martedì 14 Maggio 2024
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Frosinone – La faccia tosta del presidente del Consiglio, ormai vicino alla cacciata

Max Tagliaferri ha deciso di far guerra all’Amministrazione Mastrangeli dallo scranno più alto. Qualcun altro, con un pizzico in più di dignità e conoscenza delle regole, si sarebbe precedentemente dimesso dal proprio ruolo istituzionale invece di attendere a testa alta e pieno di sé di essere sfiduciato. Gettare nel ridicolo l’istituzione del Consiglio comunale di una città capoluogo di provincia, compresi sindaco, assessori, consiglieri e persino i dirigenti, non è stata una buona scelta: ormai ha le ore contate.

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Ha avuto due settimane di tempo per dare le dimissioni ed uscire da questa situazione con un po’ di dignità, senza essere ‘cacciato via’, ma lui queste dimissioni non le ha mai presentate, pieno del proprio ego privo di etica che l’ha portato a gettare nel ridicolo un intero Consiglio comunale e, dunque, tutta la città di Frosinone: non si è mai visto, infatti, un presidente d’Aula (tra l’altro espressione della maggioranza) che attacca per oltre tre ore l’Amministrazione in carica, sceso in campo in prima persona per dare manforte ad ogni santo consigliere intervenuto in maniera critica contro l’Amministrazione. Parliamo, naturalmente, di Massimiliano Tagliaferri, detto Max, alatrense con diploma di perito commerciale proveniente dal campo dell’edilizia, sbarcato a Frosinone durante la prima Amministrazione Ottaviani: in quell’occasione una nomina calata dal cielo lo portò a ricoprire il ruolo di assessore al Commercio, nonostante fosse pressoché sconosciuto alla cittadinanza frusinate, che solamente negli anni seguenti ha imparato a conoscerlo, capendo di che pasta fosse fatto. Ora, naturalmente, anche i suoi colleghi politici lo hanno capito.

Un ‘question time’ e un Consiglio comunale, quelli andati in scena lo scorso 4 ottobre, che grazie allo show di Tagliaferri hanno fatto il giro di tutta la Ciociaria e anche di più (LEGGI: “Il sindaco non sa né leggere né scrivere”: ‘fuorionda’ shock in Consiglio). Il presidente del Consiglio, infatti, non si è limitato ad attaccare l’Amministrazione prendendo spunto dagli interventi che venivano fatti contro di essa e, di conseguenza, dilatando i tempi di tali interventi. Di più: ogni qualvolta qualcuno prendeva la parola per difendere (argomentando) l’Amministrazione, lui interveniva contro tali ‘difensori’, anche con modi bruschi e parole e toni forti, tra l’altro non concedendogli repliche. Repliche concesse, invece, a consiglieri intervenuti in maniera critica verso l’Amministrazione: è il caso, ad esempio, di Mauro Vicano. Gli attacchi, invece, sono stati rivolti, ad esempio, al consigliere Francesco Pallone e all’assessore Fabio Tagliaferri. Ma anche all’assessore Piacentini, intervenuto in difesa dell’operato del Comune, che ha subito interruzioni (sebbene con modi diversi) per ben tre volte. Il presidente d’Aula, infatti, non volendo attaccare personalmente Piacentini vista l’amicizia, ha tentato per tre volte di interrompere il suo intervento, dicendogli di far rispondere i dirigenti Manchi e Giannotti, per poi attaccare loro. Il dottor Giannotti, addirittura, è stato messo pubblicamente alla gogna, accusato di svolgere male il proprio ruolo.

