Siamo andati così tanto avanti in tutti questi anni che ora dobbiamo fermarci per consentire alle nostre anime di raggiungerci.
L’esperienza di curatore del Progetto divulgativo dedicato ai temi di Agenda ONU 2030 e i 17 Obiettivi sulla sostenibilità, è stata l’opportunità di mettere al servizio di una causa importante le mie esperienze nell’area della comunicazione. Ma, alla luce della favorevole risposta del pubblico interessato ai temi trattati in Conferenza Stampa, è stata anche l’occasione per considerare che la sostenibilità sia sempre più un requisito necessario e dichiararsi genericamente “green” diventa meno distintivo.
Il riscaldamento globale e cambiamento climatico sono i temi cruciali del nostro tempo. Le conseguenze dell’eccessivo sfruttamento del pianeta sono già in atto, con l’incremento delle ondate di calore e di siccità lo scioglimento dei ghiacciai e l’innalzamento dei livelli del mare, l’aumento – per frequenza e intensità – di fenomeni atmosferici come alluvioni e uragani.
Anche se lo scenario è grave, l’atteggiamento catastrofistico non aiuta a concentrarsi sulle soluzioni che ognuno può, nel suo piccolo, adottare per contribuire al cambiamento.
Propongo un passaggio del discorso pronunciato dal Segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, alla cerimonia di apertura della Cop 27 di Sharm El-Sheikh, la ventisettesima conferenza della Nazioni Unite sul clima, del 07 novembre 2022.
“… tra pochi giorni la popolazione del nostro pianeta supererà una nuova soglia. Il membro numero 8 miliardi della nostra famiglia umana sarà nato. Questa pietra miliare mette nella giusta prospettiva il significato di questa conferenza sul clima. Come risponderemo quando il “Bambino 8 miliardi” sarà grande abbastanza da chiedere: «Cosa avete fatto per il nostro mondo – e per il nostro Pianeta – quando ne avevate la possibilità?».
Eccellenze, questa conferenza delle Nazioni Unite sul clima ci ricorda che la risposta è nelle nostre mani. E il tempo stringe.
Stiamo lottando per la nostra vita. E stiamo perdendo.
Le emissioni di gas a effetto serra continuano ad aumentare. La temperatura globale continua a salire. E il nostro Pianeta si sta avvicinando rapidamente a dei tipping point che renderanno la catastrofe climatica irreversibile.
Siamo su un’autostrada diretti verso l’inferno climatico con il piede sull’acceleratore.
…”.
Ed aggiungo, “La velocità non fa la differenza se si va nella direzione sbagliata”. Gandhi
Dobbiamo farlo in fretta perché non c’è il secondo tempo della partita!
Ma, cosa frena il cambiamento? Cosa si frappone tra noi e la consapevolezza?
I motivi, sul piano individuale, al netto delle posizioni dei singoli stati per motivi geopolitici e geoeconomici, sono fondamentalmente due: la percezione ed il pessimismo.
- Percezione: un esempio di percezione fuorviante è quello del costo dell’acqua.
L’Italia è il secondo paese più idrovoro d’Europa, ha il 21% del proprio territorio a rischio desertificazione. Abbiamo grandi problemi di approvvigionamento idrico in tante parti della penisola. Le esperienze di paesi che hanno aree desertificate in grande parte del loro territorio ci servono per capire come si può produrre acqua e cibo in situazioni climatiche estreme.
Da una ricerca realizzata dall’Osservatorio della Community Valore Acqua per l’Italia di The European House – Ambrosetti (presentata alla Centrale dell’Acqua di Milano) è emerso che
conosciamo poco le complesse dinamiche del ciclo dell’acqua e, di conseguenza, quando apriamo un rubinetto, non abbiamo la percezione in termini di quantità, qualità e valore.
Quasi 6 cittadini su 10 ritengono che l’attuale spesa in bolletta sia troppo onerosa, quando in realtà l’Italia è uno dei Paesi con le tariffe più basse d’Europa (2,08 euro/m3 – dato medio nazionale) – che corrisponde alla metà di quella francese (4,08 euro/m3 – dato medio del Paese). In alcune zone del Paese, come ad esempio Milano, il costo è pari a 0,80 euro per metro cubo, il 20 per cento in meno rispetto al paese europeo dove il servizio idrico è meno caro, la Grecia. Per altro, più del 90 per cento dei cittadini non è a conoscenza del costo reale, ritenendo di pagare troppo per il servizio. L’86 per cento dei rispondenti sovrastima la propria spesa annua e quasi un terzo dei rispondenti pensa di pagare circa il doppio in più rispetto alla spesa reale.
- Pessimismo: le preoccupazioni quotidiane, le bollette da pagare, la frustrazione, il disagio per i conti di fine mese. Ma, questi, non sono motivi sufficienti per disinteressarsi! Non si risolve il problema girandosi dall’altra parte.
Certo, siamo nati nella parte di mondo più fortunata. Ma, quando – secondo la ricerca del Crowther Lab (della Scuola politecnica federale di Zurigo), pubblicato su Plos One. – nel 2050, le città trasleranno climaticamente di 1.000/1500 km a Sud (velocità ~20 km/anno). Vorrà dire che Londra – pur restando dov’è – sarà come Barcellona, Milano sarà come Brindisi, Malta come Tel Aviv. Nessun paese, nessuna città è immune.
A me piacerebbe continuare ad avere i miei problemi e continuare ad uscire per una pizza, continuare ad andare al mercato ed anche continuare a camminare in riva ad un fiume.
Ma, se non avremo tutto questo, vuol dire che sarà tutto finito.
Se hai domande o curiosità, scrivimi nei commenti o a dambrosio.miki@gmail.com: farò del mio meglio per risponderti presto.
Alla prossima!
Michele D’Ambrosio