A meno di due mesi dalla riapertura, dopo l’aggiudicazione della gestione da parte della nuova società, ancora grandi polemiche per lo Stadio del Nuoto. Tra le varie problematiche riscontrate dagli utenti dell’impianto ci sono le infiltrazioni d’acqua dal tetto, che vanno a finire all’interno degli spogliatoi, dove sono raccolte da secchi e bacinelle sparsi per terra alla meglio. Su tale questione, infatti, il nuovo gestore non è mai intervenuto.
Sui giornali si sono letti, in queste settimane, attacchi al Comune per non aver ancora provveduto ai lavori. Spulciando le carte del bando di gara e del capitolato di gestione, però, è facile constatare come gli interventi alla struttura, siano essi di manutenzione ordinaria o straordinaria, sono di esclusiva competenza del gestore. E, anzi, il non intervento per risolvere le problematiche in maniera tempestiva, a quanto si legge, è addirittura causa di revoca della concessione.
Dunque stia attento il Comune, ed in particolar modo il dirigente del settore Lavori Pubblici e l’assessore competente, a cadere nel tranello di concedere eventuali appalti per le riparazioni, poiché potrebbe venire a crearsi un ingente danno erariale da parte dell’ente, sicuramente contestabile nelle sedi opportune, carte alla mano. Stessa cosa scorporando i costi dai canoni di gestione da eventuali lavori fatti in proprio dalla società sportiva.
Si preoccupi invece, il Comune, di intimare al gestore l’immediato inizio di tali lavori, poiché non si può permettere che i cittadini frequentino una piscina (comunale) ridotta in questo modo. E si preoccupi, allo stesso tempo, di riscuotere regolarmente i canoni, visto che l’attuale gestore ha potuto vincere il bando in particolare grazie a una proposta di rialzo addirittura del 1.500% rispetto alla cifra base scelta dal Comune, dunque ha potuto sbaragliare i competitor ma ora deve provvedere a saldare gli importi, altrimenti si configurerebbe una sorta di ‘concorrenza sleale’ nei confronti degli altri.
Di più: non ha senso neanche la storia della compensazione per lavori non autorizzati, come successo per la piscina del polivalente, sempre in mano agli stessi gestori: ricordiamo infatti che già nel 2022 erano arrivati ad un importo complessivo di canoni non saldati nei confronti del Comune pari ad oltre 160.000 euro, cifra mai finita nelle casse dell’ente poiché a inizio 2023 il dirigente dei Lavori Pubblici decise di estinguere l’enorme debito grazie ad una compensazione relativa ai lavori dichiarati dalla società ma mai preventivamente autorizzati. In quel caso, dunque, il gestore se la cavò con poco più di 3.000 euro. Si è fatto una volta ed è passato in sordina, ma ora questo non è più possibile.
Prima di prendere decisioni, dunque, si studi bene il bando e il capitolato (e l’offerta tecnica della società che va a confermare tutto), dove c’è scritta ogni regola da rispettare, affinché si possa continuare a gestire l’impianto senza incorrere in contestazioni: a partire dalla manutenzione, per arrivare ai contratti di lavoro con lo staff, che devono essere appropriati e rispettare le mansioni che realmente vengono svolte. Fino a prezzi e orari dello spazio acqua da concordare con Comune e realtà sportive del territorio per evitare problematiche. Una questione, anche questa, che nelle scorse settimane ha alimentato un forte vespaio di polemiche, dopo una conferenza stampa indetta dalla Frosinone Pallanuoto, che ha deciso di ritirarsi da tutti i campionati e, in sostanza, ha lamentato proprio il mancato intervento dell’Amministrazione sulla questione prezzi e orari improponibili. Un intervento necessario, come prescritto anche dalle carte del bando di gara, che di fatto non c’è stato ma che poteva andare a risolvere determinate problematiche grazie ad un po’ d’imparzialità (che non guasta) visto che gli attuali gestori dello Stadio del Nuoto corrispondono anche con l’unica squadra locale antagonista della Frosinone Pallanuoto: qualcuno potrebbe dunque malignare che i ‘bastoni tra le ruote’ siano stati messi apposta per minare gli avversari, che a quel punto non hanno potuto far altro che abbandonare i campionati. Ma su questo c’è già aperta una vicenda legale che nei prossimi mesi andrà avanti…