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Il ‘teatrino’, però, è andato avanti anche durante la pausa tra il ‘question time’ e il Consiglio comunale, quando nella diretta streaming su Youtube è rimasto aperto il microfono del presidente Tagliaferri, andando così pubblicamente in onda il suo turpiloquio nei confronti un po’ di tutti e soprattutto del ‘sistema’ in essere in questa città. Massimiliano Tagliaferri inizia le sue invettive dicendo per ben tre volte di fila, in dialetto, “è un cretino”, probabilmente riferendosi al consigliere Pallone (con il quale aveva battibeccato poco prima) rivolgendosi verosimilmente al consigliere Angelo Pizzutelli (di passaggio in quel momento) che aveva sollevato delle questioni sul Palazzetto dello Sport, questioni dalle quali era nato il parapiglia. Quindi Tagliaferri se la riprende con Mastrangeli, spiegando che certe cose succedono perché il sindaco non sa governare la sua maggioranza, poiché “questo – dice sempre in dialetto indicando la vicina poltrona del primo cittadino – non sa né leggere né scrivere”. E lo dice per ben due volte, a scanso di equivoci, indicando sempre la stessa poltrona. Poi parte con le sferzate nei confronti dei dirigenti comunali, in particolare di quello delle Finanze, Vincenzo Giannotti, che accusa di non aver seguito i giusti iter per la richiesta dei canoni arretrati dovuti dal Frosinone Calcio per la locazione dello stadio ‘Stirpe’, di proprietà del Comune. “Questo non succede neanche nel Burundi (in Africa) ed è da arresto – inveisce il presidente del Consiglio – Voi ci scherzate su queste storie ma sono cose gravi”.

Al termine del Consiglio il parapiglia è continuato, e stavolta si è passati quasi alle mani. Davanti agli occhi impietriti del sindaco Mastrangeli, il presidente Tagliaferri, infatti, fomentato dal precedente battibecco con il consigliere Pallone, secondo quanto raccontato dai presenti, ha ripreso lo scontro con il delegato allo Sport, arrivando addirittura quasi alle mani. Tanto che sarebbe intervenuto il vicesindaco Antonio Scaccia per evitare che la lite verbale scaturisse in una vera e propria rissa, riuscendo fortunatamente nell’intento, con l’aiuto dell’assessore Piacentini: anche lui si sarebbe messo in mezzo per evitare conseguenze all’amico Max, tra l’altro scivolando mentre tentava di dividere i due, rischiando anche di farsi male.

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Insomma, dopo tutto questo e tanto altro, nonostante Max Tagliaferri non fosse nuovo a tali atteggiamenti poiché già durante i primi mesi di mandato di Mastrangeli ebbe dei comportamenti da tutti giudicati riprovevoli, il Consiglio ha deciso di soprassedere momentaneamente, verosimilmente in attesa delle sicure dimissioni, da parte di Tagliaferri, dal ruolo di presidente d’aula. Dimissioni mai arrivate, nonostante le due settimane di attesa e lo sbigottimento da parte di tutti dovuto ad un’incedibile ‘faccia tosta’ che nessuno si aspettava potesse arrivare a tali livelli.

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Ora, dunque, è arrivata l’ora della mobilitazione da parte del Consiglio comunale e Max Tagliaferri ha le ore contate. Un Consiglio che non può permettere di essere messo in ridicolo da un presidente che, invece di garantirlo e ‘sorvegliarlo’, lo utilizza a suo piacimento. La legge, infatti, permette di presentare mozione di sfiducia nei confronti del presidente da parte del sindaco o da almeno un terzo dei Consiglieri; tale mozione viene poi votata a scrutinio segreto entro 15 giorni dalla presentazione e si intende approvata qualora consegua la maggioranza assoluta (50% + 1) dei componenti del Consiglio. Un’operazione, dunque, fattibilissima dal punto di vista numerico ma anche dal punto di vista formale, dato che tale azione può essere compiuta, oltre che per svariati altri motivi, anche per “gravi e reiterati comportamenti pregiudizievoli per la funzionalità ed efficacia dei lavori del Consiglio o lesivi del prestigio dello stesso”. Esattamente la casistica venuta a crearsi: come ormai tutti pensano in città ed hanno scritto anche sui social dopo tutto quello che è successo, un presidente del Consiglio che usa il suo ruolo istituzionale per fare i propri attacchi per tre ore di fila, offendendo anche i membri di tale Consiglio compreso il sindaco e ridicolizzando dunque l’istituzionalità del Consiglio stesso, non merita di sedere sulla poltrona più alta di tale fondamentale organo collegiale. E questo lo dice la legge e non solo i cittadini e i giornali che scrivono di tali atteggiamenti, contribuendo senz’altro a diffondere in larga scala tale situazione e dunque avvalorando e aggravando i famosi motivi lesivi del prestigio del Consiglio tali per cui si può dar seguito alla sfiducia di un presidente che mette in atto determinati comportamenti.

