Anche due persone residenti in provincia di Frosinone, precisamente a Cassino, sono state arrestate nell’ambito di una delicata indagine condotta dalla Polizia Postale nel mondo della pedopornografia. Si tratta, stando a quanto trapelato, di un professionista di oltre 50 anni e di un dipendente pubblico, entrambi beccati nell’atto di compiere il gravissimo e abietto reato.
Tutti e due gli uomini sono stati condotti nel carcere di Cassino e rinchiusi nel reparto in cui vengono detenuti solo coloro che commettono reati a sfondo sessuale, una misura necessaria per metterli al riparo da eventuali e possibili atti di violenza che gli altri carcerati potrebbero commettere nei loro confronti secondo quel “codice” non scritto ma micidiale che vige nei penitenziari.
Sette le persone arrestate in totale nell’ambito dell’inchiesta: ci sono anche, insieme ai due cittadini di Cassino, altri personaggi residenti a Roma e in centri della provincia capitolina. Dopo gli arresti gli agenti di polizia hanno dato seguito ad una serie di perquisizioni, soprattutto nei posti solitamente frequentati dai sette arrestati, con il chiaro fine di trovare altre prove del loro turpe “mercato” e dell’eventuale coinvolgimento di altri soggetti.
A finire incastrati nelle sempre più sofisticate maglie del Nucleo per la sicurezza cibernetica della Polizia del Lazio sono stati tutti uomini appartenenti alla categoria degli “insospettabili”. Nell’elenco ci sono infatti tecnici informatici di un ospedale molto conosciuto, un impiegato di un istituto bancario della Capitale, operai, perfino un volontario presso una casa famiglia e un ex amministratore di condominio.
E proprio nella disponibilità di quest’ultimo la Polizia Postale ha trovato ben 150.000 file contenenti immagini e video a sfondo pedopornografico, con bimbe e bimbi anche piccolissimi, tutti accuratamente collezionati e catalogati in categorie, da oltre 10 anni.
Le indagini sono state svolte, spesso anche sotto copertura, dagli agenti della Polizia Postale del Lazio e dai colleghi della Questura di Frosinone: le investigazioni compiute hanno permesso di individuare gli indirizzi dei pc e dei telefonini nei quali erano “nascosti” i file pedopornografici e quindi di dare seguito agli arresti dei sette. Non sono esclusi altri sviluppi, vista l’ingente quantità di materiale sequestrato.