Sarebbe stato un inquilino dello stesso edificio di via Mastruccia a Frosinone, dove martedì mattina è scattato l’allarme bomba, a mettere dentro uno scatolone fra i rifiuti, accanto alla palazzina al civico n.6, il congegno rudimentale pronto per essere fatto esplodere, poi disinnescato dagli artificieri.
L’uomo, stando alle prime risultanze delle indagini, sarebbe stato identificato in virtù dell’etichetta apposta sul pacco utilizzato come contenitore della polvere esplosiva collegata al congegno.
L’indiziato, infatti, del quale non sono ancora state rese note le generalità, potrebbe aver comprato online alcuni dei componenti del congegno da una società multinazionale statunitense specializzata nel commercio elettronico.
Gli agenti della Questura di Frosinone sarebbero andati a bussare al suo appartamento già il giorno dell’allarme bomba, appunto nella stessa palazzina del civico 6 di via Mastruccia, nella parte bassa del Capoluogo, e, dal momento che non rispondeva, avrebbero abbattuto la porta per entrare. Visti gli agenti catapultati in casa, l’uomo ha avuto un malore, tanto da essere per lui necessarie le cure mediche: sul posto i sanitari del 118 che, dopo le prime cure, hanno deciso di trasportarlo all’ospedale Spaziani di Frosinone.
Sul suo capo adesso pendono due accuse molto pesanti: quella di procurato allarme e quella di fabbricazione abusiva di prodotti esplodenti (il congegno era composto da elementi in grado di esplodere collegati con un timer).
Le indagini sono ancora in corso per accertare i motivi di tale costruzione, l’uso che l’uomo voleva farne e gli eventuali destinatari. Nessuna pista al momento è esclusa.