Il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, si racconta in un’intervista rilasciata oggi al quotidiano Secolo d’Italia e pubblicata online, attraverso “cinque parole chiave”: ascolto e dialogo, programmazione, dignità, concretezza, visione e futuro.
Ascolto e dialogo: «La mia storia personale è fatta di ascolto e dialogo . Se non avessi ascoltato le persone e dialogato con tutti non avrei raggiunto gli obiettivi prefissati».
Programmazione: «È un qualcosa che nel mio caso viene dall’esperienza manageriale e anche da quella umanitaria, soprattutto per quel che concerne il “fattore tempo”: se non si agisce con un preciso calendario, ponendosi sfide e scadenze per misurare il superamento delle stesse, non si va da nessuna parte e si rischia di rimanere schiacciati dalla burocrazia».
Dignità: «L’affermazione della dignità dell’essere umano, in qualunque circostanza, è quello che mi muove da sempre, come avvocato, come manager e, a maggior ragione, come volontario. In questa nuova veste il senso profondo del mio agire non cambia. Ed è anche il motivo per cui ho deciso di mantenere la scomoda delega alla sanità: voglio garantire l’effettivo diritto alla salute ai cittadini del Lazio, così come sancito dall’art.32 della Costituzione».
Concretezza: «In quello che decido di comunicare o meno. Da più parti mi si dice che comunico poco. Di essere poco presenzialista in tv o di non essere tanto “loquace” sui social media. La mia è una scelta, una volontà di concretezza e rispetto».
Visione e futuro: «La mia ambizione, così come quella di tutta la Giunta, è di dare corpo alla visione di un Lazio che sia in grado di esprimere appieno le sue immense potenzialità».
«Ho dedicato questi primi mesi a governare le emergenze, ora voglio lavorare per il futuro del Lazio», conclude così il presidente Rocca.


