Ancora un incendio nella zona industriale di Frosinone. Vogliamo sapere cosa ne pensa il mondo della politica giovane, coloro che amministrano i Comuni ciociari e che, allo stesso tempo, davanti a sé hanno ancora tanti anni da vivere proprio in questo territorio martoriato. Che dovrebbero, quindi, fare qualcosa per almeno tre ragioni: se stessi, i propri cari e la popolazione intera.
Samuel Battaglini, vicepresidente nazionale di Anci Giovani e dirigente provinciale di Fratelli d’Italia – Da amministratori, che dovrebbero garantire innanzitutto la sicurezza, ci sentiamo inermi ed attoniti di fronte a questa situazione di emergenza ormai perenne che continua ad allarmare i nostri concittadini. Non capisco questo stigmatizzare, da parte di qualcuno, la paura dei tanti cittadini che, affacciandosi dalle loro case, vedono una nube enorme di fumo, senza sapere cosa sta bruciando e cosa stiamo respirando. Lungi da me creare allarmismo e puntare il dito contro qualcuno, ma la misura è ormai colpa.
C’è ormai una grande sensibilità da parte della popolazione sulle tematiche ambientali. Ma anche un po’ di paura per la situazione non buona della Ciociaria
La gente ci chiede spiegazioni che non sappiamo e non possiamo dare, mentre gli enti preposti, ogni volta, dicono che va tutto bene. Nel frattempo la Valle del Sacco è sempre più inquinata e all’orizzonte non si vedono risposte convincenti. In questa ottica, le richieste fatte alla Regione Lazio nei giorni scorsi dal Sindaco di Patrica Fiordalisio diventano di vitale importanza. Speriamo solamente che tra una riunione di partito e l’altra, Zingaretti ricordi di essere ancora il Presidente della Regione Lazio e che qui, a Frosinone, mentre lui viene ad inaugurare una nuova sede dell’Asi, di cui non ne sentivamo la necessità, un’altra nube nera ha intossicato Frosinone, Patrica e le zone limitrofe.
Cosa si può fare a breve termine?
Auspico un comitato permanente formato da tutti i Sindaci a ridosso della zona industriale e del fiume Sacco, che veda la presenza obbligatoria di Asl, associazioni di tutela ambientale, Arpa, Prefettura, Protezione civile, Vigili del Fuoco e Asi che, nella massima trasparenza, magari con collegamenti in streaming durante le riunioni, si riunisca a cadenza mensile per monitorare il territorio e le industrie che operano. Il continuo rimpallarsi le colpe è una storia che non può continuare.
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