giovedì 16 Maggio 2024
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Caro bollette, allarme oro blu

In media ogni famiglia italiana paga 379 euro ma a Frosinone per il servizio idrico l'esborso annuale ammonta a 666 euro

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Frosinone si conferma la città più cara per quanto riguarda il servizio idrico. A rivelarlo il Report tariffe, qualità e investimenti nel servizio idrico, pubblicato dal Centro Studi Ircaf. L’indagine ha riguardato 111 città (109 capoluoghi di provincia) d’Italia per un campione di circa 18 milioni di abitanti.

Nel 2023 il costo annuo per una famiglia italiana media è stato di 379 euro, con differenze rilevanti tra le varie aree geografiche del Paese. Nel Nord-Ovest è di 313 euro, nel Nord-Est di 365 euro, al Centro si registra il dato più elevato pari a 501 euro mentre nel Sud-Isole il costo per la famiglia media è di 354 euro.

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Sono differenze rilevanti, spiegano dal Centro Studi, con molte cause fra le quali “efficienza e tipologia dei gestori, livelli di investimento, politiche attuate dai vari gestori, fonti di investimento, morfologia del territorio, numeri di utenti serviti, dati relativi alle perdite della rete e numerose altre”.

Rispetto al report del 2022 la spesa media è aumentata del +4,27%, a fronte di una inflazione 2022 del +8,1% e tendenziale a febbraio 2023 del +9,2%. Nell’arco temporale che va dal 2011 al 2023, l’incremento tariffario idrico è stato del 75% a fronte di un indice NIC Istat nel medesimo periodo di inflazione del 18,4%.

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Le città nelle quali l’acqua costa di più nel 2023 sono Frosinone, che guida la classifica della spesa con 666 euro, seguita da Enna (663 euro), Pisa (622 euro), Grossetto (617 euro) e Siena (614 euro). Le altre città hanno tariffe sempre superiori ai 500 euro, da Livorno a Firenze.

“Le città dove invece l’acqua risulta più economica nel 2023 sono state Imperia € 170, Como € 207 e Milano con € 214 – spiega il Centro Studi – vi sono anche altre città che sono più economiche ma che non hanno il servizio affidato al gestore unico e sono con gestione in economia”.

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Dagli ultimi dati Istat, la dispersione idrica nei capoluoghi di provincia è pari in media al 36,2% e raggiunge il 42,2% come territorio complessivo italiano. In alcune aree del Paese si disperde più della metà dei volumi d’acqua immessi in rete. Se si analizza ulteriormente lo spaccato di alcune realtà, in Basilicata va disperso il 62% della risorsa, mentre la Valle d’Aosta si ferma al 26,9%. Fra i capoluoghi di provincia spicca in negativo il dato di Latina, dove la dispersione idrica assume dimensioni anche superiori al 70%, Frosinone al 53,6% anche se si guarda l’intera provincia la percentuale di dispersione idrica arriva a 69,5%.

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