E’ iniziato stamattina, da poche ore, il processo per l’omicidio del 19enne di Alatri Thomas Bricca, freddato in pieno centro storico ad Alatri il 30 gennaio del 2023. A distanza di un anno e tre giorni esatti da un episodio che ha scosso un’intera città, dunque, ha preso il via l’atteso processo.
La prima novità si è registrata subito: i due imputati, il 47enne Roberto Toson e il figlio 22enne Mattia, infatti, non si sono presentati in aula. I difensori dei Toson, gli avvocati Umberto Pappadia e Angelo Testa, hanno reiterato la richiesta di rito abbreviato nelle questioni preliminari rifiutando il rito immediato e quindi rigettando l’ipotesi di andare direttamente a processo.

Si tratterà comunque di un processo che si presume lungo, almeno a giudicare dalla lista dei testi, circa 50 per parte chiesti da accusa e difesa, ma anche complesso perché il castello accusatorio ha diversi punti da chiarire nella fase dibattimentale. A presiedere l’assise è il giudice Francesco Mancini, mentre il togato a latere è Marta Tamburro. A sostenere l’accusa è invece la Pm Rossella Ricca che ha coordinato le indagini svolte dai carabinieri del reparto operativo di Frosinone.
Una giornata, quella di oggi, molto attesa da tutta la comunità che martedì sera, ad un anno esatto dall’uccisione del 19enne, si è ritrovata nel parcheggio adiacente via Liberio, proprio dove Thomas rimase a terra tra le urla strazianti dei suoi amici. Quella odierna sarà, come sempre all’inizio di un processo, un’udienza tecnica che si spera possa dare il via ad un nuovo capitolo con il quale si riuscirà a fare giustizia per la morte di un figlio di Alatri. Roberto e Mattia Toson, come detto, sono difesi da Angelo Testa e Umberto Pappadia. Per quanto riguarda invece le parti civili ammesse, gli avvocati saranno Marilena Colagiacomo per il padre di Thomas, Paolo Bricca, Nicola Ottaviani per la madre, Federica Sabellico, e Eugenia De Cesaris per il Comune di Alatri.

A questo processo si arriva dopo la svolta dello scorso luglio con l’arresto dei Toson, accusati di omicidio volontario con l’aggravante della premeditazione. I due inizialmente vennero portati a Civitavecchia, prima del trasferimento di Roberto a Velletri e di Mattia a Rebibbia. Per il Procuratore Antonio Guerriero sarebbero stati loro ad aver sparato a Thomas. A quel punto le difese dei due imputati hanno iniziato a fare il loro lavoro, chiedendo al Tribunale del Riesame di scarcerare i loro assistiti, contestando soprattutto le deposizioni della fidanzata di Mattia.
Dal Riesame, però, non è arrivata risposta positiva, con i legali che ricorrono in Cassazione, chiedendo la derubricazione del reato a omicidio preterintenzionale, nella speranza di poter accedere al rito abbreviato. Anche in questo caso, però, la richiesta non è stata accettata. Dalla Procura, invece, è arrivata la richiesta di rito immediato, con il Sostituto Procuratore Rossella Ricca convinta che ci fossero le condizioni per saltare l’udienza preliminare. La richiesta è stata accolta e da lì la fissazione della data odierna del processo.
Un processo nel quale sarà fondamentale ricostruire tutte le vicende, a partire dalle risse dei due giorni precedenti l’omicidio, dalle centinaia di deposizioni raccolte e dalle numerose intercettazioni che hanno convinto la Procura a spingere per iniziare subito il processo.
In questi mesi la famiglia di Thomas ha voluto tenere alta l’attenzione sulla vicenda, coinvolgendo una comunità che ha da subito dimostrato di non voler abbassare la testa. Così è stato pochi giorni dopo l’omicidio con una iniziativa in Piazza Santa Maria Maggiore che ha raccolto migliaia di persone, negli appuntamenti durante tutto l’anno nei quali sono stati coinvolti soprattutto tanti giovani, fino alla serata di martedì scorso, con “Luci nella notte”.
Centinaia le candele che hanno voluto ricordare Thomas proprio nel luogo in cui è stato ucciso il ragazzo, centinaia le persone che hanno chiesto ancora una volta giustizia per una morte assurda. Presenti oltre alla famiglia anche i rappresentanti dell’Amministrazione, le associazioni del territorio e tanti giovani che avevano e hanno Thomas nel cuore. Un’iniziativa analoga si è svolta a Ceprano mercoledì sera, sempre alla presenza della mamma di Thomas, Federica. I supporters della squadra di calcio cepranese, infatti, sono molto legati ai giovani di Alatri e per questo hanno voluto ricordare il 19enne ucciso. In tanti, dunque, non hanno dimenticato. E continuerà ad essere così fino a quando la giustizia non farà il suo corso.
Presente, stamattina, anche lo zio di Thomas, Lorenzo Sabellico, che, dopo la morte del 19enne, si è fatto promotore di una serie di iniziative per ricordare il ragazzo e sensibilizzare le giovani generazioni, le istituzioni e tutta la popolazione sulla cultura della legalità: su tutte “L’Albero di Thomas” attraverso la quale sono già stati promossi incontri nelle scuole, dibattiti e piantati alberi nel nome del 19enne.