La Giunta sta per essere azzerata. Questa sarebbe, secondo i ben informati, la prossima mossa del sindaco Mastrangeli. Che farà così la parte del leone ma che in realtà ha mani e piedi legati. È ostaggio della sua stessa maggioranza, che a pochi giorni dal bilancio ha potuto fare la voce grossa su una questione che, da quasi due anni a questa parte, non è mai andata a genio: l’ingresso in Giunta di Alessandra Sardellitti, che alle scorse Amministrative sosteneva Mauro Vicano candidato sindaco: entrò poi in maggioranza solo in virtù di un patto siglato alla vigilia del ballottaggio tra Mastrangeli e lo stesso Vicano che la vedeva ‘destinataria’ di un assessorato a prescindere dal numero di consiglieri che la sostenevano in Giunta (nel caso specifico, solo uno).
Un maxi rimpasto che ha il sapore del bluff, perché di fatto l’azzeramento porterà, oltre a tanto rumore, quasi null’altro: la gran parte degli assessori odierni riavrà comunque il ruolo di assessore, e al massimo potrà essere cambiata qualche delega per imbrogliare un po’ le carte e gettare fumo negli occhi dei meno scaltri. D’altronde gli equilibri sono questi, così come i poteri politici e dei gruppi. Poco è cambiato, e l’unico piccolo ‘squilibrio’ che c’era, dovuto ad un patto elettorale, ora è stato ‘sistemato’ con le dimissioni della Sardellitti, che ha subìto insieme a Mastrangeli un gioco di forza, visto che la voce sempre più insistente era quella secondo la quale due gruppi, forse anche tre, avrebbero chiesto la sfiducia dell’assessore nel prossimo Consiglio comunale, tra l’altro molto importante e delicato, visto che si parlerà di bilancio. Un pressing che ha avuto il suo effetto, visto che la detentrice della delega alla Smart City ha deciso di ‘togliere il disturbo’ prima che l’operazione venisse fatta d’imperio dalla maggioranza… della maggioranza. E così, oltre ad evitare ‘figuracce politiche’ alla ‘quota rosa’, è stato tolto dall’imbarazzo anche il sindaco, che non si è trovato pubblicamente spalle al muro. Una sorta di ‘cortesia istituzionale’, dunque, riservata al primo cittadino. In realtà più ‘un’offerta che non si può rifiutare’.
In tutta questa vicenda, che studiata a freddo a posteriori assume quasi la forma del ‘delitto perfetto’, c’è un’ulteriore analisi da fare, e cioè che gli ‘assassini’ (sempre parlando per metafore, per carità!) non avranno mai un volto: coloro i quali hanno portato a segno quest’operazione politica hanno ottenuto il risultato voluto senza neanche dover svelare ufficialmente la loro identità, visto che non si è dovuto ricorrere a mezzi ufficiali e ‘sgradevoli’ per far volare la testa che ‘doveva’ volare. A parte un po’ di voci sugli autori del pressing, nulla più. E soprattutto niente di ufficiale, visto che le voci rimangono voci (ma la testa è volata veramente).
In tutto ciò, un sindaco ‘distratto’ avrebbe segretamente gioito di tutta questa vicenda, visto che si ritrova ora, senza fare la parte del ‘cattivo’ ad avere una casella libera per accontentare gli ‘appetiti’ almeno di qualcuno dei tanti che ambiscono all’assessorato e stanno facendo di tutto per averlo oppure di gruppi in cerca di maggior potere all’interno dell’Amministrazione (oltre alla possibilità di far passare il bilancio in maniera più agevole). Mastrangeli, però, distratto ha dimostrato di non esserlo in questi anni, anzi su certi aspetti è stato anche fin troppo meticoloso. Proprio per questo ha capito che ciò che è successo non è un ‘aiuto arrivato dall’alto’ per liberare caselle utili a placare animi irrequieti, bensì la dimostrazione che non riesce più a governare certi equilibri e che, peggio, è trascinato dall’impetuosa corrente della maggioranza… della maggioranza, che non riesce più a dominare.
