L’Otuc di Frosinone resta convinto della necessità di fare leva sulle bollette dell’acqua, come strumento di sostegno economico emergenziale per le famiglie ciociare. Guarda, quindi, con interesse ad ogni proposta in questa direzione. A parlarne è l’avvocato Angelo Terrinoni, Presidente dell’Organismo Tutela Utenti Consumatori del Servizio Idrico Integrato della Provincia di Frosinone.

“Da oltre due mesi, tuttavia, si assiste ad un dibattito surreale. Un teatrino in cui in molti hanno deciso di recitare la propria parte, dai semplici comitati di cittadini alle associazioni di categoria, da alcuni sindaci fino al Presidente della Provincia e dell’Ato 5 di Frosinone Antonio Pompeo. Le richieste avanzate – spiega Terrinoni – sono state le più varie, ma tutte caratterizzate da un minimo comune denominatore: un elevato tasso di populismo e l’impossibilità tecnica e giuridica di essere accolte ed applicate. È molto facile chiedere al gestore del servizio idrico, ad esempio, una riduzione indiscriminata per tutte le utenze del 50% delle tariffe applicate ai consumi sostenuti nel semestre marzo-agosto. Più difficile è indicare con quali risorse finanziare una simile operazione, dal valore di circa 20 milioni di euro. Le tariffe idriche in Provincia di Frosinone, infatti, sono tra le più alte d’Italia e non consentono alcun margine di manovra. La politica finge di non sapere che senza un’iniezione di liquidità, tramite risorse pubbliche, non è possibile attuare alcuna misura di sostegno sulle bollette. Se i sindaci non mettono le mani nelle proprie tasche, ogni riduzione momentanea delle tariffe verrebbe difatti scaricata nelle bollette che le famiglie pagheranno nei prossimi anni. Eppure le soluzioni non mancano, a patto che le istituzioni locali facciano la propria parte, evitando iniziative spot e mettendo in campo le necessarie risorse compensative”.
La proposta dell’Otuc
“Il Presidente Pompeo nei giorni scorsi ha annunciato che, dopo anni, verranno finalmente sbloccati gli oltre 7 milioni di euro di oneri concessori che Acea ha versato nelle casse dell’Ato5 e che spettano agli 86 comuni ciociari. Sono soldi che i cittadini hanno pagato con le proprie bollette ad Acea Ato5 – aggiunge l’avvocato Terrinoni – e che il gestore deve girare ai comuni. L’Otuc ritiene che, in un momento di grave crisi per i bilanci familiari, il cerchio vada chiuso e questi 7 milioni di euro debbano tornare nelle tasche degli utenti, nella forma di un Bonus Covid che vada a rimborsare parte dei costi sostenuti nelle bollette da marzo ad oggi. Per questo nei prossimi giorni invieremo una specifica richiesta alla Consulta d’Ambito, finalizzata ad ottenere un chiaro impegno politico in tal senso da parte di tutti e 86 i sindaci nella prossima Conferenza. Riapriremo inoltre un nuovo tavolo tecnico – dopo il fallimento (annunciato) del primo tavolo tra sindaci ed Acea, a cui l’Otuc non è stato chiamato a partecipare – coinvolgendo tutte le istituzioni che possono sostenere economicamente le misure emergenziali: sindaci, Provincia e Regione Lazio”.