Neanche il tempo di salire sul palco: ad accoglierlo un fragoroso scroscio di applausi durato svariati minuti; i flash dei fotografi sembravano impazziti, i cameraman facevano a spallate per riprendere dalla migliore angolazione e, per un attimo, è stato necessario anche l’intervento delle forze dell’ordine nelle prime file, dove gli ammiratori più indisciplinati hanno tentato di scavalcare le alte transenne per salire sul palco ad abbracciare il proprio beniamino politico. Pressappoco questo dev’essere stato l’ologramma che stamane si è materializzato nella mente del senatore della Repubblica italiana Gianfranco Rufa, mentre in pantofole, da poco sveglio, seduto sulla poltrona di casa con il pc portatile sulle ginocchia, si apprestava abilmente a ritagliare una foto con Photoshop.
Niccolò Machiavelli gli fa un baffo
“Il fine giustifica i mezzi” deve aver pensato il senatùr mentre procedeva con precisione chirurgica al taglio dei suoi compagni di palco. Via ogni scrupolo e… zac! Il gioco è fatto. Il machiavellico Gianfranchino già stava pregustando la carrellata di like in arrivo sul “binario” di Facebook mentre caricava la foto e inseriva la didascalia, condita con un adolescenziale cuoricino verde Lega, una manciata di puntini a caso, spazi qua e là quanto basta e una decina di punti esclamativi, tanti quanti le guardie del corpo che, sempre nella sua immaginazione, l’avrebbero scortato, a fine comizio, nel tunnel di folla dal palco all’auto blu.

Il senatùr ruba i supporter al ministro dell’Interno e al candidato sindaco
Il selfie dal palco, con un senatore dal sorriso smagliante che dà momentaneamente le spalle al pubblico per fotografare se stesso e la folla di persone giunte per l’occasione, naturalmente è vero. Ma le presenze sono dovute al “capitano” Matteo Salvini, giunto il primo maggio a Civitavecchia per sostenere la candidatura a sindaco di Ernesto Tedesco, non di certo all’ex consigliere comunale con la pagina Wikipedia più corta della storia della politica italiana, come invece lascia senz’altro intendere la foto abilmente tagliata e inserita sul proprio profilo Facebook con i “papalini” saluti domenicali.
Circa 400 like in meno di 3 ore, commenti come se piovesse, condivisioni, reazioni, faccine, saluti, auguri di buon “lavoro” e… chi più ne ha, più ne metta. L’obiettivo è stato raggiunto. Provato dalla missione, senza neanche rispondere ai propri seguaci, il buon Rufa decide così di ritirarsi nelle sue camere per prepararsi alla colazione.

Chef Rufa da Veroli a sostegno della Lega
Ma il problema non è tanto quello degli amici di Facebook del senatore, ormai abituati alle “manie di grandezza” del verolano, bensì quello dei suoi compagni di palco del primo maggio. Pare infatti che in molti, sempre componenti della Lega, si siano chiesti chi fosse quel simpatico ometto che sgambettava sul palco felice come un bambino, sfiorando così l’incidente diplomatico e rischiando la cacciata dal partito da parte dei probiviri, che dopo la segnalazione dell’interessato avrebbero potuto contestare, a grandi linee, la lesa maestà. Fortunatamente, però, un componente del direttivo si sarebbe velocemente avvicinato agli ignoranti leghisti (nel senso che ignoravano), rimediando alla loro deficienza (mancanza d’informazioni): “L’omino con la barba brizzolata – avrebbe spiegato il tizio del direttivo, placando così ogni altra domanda – è un famoso chef laziale, che ci sostiene grazie alle sue mirabolanti creazioni culinarie”.
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