L’elegante sala consiliare del Palazzo provinciale di Frosinone è stata lo sfondo nella serata di ieri, 28 febbraio, di un appassionante incontro organizzato dalla delegazione ciociara di Nazione Futura e moderato da Giuseppe Pizzuti, responsabile comunicazione dell’associazione.
“Nostalgia degli dei”, l’ultimo libro di Marcello Veneziani
Ospite d’eccezione Marcello Veneziani, venuto a presentare il suo ultimo libro “Nostalgia degli dei”.
Presente a rappresentare la città ospitante il sindaco di Frosinone, Nicola Ottaviani, che ha ben spiegato quanto sia necessario oggi, nel discorso politico, avviare un dibattito culturale profondo e sostanziale, che possa rifondare una solida base valoriale su cui poggiare nuove prospettive ideali

L’intervento del responsabile provinciale di Nazione Futura, Andrea Amata
Ad avviare la riflessione Andrea Amata e Francesco Severa, entrambi membri attivi di Nazione Futura nella nostra provincia: il primo descrivendo la nostra condizione di ingabbiati in un eterno presente, a cui la modernità sembra condannarci; il secondo soffermandosi sul valore dinamico della nostalgia, non mera mitizzazione del passato, ma demitizzazione del contemporaneo.

I commenti dei partecipanti all’evento
Ha portato i suoi saluti anche Francesco Giubilei, giovanissimo editore e presidente nazionale di Nazione Futura, il quale ha voluto ribadire quanto gli elementi fondanti del pensiero conservatore, riscoperti e organizzati, possano dispiegare una forza propulsiva reale alla politica nazionale oggi.

Giovanni Sessa, filosofo e saggista dalla speculazione potente, ha sottolineato come il libro di Veneziani rappresenti un po’ il frutto maturo di una ricerca durata una vita, orientata e animata dai grandi nomi del pensiero. Una vocazione nata da giovanissimo e segnata da una inquieta ricerca e un tormentato viaggio sempre con lo sguardo in alto a cercare tra le stelle la propria verità interiore.
Marcello Veneziani ha saputo rapire il pubblico trasmettendo proprio il senso di appagamento e la profonda convinzione intellettuale della sua speculazione. Dieci parole, dieci idee, dieci divinità che in ogni uomo riaccendono l’appartenenza ad un’origine comune, ad un primordiale senso di umanità che ha nel limite e nel legame con l’identità la propria nascita e il suo motivo di sviluppo.
