prima band di studenti. L’obiettivo del “Campus” è quello di premiare tutte quelle capacità creative e tecniche tali da porre le premesse per uno sviluppo professionale: il concorso si rivolge a tutti i gruppi musicali che si sono formati all’interno dei licei e delle università italiane (almeno il 30% del gruppo dev’essere composto da studenti). L’età media dei componenti non deve superare i 25 anni e almeno due elementi della band devono frequentare i corsi scolastici, ma anche il giovane singolo che non abbia superato i 25 anni e che sia stuidente. Soddisfatti questi requisiti, partecipare è semplice: basta inviare un inedito e una cover.Mogol, grande autore italiano di testi di canzoni, Mario Lavezzi, tra i più raffinati “music maker” del nostro Paese e Franco Mussida, fondatore della Premiata Forneria Marconi, faranno da guida a tutti gli studenti.Il gruppo vincitore si aggiudicherà un contratto con un’etichetta discografica e due borse di studio, una al CET, scuola fondata da Mogol, e l’altra al CPM di Milano, scuola rappresentata da Franco Mussida. Le opere delle band o del singolo saranno ascoltate e giudicate da una commissione di esperti, composta dallo stesso Lavezzi e da “addetti ai lavori”, tra gli altri, il giornalista e critico del Corriere della Sera, Andrea Laffranchi, il paroliere Cristiano Minellono, il dj Angelo Baiguini e Claudio Ferrante, A&R manager. Fra tutte, verranno selezionate 10 finalisti che avranno l’opportunità di esibirsi davanti al pubblico di un grande evento live, quest’estate, al Castello Sforzesco di Milano, organizzato a fine anno scolastico”
Sei giunto alla quarta edizione’.
Posso farti un regalo? “Prego”. Invierò l’iscrizione di un ragazzo diciottenne che canta benino e che potrebbe essere uno dei prossimi tuoi allievi
“Aspetto con ansia”
Quale album per i giovani?
“Vorrei consigliare ai giovani che ci leggeranno… l’ultimo dei Negramaro”
Che cosa c’è dietro l’angolo?
“Ci sarà da soffrire ancora. Lo ho detto anche a Roma in un incontro cercando di tentare la strada con una iniziativa non molto campata in aria dei concerti on line. E questo perché non vedo ancora bene la luce in fondo al tunnel. Domina, nostro malgrado, tanta confusione per cui nessuno può sapere quando finirà questo brutto periodaccio”
Controllando la nostra clessidra, c’è ancora un po’ di sabbia, ma non molta.
Grazie maestro!