La perdita della Sardellitti, con la quale il primo cittadino aveva, oltre che un patto di ferro, anche uno stretto rapporto personale da anni e anni a questa parte, è stata una doccia fredda che ha portato Mastrangeli a cogliere una realtà dalla quale ormai è quasi impossibile fuggire. E comprendere che, dopo ciò che è successo non può far niente, pur volendo, per rimediare e riportare le ‘bocce’ alla posizione di partenza, questo è stato per lui ancora peggio, se possibile. Lo si capisce chiaramente nella sua nota inviata proprio oggi pomeriggio agli organi di stampa, nella quale elogia l’ottimo lavoro svolto dalla Sardellitti nella sua veste da assessore, rimarcando, alla fine, che “ha deciso di lasciare l’incarico pur non avendo alcuna responsabilità rispetto alle vicende accadute nei giorni precedenti”. È l’unica cosa che ora, per lei, è in grado di fare: salvarle la faccia davanti all’opinione pubblica, spiegando che ha lavorato bene e che, nonostante le dimissioni a ridosso della bufera relativa alle immagini delle telecamere comunali diventate di dominio pubblico nonostante fossero secretate a causa delle indagini in corso per la sparatoria, lei non c’entra niente. Di più Riccardo non può fare.
E proprio l’impotenza del suo ruolo centrale, eppure costretto all’angolo, lo sta spingendo sempre più a pensare all’ipotesi estrema di mollare la presa e mandare tutto a mare, un po’ come una persona malata da troppi anni che si è stancata di lottare, visto che, nonostante gli sforzi, non vede miglioramenti ma solo peggioramenti.
Tra il sindaco e un malato terminale (non ce ne voglia, ma tale paragone fa capire appieno il concetto) c’è solo una differenza, tanto piccola quanto sostanziale: Mastrangeli, una volta mollata la presa, si ributterebbe nuovamente in campo, per risorgere dalle ceneri con una nuova squadra di fedelissimi che possa affiancarlo, e ripartirebbe con ancor più energia di prima per tornare a lavorare per realizzare il suo programma per la città di Frosinone. Naturalmente, però, a decidere se possa avere questa ‘seconda chance’ sarebbero in questo caso solamente i cittadini con le loro ‘croci’ sulle schede elettorali. Proprio per questo il sindaco, già nei mesi scorsi, ha commissionato più volte sondaggi di gradimento, perché già ci stava pensando da un po’. Ora, però, che ha realizzato di stare sempre più spalle al muro, e non poter fare molto per divincolarsi da questa situazione, questo pensiero potrebbe decidere di tramutarlo in realtà.
C’è di più: si mormora che per ricoprire il posto da assessore ora vacante possa farsi avanti Mauro Vicano, al quale spetterebbe ‘di diritto’ quel ruolo, ora che la Sardellitti non c’è più. Abbandonerebbe così lo scranno di consigliere comunale e subentrerebbe a lui il primo dei non eletti nella sua lista, cioè Marco Sordi, che ha preso un cospicuo numero di voti anche grazie all’aiuto dello zio, Luca Sellari, che alle ultime Amministrative si è mobilitato per cercare di farlo eleggere, mancando il risultato di poco. Stiamo parlando del Sellari ex sindaco di Filettino e ottimo stratega politico, che già durante l’Amministrazione Ottaviani riuscì a ‘mettere in ginocchio’ zar Nicola, costituendo il gruppo interconsiliare ‘Frosinone nel Cuore’, composto da ben cinque consiglieri comunali: Alessandro Petricca, Daniele Zaccheddu, Marco Ferrara, Valeria Morgia e Igino Guglielmi.
Per Mastrangeli, dunque, non si prospetta niente di buono, e i guai sembrano aumentare invece che diminuire. Ecco perché arrivano ‘sirene’ sempre più forti che parlano di una sua sempre più decisa volontà di mollare tutto. Per l’Amministrazione di Frosinone questi sono giorni davvero decisivi. Staremo a vedere…