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D’altronde, qualora sindaco e Consiglio si fossero guardati dal compiere tale atto di sfiducia, sarebbero caduti loro stessi nel ridicolo, scegliendo scientemente di non difendere l’istituzione democratica più importante della propria città e quindi dimostrando di non volere bene a quella città per la quale dovrebbero quotidianamente affaticarsi e battersi in nome e per conto di quei cittadini che non sono solo elettori ma anche persone dotate di un intelletto che li porta a discernere quando il politico cerca di bypassare determinate problematiche per ‘quieto vivere’, perdendo inesorabilmente la faccia e il rispetto di tutti.

Tagliaferri naturalmente farà di tutto, in questi giorni, per cercare l’appoggio dei consiglieri comunali di Frosinone, in modo tale che possano votare contro la sua sfiducia e, dunque, a suo favore. D’altronde c’è anche da dire che ad oggi il posto di presidente del Consiglio comunale di Frosinone vale uno stipendio di quasi 5mila euro al mese. Indennità che da gennaio aumenterà addirittura a circa 6mila euro al mese. Quindi una cifra senz’altro notevole, che spingerà Max a lottare per la poltrona anche per un discorso economico oltre che di potere, anche se di certo non ha bisogno di denaro, visto che nella sua ultima dichiarazione dei redditi compare una cifra di circa 100mila euro annui, oltre alla proprietà di più di un immobile. Ma fa tutto questo anche per una questione di prestigio personale. A Massimiliano Tagliaferri, infatti, il ruolo da presidente del Consiglio gli permette di avere una certa credibilità sociale oltre che un’autorità che non gli dispiace, visto il suo carattere. Cosa che non può avere con le imprese nel settore edile e ristorativo che porta avanti come imprenditore. Un po’ come quando, pochi anni fa, era dirigente sportivo di una locale società di nuoto a cui hanno fatto capo squadre agonistiche che gareggiavano in campionati di rilievo…..

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Marco Ceccarelli
Marco Ceccarellihttps://www.tunews24.it
Marco Ceccarelli è giornalista e fotoreporter, attualmente Direttore Responsabile di TuNews24.it. La sua carriera inizia nel 2004 presso il quotidiano Ciociaria Oggi, occupandosi prima di cultura e spettacolo come collaboratore e passando successivamente alla cronaca come redattore, quindi diventando responsabile della cronaca nera provinciale fino al 2014. Nel frattempo ricopre anche il ruolo di Direttore Responsabile di alcune riviste locali, come Beautycase, ed è corrispondente del quotidiano nazionale Il Giornale per le province di Frosinone e Latina. Quindi, dopo aver fondato nel 2013 la società di Comunicazione e Marketing Globalpress S.r.l., entra a far parte del Gruppo Editoriale Perté, ricoprendo in un primo momento il ruolo di Direttore Editoriale del mensile Perté Magazine e di Radio Perté, successivamente anche del settimanale cartaceo Perté Week e del quotidiano web Perté Online. Sempre nell’ambito di tale progetto, presta servizio presso l’emittente Lazio Tv, dove idea diverse trasmissioni televisive e radiotelevisive. Dopo tali esperienze, nel 2015 decide, con l’avvento del Frosinone Calcio in serie A, di fondare il settimanale Tu Sport di cui è Direttore Responsabile e, pochi mesi dopo, dà vita anche al settimanale generalista Tu News. Nel frattempo accetta l’incarico di Direttore Responsabile della rivista mensile Frosinone In Vetrina e in seguito anche di Ciociaria & Cucina Excellence". Quindi dà vita al quindicinale cartaceo Non Solo Annunci,  alla rivista mensile pocket patinata Ciociaria da Vivere e ai quotidiani online TuNews24.it e Il Corriere della Provincia. Negli anni 2019 e 2020 intraprende la gestione del canale provinciale di Frosinone di Lazio Tv, accetta l'incarico di Direttore Responsabile del mensile web nazionale Valori e Cultura e riporta in vita lo storico marchio dell'informazione ciociara La Provincia Quotidiano.  E ancora: accetta la direzione della testata culinaria Il Pappamondo e del magazine di salute e benessere Medical Group. Da ultimo (ma solo per ora) fonda e dirige i quotidiani online LaProvinciaFrosinone.it, LaProvinciaLatina.it, LaProvinciaViterbo.it e LaProvinciaRieti.it.
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